Comincia oggi in Corte di Assise d'Appello a Napoli il processo a carico dei presunti killer del boss Gennaro Sacco e del figlio Carmine: massacrati a San Pietro a Patierno il 27 novembre del 2009. Stando alle indagini della Dda di Napoli, il boss scissionista del clan Licciardi aveva creato a di San Pietro a Patierno un gruppo insieme coni fratelli Bocchetti. Padre e figlio furono ucciso dagli uomini della stesso clan perché ritenuto "inaffidabile" in quanto confidente della polizia, oltre che al fatto che il figlio Carmine avrebbe trattenuto per se i proventi dello spaccio di droga.
Alla sbarra ci sono Ciro Bocchetti, Stefano Foria, Paolo Murolo, Ciro Casanova e Salvatore Murolo arrestati nel 2014 insieme con altri affiliati (non coinvolti nel duplice omicidio) tra cui i pentiti Antonio Zaccaro e Domenico Monteriso.Potrebbe interessarti
Ennesimo punto di rottura, la paura dei Bocchetti che i Sacco potessero accrescere troppo il proprio profilo criminale: se già l’alleanza con i Lo Russo, con gli Scissionisti e con i Moccia avevano rinsaldato il potere del clan, i rapporti con Marco Mariano e con Luigi Cimmino avrebbero reso Gennaro Sacco un elemento troppo forte.





