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Napoli: quasi fatta per Milic

Secondo quanto riporta l'edizione di oggi di Tuttosport, l'arrivo di Hrvoje Milic (28) in azzurro è ormai cosa fatta: accordo sulla base di 200mila euro lordi, bonus esclusi che sono legati alle presenze. Manca soltanto la firma di Chiavelli, ma l'arrivo del giocatore croato sarebbe ormai questione di ore, grazie anche all'ok ricevuto da Sarri dopo un colloquio tra club e tecnico nel post partita di Lipsia.

Boscoreale, assolto il fratello del boss Padovani

Boscoreale. Il sorvegliato speciale, Mario Padovani, quarantenne, rais delle palazzine popolari del Piano Napoli di Via Passanti Scafati, fratello del boss Carlo, il "signore della droga" era stato denunciato dai carabinieri perché fermato alla guida di un auto senza patente perché ritirata. La normativa vieta ai sorvegliati speciali la guida di autovetture e motocicli, prevedendo la pena della reclusione da uno a cinque anni.
Nel corso di un normale controllo, i carabinieri di Boscoreale avevano intercettato un’auto sospetta intimando l’alt ed avevano constatato che alla guida della Fiat Panda ci fosse il pluripregiudicato che pensava di sottrarsi a qualsiasi controllo perché si trovava nel suo "regno", al sicuro da occhi indiscreti. Ed invece, i carabinieri, vigili su quel territorio, ne hanno accertato l'ennesima violazione. Processato una decina di volte dinanzi al Tribunale di Torre Annunziata, il Padovani è uscito nuovamente indenne senza riportare alcuna conseguenza penale. Evitata,quindi, un'altra condanna che questa volta per il reato contestato si prospettava abbastanza "pesante". Sospiro di sollievo per il pluripregiudicato che ha scampato il carcere. La difesa di Mario Padovani, rappresentata dall'avvocato Gennaro De Gennaro ha sottolineato le falle procedurali che hanno caratterizzato l'applicazione della misura della sorveglianza speciale e si è battuta per l'assoluzione del suo assistito. Il giudice, accogliendo la tesi difensiva ha mandato assolto il boss perché "il fatto non sussiste" respingendo la prospettazione della pubblica accusa che invocava la condanna ed il carcere per l'imputato. Reati come quello contestato al Padovani aprono la porte del carcere. Regola che "stranamente" non vale per il sorvegliato speciale Padovani che ha riportato un'altra assoluzione, nuovamente graziato dai giudici oplontini, sebbene guidasse addirittura l'auto in barba alle prescrizioni.

Operazione 'Pusher' in tutta Italia: 25 arresti e 11 denunciati

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La Polizia di Stato sta eseguendo una vasta operazione antidroga contro lo spaccio di sostanze stupefacenti nei centri urbani e nei luoghi di aggregazione giovanile. Tale attività si inserisce in una più ampia strategia tesa a contrastare con maggiore incisività i reati di strada per dare un’efficacia risposta alla richiesta di tutela da parte dei cittadini. L’operazione denominata 'Pusher' vede oggi impegnate le Squadre Mobili di Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Brindisi, Enna, Ferrara, Imperia, Livorno, Modena, Novara, Parma, Perugia, Pescara, Piacenza, Pisa e Prato, coordinate dal Servizio Centrale Operativo. Si tratta di un’operazione a tappeto a cui collaborano anche altre articolazioni territoriali della Polizia di Stato, quali le Divisioni Anticrimine, i Reparti Prevenzione Crimine, Commissariati e Uffici Prevenzione Generale.Fino a questo momento sono stati arrestati 25 spacciatori (4 italiani e 21 stranieri).Undici le persone deferite in stato di libertà ( 2 italiane e 9 straniere); sei sanzioni amministrative per violazioni alla normativa in argomento.Sequestrati 123,56 grammi di cocaina; 432,53 grammi eroina; 323,28 grammi di hashish; 867,15 grammi di marijuana; 666,56 grammi di droghe sintetiche; misure di prevenzione: 144 avvisi orali, 61 fogli di via obbligatori, 2 ammonimenti e 7 daspo.

I tre napoletani scomparsi in Messico: la Farnesina segue il caso

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Tre italiani sono scomparsi nel nulla in una cittadina di 16mila abitanti a settecento chilometri da Citta' del Messico, dove facevano i venditori ambulanti. La denuncia arriva da una famiglia napoletana che non ha piu' notizie dei familiari ormai da 18 giorni. Della vicenda e' stata informata anche la Farnesina che sta seguendo il caso con l'ambasciata a Citta' del Messico in stretto raccordo con le autorita' locali e in costante contatto con la famiglia. I tre scomparsi sarebbero il sessantenne Raffaele Russo, suo figlio Antonio e suo nipote Vincenzo Cimmino, rispettivamente di 25 e 29 anni. "Ad oggi non e' pervenuta nessuna richiesta di riscatto - dicono i familiari in un comunicato - chiediamo la massima diffusione della notizia e delle foto segnaletiche". Russo si trovava in Messico da tempo: era a Tecaltitlan, citta' dello stato di Jalisco, dove vendeva in strada prodotti acquistati a Napoli da commercianti cinesi. Antonio e Vincenzo, invece, erano arrivati soltanto cinque giorni prima della sparizione, anche loro per lavorare. Secondo il racconto dei familiari, le tracce di Raffaele si persono il 31 gennaio scorso attorno alle 15. Il figlio e il nipote provano a chiamarlo ma il cellulare e' muto. In Messico ci sono anche altri due figli di Russo, Francesco e Daniele. Ed e' quest'ultimo, rientrato in Italia, a raccontare quel che accade dopo "Noi eravamo troppo lontani, cosi' abbiamo chiamato Antonio e Vincenzo e gli abbiamo detto di andare a cercarlo". I due partono dal punto nel quale il gps dell'auto noleggiata dal sessantenne segnava la sua ultima posizione. "Quando sono arrivati, non hanno trovato ne' la macchina ne' mio padre. Hanno chiesto alla gente, ma nessuno aveva visto nulla". I due ragazzi, sempre secondo il racconto dei familiari, a quel punto si sarebbero fermati a fare benzina in un distributore. E li' sarebbero stati avvicinati da diversi poliziotti a bordo di due moto e un auto, che hanno intimato loro di seguirli. "Antonio e' riuscito a mandarmi una serie di messaggi con Whatsapp - dice ancora Daniele - ma ad un certo punto anche i loro telefoni sono risultati spenti". Daniele e il fratello sono tornati cosi in albergo, a Ciudad Guzman e hanno cominciato a contattare la polizia di Tecaltitlan. "In un primo momento - sostiene Daniele - ci hanno detto che Antonio e Vincenzo erano stati arrestati e stavano andando all'ufficio, mentre di Raffaele non sapevano nulla. Ma durante una seconda telefonata questa versione e' stata negata dalle autorita' messicane". Da allora non c'e' piu' traccia dei tre. Secondo i familiari, nessuno di loro ha avuto problemi in passato con la giustizia ne' hanno mai avuto rapporti con narcotrafficanti. "Loro sono solo li' per vendere giacche, non hanno nulla a che fare con la droga" dice Modesta, una cugina, sottolineando che anche ad altri loro conoscenti e' capitata una storia simile in passato: "li' funziona cosi', ti rapiscono e poi chiedono il riscatto. Ma finora nessuno si e' fatto sentire". "E' gia' capitato ad altre persone del nostro quartiere - conferma Daniele - speriamo che vogliano solo il riscatto e ci ridiano i nostri cari".

Scafati, l'ex sindaco ai domiciliari: non potrà incontrare la moglie e il fratello

Scafati. Scambio di voto politico mafioso: l'ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti lascerà il carcere di Fuorni, dove è detenuto dal 25 gennaio scorso, per la detenzione domiciliare nel comune di Roccaraso. Vietato qualsiasi tipo di contatto con persone estranee ai suoi genitori che si sono resi disponibili a provvedere ai suoi bisogni quotidiani trasferendosi nella località montana. L'abitazione messa a disposizione da un'amica di famiglia non potrà essere frequentata da altri familiari, compresa la moglie Monica Paolino e il fratello, Nello Maurizio Aliberti, indagati nell'ambito dell'inchiesta e - naturalmente - gli saranno vietati contatti con l'esterno, in particolare l'utilizzo dei social. A puntualizzare le prescrizioni in base alle quali Aliberti ha ottenuto gli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, è il il Gip Giovanna Pacifico, nel suo provvedimento. Resta ferma, secondo il giudice, la gravità dei fatti contestati. Ma alla luce dell'istanza dei difensori Silverio Sica e Agostino De Caro, l'ex sindaco di Scafati può ottenere gli arresti domiciliari. E' stato valutato dal giudice il tempo trascorso dal momento dell'arresto che - seppure non 'obiettivamente prolungato - ha avuto 'un'indubbia efficacia deterrente sulla personalità dell'indagato'. Elemento determinante, poi, per la scelta del Gip - supportata dal parere favorevole del pubblico ministero - la detenzione domiciliare proposta dalla difesa a Roccaraso è molto 'distante dal territorio che è stato scenario dei fatti contestati'. A rafforzare l'isolamento il divieto di comunicazione, in ogni forma, con persone diverse dai suoi genitori, Rosaria Matrone e Nicola Aliberti, e anche quello dell'utilizzo di ogni comunicazione telematica, visto che proprio le comunicazioni intrattenute via internet, su Facebook in particolare, sono stati alla base del pericolo di recidiva che hanno spinto i giudici del Tribunale del Riesame ad applicare la misura degli arresti in carcere. Il provvedimento del Gip è stato notificato dal personale della sezione Dia di Salerno ai difensori e inviato al carcere e alla polizia penitenziaria che si occuperà di trasferire Aliberti a Roccaraso, in provincia de L'Aquila, appena saranno completate tutte le formalità di rito. Il trasferimento dovrebbe avvenire tra oggi e lunedì.

Ercolano, 8 tonnellate di 'bionde' nel capannone della ditta dei parcheggi: arrestata 51enne

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I Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco hanno arrestato per contrabbando di sigarette Patrizia Lavino, una 51enne di Ercolano già nota alle forze dell'ordine.Nel corso di controlli nel capannone di una ditta di parcheggio mezzi pesanti gestita dalla donna, i militari dell’Arma di Ercolano hanno scoperto che usando un gioco di sporgenze e rientranze della costruzione vi era stato ricavato un locale segreto, tipo scatole cinesi, all’interno del quale sono state rinvenute e sequestrate 800 casse di sigarette di contrabbando, pari a 8 tonnellate di “bionde” illegali, che, verosimilmente erano in procinto di essere distribuite in vendita tra Napoli e Provincia e si stima avrebbero fruttato fino a un milione di euro.

YouTube video

Camorrista evade dal carcere grazie alla partita di calcio

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Gli hanno concesso qualche ora di permesso per disputare una partita di calcio e lui ne ha approfittato per scappare: un detenuto e' evaso dall'istituto penale minorile di Airola, in provincia di Benevento. Si tratta di un ragazzo di 22 anni, ritenuto un affiliato di spicco di un clan camorristico del Vesuviano. "Basta detenuti maggiorenni con elevato spessore criminale affiliati ai clan camorristici che inquinano le progettualita' della giustizia minorile", commentano i sindacati di polizia penitenziaria USPP, CISL Sinappe Uil e Osapp i quali annunciano che chiederanno al prossimo Governo "di cambiare la legge che prevede l'estensione della detenzione fino a 25 anni e l'impossibilita' di trasferire i detenuti infra 21 anni presso strutture carcerarie per adulti".

Il ciclone Fanpage: i clan Cimmino e Bidognetti puntavano a infiltrarsi nella Sma Campania

I clan Cimmino e Bidognetti puntavano alla Sma, l'azienda della Regione Campania che si occupa di bonifiche e smaltimento rifiuti. Questo e' quanto emerge dall'indagine della Dda di Napoli che parte da 'lontano' e ha avuto un'accelerata dopo l'inchiesta di Fanpage.it che proprio questa mattina ha pubblicato il primo dei sette video nei quali si racconta del nuovo sistema di smaltimento illeciti di rifiuti in Campania. Sono dodici gli indagati, tra i quali Roberto, figlio secondogenito del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e il consigliere regionale Luciano Passariello, candidato nella lista di Giorgia Meloni alle prossime elezioni. "Lucio Varriale nella sua qualita' di dirigente della regione Campania, Agostino Chiatto, come dipendente della Sma, la societa' in house per il risanamento ambientale, in concorso con Luciano Passariello, consigliere regionale della Campania, per disporre l'affidamento dell'appalto inerente lo smaltimento di fanghi riconducibili a una cordata di imprenditori suoi 'amici', concordavano il prezzo dell'offerta pubblica, cosi' da ricevere soldi anche per finanziare la campagna elettorale di Passariello. Il tutto aggravato dalle finalita' mafiose, perche' c'erano gli interessi del clan Cimmino del Vomero e dei Casalesi", si legge nel decreto di perquisizione che ipotizza reati di concorso in corruzione aggravata dall'aver agevolato un clan. "Un sistema di connivenze tra dirigenti, funzionari delle piu' importanti strutture sanitarie di Napoli e alcuni esponenti della criminalita' organizzata, che attraverso societa' fittizie si sono aggiudicati bandi di gara per i servizi ospedalieri - scrivono i magistrati - nel dettaglio e' stato intercettato Andrea Basile, ritenuto al vertice del clan della camorra del Vomero, zona collinare di Napoli (i Cimmino, ndr.). Suo braccio destro era Giovanni Caruson, il quale era un intermediario del suo referente criminale e anello di congiunzione con altri imprenditori. Tutto per riuscire a pilotare le gare di appalto. Il suo obiettivo era la Sma e gli appalti per la bonifica. L'altro clan interessato era il clan Bidognetti rappresentato da Giuseppe Cristofaro, ergastolano recluso al carcere duro". Subentra poi "Lucio Varriale che era il contatto diretto di Caruson e persona consapevole dell'appartenenza di quest'ultimo alla camorra, in nome e per conto di Luciano Passariello considerato il dominus della Sma".

Nunzio Perrella, un ex camorrista ed ex collaboratore di giustizia, che negli anni Novanta diede un forte contributo a indagini sul traffico di rifiuti, fingendosi imprenditore ("signor Varotto") e accompagnato da un reporter con una telecamera nascosta ha contattato una serie di esponenti politici proponendo tangenti in cambio di appalti. Tra i politici contattati, anche Roberto De Luca. Perrella avvicino' De Luca attraverso un commercialista amico dell'assessore, Francesco Colletta. Durante un primo incontro con Colletta si disse interessato a un appalto per lo smaltimento delle ecoballe, poi successivamente si vide di persona con De Luca jr, poi un ultimo incontro con il presunto intermediario dove gli sarebbe stata comunicata la richiesta di una percentuale sull'affare. Gli inquirenti della procura di Napoli hanno acquisito i video ed indagato il direttore e un cronista di Fanpage per istigazione alla corruzione. Ora sono al lavoro per approfondire questo e l'altro versante dell'inchiesta, che ha coinvolto il consigliere regionale Luciano Passariello, candidato alla Camera alle prossime elezioni, indagato per corruzione aggravata dall'articolo 7 e finanziamento illecito dei partiti in relazione a un appalto della Sma, societa' in house della Regione Campania per la tutela dell'ambiente, al quale era interessata una cordata di imprenditori ritenuti legati a un clan della camorra. Indagini coordinate dal procuratore Giovanni Melillo, dall'aggiunto Giuseppe Borrelli, e dai pm Celeste Carrano, Henry John Woodcock, Sergio Amato, Ilaria Sasso del Verme e Ivana Fulco. I video di Fanpage da esaminare sono complessivamente 7 per 900 ore di immagini. Immagini che mostrano anche un 'pizzino' con le cifre delle tangenti da pagare a politici e dirigenti Sma consegnato da un presunto braccio destro del consigliere Passariello all'ex boss Perrella, l "agente provocatore". Il direttore del quotidiano online, Francesco Piccinini, con il suo reporter Sasha Biazzo, sono i due giornalisti indagati. Piccinini, nel corso di una conferenza stampa, ha sottolineato i pericoli a cui lui e Biazzo sono stati e sono tuttora esposti per documentare la vicenda. "Ho dovuto imparare a nascondermi, - ha detto Biazzo - per infiltrarmi con Nunzio facevo il suo autista, il suo factotum". Domani si svolgera' l'assemblea di Sma Campania con la revoca e la sostituzione del consigliere delegato, Lorenzo Di Domenico che in una nota sostiene che le immagini diffuse in queste ore "sono state montate ad arte" mentre il consigliere regionale Luciano Passariello sottolinea che da domani torna a fare campagna elettorale "a testa alta, come ho fatto fino ad oggi".

 

Inchiesta Sma, Roberto De Luca: "Si faccia luce a 360 gradi, non intendo essere confuse con altri coinvolti"

Napoli. "Piena fiducia nel lavoro della magistratura", e "assoluta tranquillità". Roberto De Luca, figlio secondogenito del Presidente della Campania, affida a una nota diffusa dal suo legale Andrea Cataldo, la sua difesa, dopo la perquisizione nella sua abitazione e nel suo studio di commercialista a Salerno disposta dai pm di Napoli che indagano su vicende legate agli appalti della Sma. "Sono interessato allo sviluppo rapido e a 360 gradi dell'azione giudiziaria - aggiunge - non intendo fra l'altro essere confuso con altre persone coinvolte a qualunque titolo in questa vicenda. Dunque prosegua l'accertamento dei fatti senza guardare in faccia a nessuno e venga chiarito ogni aspetto della vicenda. Non aggiungo altro per l'elementare doveroso rispetto per il lavoro che sta svolgendo all'autorità giudiziaria. Sono certo che tutto sarà chiarito rispetto a questioni con le quali non c'entro assolutamente nulla e che sono tra l'altro sotto il controllo dell'Autorità anticorruzione a tutela delle esigenze di trasparenza e correttezza. Mi auguro ora che si ponga termine ad attacchi politici e personali strumentali violenti al di fuori di ogni regola di semplice civiltà".
Le indagini della Procura di Napoli "consentiranno di chiarire in tempi rapidi l'assoluta estraneità del mio assistito ai fatti contestati e derivanti da una peraltro ambigua e provocatoria attività di interferenza illecita nella sua vita privata e professionale". Ha detto l'avvocato Andrea Castaldo, difensore di Roberto De Luca."Quale difensore di Roberto De Luca preciso che per un doveroso rispetto del lavoro degli organi inquirenti non è possibile fornire ulteriori informazioni".

Napoli: Albiol ok, Milik pronto

Dopo il ko di coppa, sotto con il campionato, cioè con la sfida casalinga di domenica pomeriggio con la Spal di Semplici. Prima di scendere in campo per la seduta di lavoro, azzurri tenuti a rapporto da un Sarri per nulla soddisfatto dei contenuti della prestazione con il Lipsia. Bollettino medico di giornata: Chiriches sta proseguendo la terapia del recupero,  Albiol sara' già disponibile per domenica, da decifrare Milik con  Sarri aspetta che l'attaccante polacco gli dica di sì per  uno spezzone di partita.  Domani gli azzurri torneranno al lavoro per una rifinitura pomeridiana, poi resteranno in ritiro. Probabile formazione (4-3-3): Reina; Mario Rui, Albiol, Coulibaly, Hysaj; Allan, Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne.

Coppa Italia Eccellenza. Savoia - Nola 5 - 3 dcr: la fotogallery del match

Vince ai rigori il Savoia di mister Fabiano che, nella finale di Coppa Italia Eccellenza disputatasi al Torre di Pagani, supera il Nola per 5 - 3 dopo i calci di rigore (1 - 1 al termine dei 90' regolamentari).
Di Riccio il rigore decisivo che permette agli oplontini di aggiudicarsi un trofeo che mancava da ben 6 anni a Torre Annunziata.
Di seguito le foto del match realizzate da Pasquale Di Capua.

Benevento: vietato sbagliare col Crotone

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Tutti lo sanno e De Zerbi l'ha ribadito più volte durante la settimana. Si tratta della sfida che può tenere accesa l'ultima fiammella di speranza per raggiungere la salvezza, a patto ovviamente di accaparrarsi i tre punti contro un Crotone in salute. De Zerbi in queste ore sta sciogliendo gli ultimi dubbi sulla formazione da schierare all'inizio. In avanti il tecnico dei giallorossi ha tutto il cast a disposizione e quindi dopo aver utilizzato Guilherme come falso centravanti dovrebbe passare a scelte più idonee e naturali. Coda, Diabate' e Iemmello scalpitano per una maglia. Probabile formazione (4-3-3): Puggioni; Letizia, Djmsiti, Costa, Venuti; Viola, Sandro, Djuricic; Guilherme, Coda, D'Alessandro.

Clamoroso: quelli del Wba rubano un taxi

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Quattro giocatori del West Bromwich Albion, squadra all'ultimo posto della Premier League inglese, sono stati denunciati, e ora sono sotto inchiesta da parte della polizia locale, per aver rubato un taxi a Barcellona. Il West Brom si trova in Catalogna per un miniritiro di una settimana e i quattro sono stati condotti dalle forze dell'ordine davanti a un giudice dopo la denuncia di un tassista rimasto senza veicolo all'alba di ieri. Il club ha confermato l'accaduto, senza fornire le generalita' dei suoi quattro calciatori. Tutto si e' comunque svolto, ha detto invece la polizia, senza che si verificassero episodi di violenza.

Inchiesta Sma, la giunta regionale revoca il consigliere. I Cinque Stelle attaccano il Pd

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+"In coerenza con la linea di assoluto rigore con cui la Regione Campania attua le proprie azioni nella gestione del ciclo dei rifiuti, alla base anche del Protocollo di legalità con l'Anac, domani alle 12 presso la sede della Regione in via Santa Lucia, si terrà l'assemblea del socio unico della società SMA Campania per la revoca e sostituzione del consigliere delegato". Lo annuncia, con una nota, il vice presidente e assessore all'Ambiente Fulvio Bonavitacola. Il consigliere delegato della Sma Campania, Lorenzo Di Domenico, è indagato nell'inchiesta della Procura di Napoli su presunti casi di corruzione legati al trasporto e allo smaltimento dei rifiuti. "Alla luce delle dichiarazioni rilasciate agli organi di informazione da Agostino Chiatto, che chiarisce la mia totale estraneità a quanto accaduto ed emerso in queste ore dalla video inchiesta di Fanpage.it, cosa che tra l'altro ho ribadito fin dall'inizio,. credo di non dovere aggiungere altro ma soltanto tornare a fare la campagna elettorale a testa alta come ho fatto fino ad oggi". E' quanto si legge in una nota del consigliere regionale e candidato di Fratelli d'Italia Luciano Passariello. red Il coinvolgimento di Roberto De Luca, assessore del Comune di Salerno e figlio del governatore campano Vincenzo coinvolto nell'inchiesta della procura di Napoli su corruzione e finanziamento illecito ai partiti nel settore dello smaltimento dei rifiuti, scatena il fuoco nemico contro il Pd, partito in cui milita Vincenzo e l'altro figlio, Piero, che è candidato alla Camera per le prossime elezioni. Ma non solo, perché nella stessa inchiesta, coordinata dal procuratore capo Giovanni Melillo e dal procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli, risultano indagati anche il consigliere regionale Luciano Passariello di Fratelli d'Italia, candidato alla Camera nel collegio di Secondigliano, e un uomo della destra partenopea, Agostino Chiatto, oggi dipendente della Sma, società in house della Regione sotto inchiesta. Sotto la lente di ingrandimento dello Sco e la polizia di Napoli, guidati dal capo Giovanni Melillo e il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli ci sarebbero almeno una decina di indagati: uno è il direttore di Fanpage, Francesco Piccinini. La testata ha realizzato una videoinchiesta in cui un'ex camorrista finge di rientrare nel business dei rifiuti. Ieri la procura ha sequestrato i video, ma il primo - in totale sono sette - è stato ugualmente pubblicato oggi. Nelle immagini l'infiltrato Nunzio Perrella incontra Chiatto - dopo una prima riunione con Luciano Di Domenico, amministratore della Sma - e scrive su un foglietto le percentuali delle tangenti da pagare per politici e dirigenti Sma. Un milione di euro al mese l'affare dello smaltimento rifiuti, ai politici ne vanno 170mila euro. Di Domenico si difende in una nota: "In qualità di consigliere delegato di Sma Campania era ed è mio dovere trovare soluzioni che scongiurino un disastro ambientale - rivendica - A chiunque mi abbia prospettato un minimo di possibilità ho sempre detto di farsi avanti. Il signor Varotto è soltanto una di questi". E accusa di aver tagliato "ad arte" il video "per far emergere qualcosa di mistificato e totalmente diverso dalla realtà dei fatti. Dopo quell'incontro non ho mai più visto tale personaggio né avuto contatti telefonici", assicura. Nel frattempo però domani è stata convocata l'assemblea di Sma - ha fatto sapere il vicepresidente e assessore all'ambiente Fulvio Bonavitacola - per la revoca e sostituzione del consigliere delegato."Abbiamo assistito a delle sceneggiature che erano impensabili: camorristi, ex camorristi, non ho capito bene, assoldati per fare grandi operazioni di intelligence, da servizi segreti - ironizza a Lira Tv Vincenzo De Luca - Mi ricorda un po' il clima di due anni e mezzo fa quando alla vigilia della campagna elettorale venne fuori una lista di impresentabili e io avevo un ruolo d'onore. Ci sarebbe da domandarsi, di quella lista, cosa è successo dopo la campagna elettorale?". Ma la bufera contro il Pd non si placa, anzi. "Mi preoccupa una politica disponibile a lucrare su attività che danneggiano i cittadini come lo smaltimento dei rifiuti e l'imbarazzante silenzio di Matteo Renzi e del suo Partito", attacca il leader di LeU Pietro Grasso. Ma ancora più duro è il M5s. "Dopo essersi strappato le vesti per le nostre donazioni, ci saremmo aspettati, quantomeno, una presa di distanza del segreterio dem dai presunti mariuoli del suo partito, sui quali pendono accuse gravissime - dicono i capigruppo di Camera e Senato Matteo Mantero e Vilma Moronese - Forse Renzi è in imbarazzo perché la lista degli esponenti dem coinvolti in gravi vicende giudiziarie si allunga e, ormai, gli impresentabili sono di casa nel Pd". Roberto Fico dice di non essere "sorpreso" nel "vedere accostati certi fenomeni a certi partiti, e attendo di capire come affronterà questa vicenda Giorgia Meloni, la cui lista è capeggiata a Napoli proprio da Passariello, che è anche candidato di tutto il centrodestra nel collegio uninominale di Napoli Ponticelli; come la affronteranno il Pd e Vincenzo De Luca, dal momento che Roberto De Luca è attualmente assessore al bilancio del Comune di Salerno". E Paola Nugnes annuncia che "solleciterò il mio gruppo politico affinchè promuova la sfiducia a De Luca".

Migranti: richiedente asilo tenta aggredire il direttore del Centro di Terzigno

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Un migrante richiedente asilo originario del Gambia, ha tentato di aggredire il direttore del centro di accoglienza per migranti Villa Angela di Terzigno,  me e' stato bloccato dagli altri migranti che anno assistito alla scena. A intervenire sono stati poi i carabinieri del nucleo operativo e Radiomobile di Torre Annunziata che lo hanno fermato. A quanto pare a scatenare l'uomo sarebbe stato il timore di un imminente allontanamento dall'Italia a causa di presunte condotte violente. "Per fortuna - commenta il direttore del centro di accoglienza, Massimo Esposito - casi del genere si verificano raramente, pur essendo questo un segnale preoccupante. La burocrazia puo' creare parecchi problemi alla gestione di una realta' cosi' complessa che, invece, richiede buon senso e rapidita' di azione''. "Sono grato alle forze dell'ordine - aggiunge - e agli ospiti di Villa Angela che si sono subito mobilitati per bloccare l'esagitato, dimostrando di comprendere i sacrifici che portiamo avanti per assicurare ad ognuno una prospettiva di vita serena e dignitosa. Il nostro lavoro va avanti con la stessa determinazione e passione civile di sempre".

Arrestato a Battipaglia cittadino nigeriano per resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale

Questa mattina, alle ore 11.00 circa, personale della Polizia di Stato appartenente al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Battipaglia è intervenuto presso un centro di accoglienza per immigrati ubicato in quel territorio comunale a seguito della segnalazione della presenza di un cittadino nigeriano che stava dando in escandescenza e minacciava il personale della struttura per protesta contro la mancata concessione dell’asilo politico e perché non gli veniva consentito di accedere al centro.
Giunti sul posto gli agenti hanno individuato l’extracomunitario, identificato per I. A., nigeriano di anni 26, sbarcato in Italia, a Lampedusa, nel 2016, già noto alle forze dell’ordine per aver preso parte a disordini avvenuti nel marzo 2017 presso la stessa struttura e per tale motivo allontanato.
Lo straniero, in evidente stato di agitazione, alla vista dei poliziotti ha iniziato ad inveire contro
di loro aggredendoli e colpendoli, tanto da causargli lievi lesioni, ma ben presto è stato bloccato
e tratto in arresto per oltraggio, resistenza, violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale, nonché per il
rifiuto di fornire le sue generalità.
L’arrestato è stato poi condotto presso il carcere di Salerno – Fuorni e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per essere sottoposto, domani mattina, a rito direttissimo.

Bucatino vittima di bulli a Sarno e Pompei si sfoga a “Pomeriggio 5”

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Deriso per il suo aspetto fisico, perseguitato e infine spruzzato con le bombolette schiuma spray di Carnevale: protagonista Francesco Nozzolino meglio conosciuto nel mondo della televisione con il nome d’arte di “Bucatino”. Il simpatico giovanotto dalla mole imponete è rimasto vittima di un gruppo di ragazzi in Piazza 5 Maggio Domenica 11 febbraio. Insulti, sfottò, offese, hanno accompagnato la passeggiata di Francesco che insieme al padre andava a prendere il treno della Circumvesuviana. Uno scherzo tipico del periodo si dirà ma che ha provocato profonda indignazione nel giovane sarnese oggetto purtroppo anche nei giorni a seguire di altri insulti omofobi all’uscita della stazione dei treni di Pompei. La vicenda oggi è stata al centro di un dibattito nel salotto pomeridiano della trasmissione condotta da Barbara D’Urso “Pomeriggio 5”. Bucatino vestito di rosa affiancato dal papà ha espresso parole di sconforto in merito all’atteggiamento degli adolescenti  ma sarebbe pronto a ricevere le scuse qualora fossero propensi a farle.

'The end (fine)Tutto ha una fine nulla dura in eterno', lo sconvolgente post di Salvio che annunciava il suicidio

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"THE END ( fine ) Tutto ha una fine nulla dura in eterno". Inizia così lo sconvolgente post di addio di Salvatore Avellino Salvio. Il 43 enne di Casoria trovato morto suicida alla periferia di Orta di Atella in provincia di Casoria. Era nella sua auto , una Peugeot di colore grigio e con una lucidità estrema fino alla fine come il suo post di addio ha dato fuoco alla macchina e si è lasciato ardere vivo. I vigili del fuoco ieri in mattinata era arrivati sul posto per spegnere le fiamme ma ben presto si sono resi conto che vi era qualcuno all'interno. Sono stati poi i carabinieri a risalire alla sua identità dopo che qualcuno aveva avvertito familiari e forze dell'ordine delle volontà dell'estremo gesto da parte di salvatore. Il post sul suo profilo facebook era delle 4,25 di notte. E scriveva: "Non chiedo comprensione a nessuno ne voglio giustificare il mio gesto, come ogni decisione che si prende ha le sue motivazioni. La mia scaturisce dalla completa sconfitta che mi sono procurato nella mia vita, ho commesso tanti errori, ho creduto di stare nel giusto quando vivevo nello sbaglio, non ho avuto rispetto per me stesso ne per gli altri e..... ancora errori giudicati dagli altri. Tante cose più o meno importanti prese con tanta leggerezza. Come tante cose pensate e fatte con il cuore rovinate con il mio comportamento sbagliato distruggendo ogni evento. Sicuramente il mio comportamento è stato la causa della mia distruzione che giorno dopo giorno mi ha isolato da tutti.
Oggi mi ritrovo con nulla, sia in me che intorno a me. Il vuoto che mi circonda non può essere più riempito, la colpa è tutta mia.
Non ho più nulla. Anche se con tanto ritardo chiedo SCUSA a tutti coloro che ho ho fatto soffrire.
La cosa più bella e importante della mia vita è stato generare i miei due figli, Giuseppe e Alessandra, ai quali non ho dimostrato nulla meritandomi un’altra sconfitta. Chiedo perdono a loro che non hanno nessuna colpa.
Salvio". Sono centinaia i commenti di parenti, amici e conoscenti, tutti sconvolti dalla notizia. In tanti lo invitavano a desistere. Ma Salvio aveva già deciso, non poteva ne vederli ne ascoltarli. Era già nell'aldilà alla ricerca di quella serenità che in terra non aveva più.

 

 

Napoli. Colti in flagranza mentre rubavano derrate alimentari

Ieri pomeriggio, durante un servizio di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati predatori, i poliziotti della Squadra Mobile, sezione “Falchi”, hanno arrestato Giuseppe Ruggiero , di anni 49 e Luigi Pagano di anni 48, entrambi con pregiudizi di polizia, per il reato di furto aggravato in concorso. Gli agenti mentre stavano percorrendo via Riviera di Chiaia, nei pressi di un ristorante della zona, hanno notato due persone che stavano scaricando , da un furgone di trasporti di derrate alimentare, alcuni scatoloni, mettendoli in modo frettoloso all’interno di una vettura di colore grigio. Le due pattuglie dei falchi, insospettiti, dopo aver effettuato un breve servizio di appostamento, hanno deciso di dividersi: una pattuglia ha seguito e bloccato la vettura in piazza Vittoria mentre l’altra è riuscita a contattare l’autista del furgone, il quale ha constato segni di forzatura al portellone dell’autocarro e l’ammanco di scatole di generi alimentari.
I poliziotti hanno consegnato la merce ritrovata all’autista del furgone.
Gli arrestati, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria e dopo il processo avvenuto stamani, con rito per direttissima, sono stati condannati alla pena di 1 anno e 7 mesi agli arresti domiciliari.

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