Capua. II 15 novembre 2018, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Capua, a seguito di attività investigativa diretta da questa Procura della Repubblica, hanno eseguito un fermo ed associato alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, E. A. 73enne e S.I. 34enne, ritenuti responsabili, in concorso, dei reati aggravati e continuati di atti persecutori, violenza privata, lesioni personali e tentata violenza sessuale.
La misura è scaturita a conclusione di una breve, ma intensa, indagine, avviata all’inizio del corrente mese, a seguito di denuncia sporta da una donna – con la quale E.A. aveva avuto una relazione sentimentale -, che permetteva di acquisire inconfutabili elementi dimostrativi di una reiterata attività persecutoria svolta dallo stesso, con l’aiuto di SI., nei confronti della donna; gli indagati ponevano in essere una serie di comportamenti violenti, minacciosi e molesti, oltre ad un tentativo di violenza sessuale (in tal caso il solo E.A.), cagionando alla vittima un grave stato di ansia, paura e sofferenza, incompatibili con le normali condizioni di vita, così costringendola a modificare le proprie abitudini quotidiane ed a trasferirsi in altra dimora.
All’atto del fermo, presso l’abitazione dell'uomo, venivano rinvenute e sottoposte a sequestro una baionetta per fucile Mauser e una pistola semiautomatica a salve, senza tappo rosso, utilizzate dai soggetti per le condotte minatorie. Nella giornata odierna, l’ufficio del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, condividendo pienamente le risultanze investigative, disponeva la prosecuzione della custodia in carcere nei confronti di entrambi i soggetti.
E' stato il primo strappo vero e proprio, quello che per 48 ore ha visto lo scontro sugli inceneritori in Campania. E a vincerlo è stato Luigi Di Maio. Perchè il protocollo firmato ieri a Caserta non prevede la costruzione di termovalorizzatori o quant'altro. La faccia scura con cui Matteo Salvini avrebbe lasciato la prefettura del capoluogo campano senza partecipare alla conferenza stampa finale, la dice tutta sui rapporti tesi tra le due forze di governo e sulla tensione che si sta accumulando in vista della approvazione del Decreto Sicurezza, che è l'architrave del programma di governo leghista e sul quale diversi senatori 5 Stelle di sono già detti pronti ad alzare le barricate.
Tra l'altro, ieri lo stesso premier Giuseppe Conte, nel tentativo di raffreddare gli animi, ha chiamato Salvini per dirgli, come riporta Il Corriere della Sera, che "se cominciamo a mettere in discussione il contratto, è finito tutto". Una frase che è un avvertimento ma anche una precisazione, di dove si collochi politicamente e con chi Conte: di certo, non dalla parte di Salvini.
Da sempre Napoli è conosciuta come una città dalle mille sfaccettature, caratterizzata da una cultura ampia e articolata in cui trovano spazio le eredità di numerosi popoli. Anche quando si parla di passatempi, la città partenopea ha molto da raccontare: dalle carte alla tombola, sono tanti i giochi che qui hanno trovato terreno fertile sia tra i ceti popolari che nell'alta società. Scopriamoli insieme in quest'articolo.
Le carte napoletane, una tradizione ormai diffusa in tutta Italia
Sebbene in molte zone d'Italia siano state sviluppate carte da gioco legate al territorio, come quelle sarde, viterbesi, piemontesi o triestine, le carte napoletane rappresentano uno degli esempi di giochi tradizionali maggiormente conosciuti a livello nazionale. Utilizzabili per un'ampia scelta di passatempi da praticare sia da soli che in compagnia, dalla classica scopa al tressette, fino alla briscola e al sette e mezzo, le carte napoletane sono ormai compagne di tante avventure non solo nella città partenopea. Che sia al bar o durante le feste di Natale in famiglia, è praticamente impossibile non lasciarsi trascinare dalla passione che contraddistingue questi giochi, dando vita a intensi e divertenti tornei tra amici e parenti.
Così come per le carte francesi, anche le carte napoletane presentano quattro "semi", che in questo caso però sono coppe, bastoni, spade e denari, presenti anche nei mazzi di carte di altre regioni centro-meridionali. Per ogni seme abbiamo dieci carte, sette numerate e le ultime tre identificate da una figura (fante, cavaliere e re) per un totale di 40 carte. Osservando con attenzione le carte napoletane, è interessante notare alcune particolarità, come il fatto che le figure siano ritratte in abiti ottocenteschi, epoca di elaborazione delle stesse, e che il fante abbia lineamenti femminili, tanto da essere chiamato in gergo "la donna".
Cosa rappresenta invece la maschera al centro del tre di bastoni? Si tratta del "gatto mammone", una figura popolare utilizzata a mo' di spauracchio.
La Tombola, un grande classico dei giochi napoletani
Tra i giochi più amati dai napoletani è impossibile non citare la Tombola, una vera e propria "istituzione" in ambito familiare presto trasformatasi in un patrimonio dell'intero Regno Borbonico. 90 numeri chiusi in un "panariello" di vimini e una serie di cartelle sulle quali contrassegnare quelli estratti, a caccia di premi sempre più alti, dall'ambo alla cinquina e alla tombola: queste le semplici regole di un gioco che ha finito per legarsi in maniera indissolubile alla superstizione di un'intera popolazione. Accade così che a ogni numero, come da tradizione della Smorfia, venga associato un significato specifico e che molti di questi celino un rapporto positivo o negativo tra uomini e numeri. Basti pensare al famigerato 17, legato alla "disgrazia", o al 16, viceversa connesso al "colpo di fortuna" che qui viene identificato con il "deretano", numeri che in altre culture possono avere anche significati completamente opposti. Non è raro infatti incontrare interpretazioni sui numeridiverse da nazione a nazione, come avviene ad esempio per il numero 8, considerato fortunato dai cinesi ma nefasto per gli indiani.
Curioso è l'episodio che porta alla nascita del gioco della Tombola, quando re Carlo III di Borbone si trovò a scontrarsi con il frate domenicano Gregorio Maria Rocco, il quale si batteva contro l'amoralità del gioco del Lotto. La diatriba si concluse con una sorta di accordo, che portò a vietare le estrazioni solo durante il periodo natalizio, un momento da dedicare alla preghiera e alla devozione. I napoletani, però, tenendo fede alla loro creatività, escogitarono un loro sistema per non rinunciare al divertimento delle estrazioni e crearono così proprio la Tombola, un nuovo gioco da praticare in famiglia proprio durante le feste di Natale.
Il Lotto, un appuntamento periodico con i numeri
Come visto, la Tombola non è altro che un'evoluzione del gioco del Lotto, un vero e proprio classico della tradizione napoletana e italiana. Comunemente associato alla città di Napoli, il Lotto nacque a Genova dall'usanza di scommettere illegalmente su quali sarebbero state le 5 persone elette come membri dei Serenissimi Collegi della repubblica genovese su una rosa di 120 candidati, successivamente diminuiti a 90. Ostacolato dalla Chiesa e dalle autorità, il gioco conobbe un tale successo da essere infine legalizzato per aumentare i profitti dello Stato.
Portato a Napoli verso la fine del '600, il Lotto fu qui gestito da privati fino al 1735 e legalmente riconosciuto dai Borboni, che addirittura ne presero le difese quando il su citato frate Gregorio Maria Rocco cercò di combatterlo in quanto ritenuto immorale. Ormai entrato nel dna di una popolazione da sempre appassionata al gioco in tutte le su forme, il Lotto è oggi considerato un vero e proprio simbolo della città di Napoli, della quale ne è diventato un patrimonio "adottivo".
Sinco, una Tombola in chiave moderna che appassiona tutti
Da una sorta di mix tra le caratteristiche base della Tombola, il Bingo americano e i giochi basati sulle carte napoletane, nasce negli anni '80 il Sinco, un gioco che ovviamente non può essere considerato una tradizione secolare della città di Napoli, ma che in pochi anni ha finito per appassionare persone di tutte le età, in particolare in occasione delle festività natalizie e delle grandi riunioni familiari. Il Sinco, che prende il nome semplicemente da "Cinco", ossia cinque in spagnolo, nasce da un'idea del commerciante napoletano Emilio Salvatore, che pensò di sostituire i numeri utilizzati nella Tombola e nel Bingo con le carte napoletane.
Il gioco si compone in sostanza di un cartellone e di 10 cartelle, su ciascuna delle quali sono riportate 25 carte napoletane. Il banco chiama le carte che vengono man mano estratte e ciascun giocatore provvede a segnare quelle presenti sulla propria cartella. Ogni qual volta un giocatore completa una delle combinazioni disegnate sulla cartella (ossia Centro, Poker, Angolo, Sinco e Rombo) vince il premio corrispondente, proprio come accade con ambo, terno, quaterna, cinquina e tombola.
Pallamaglio e strummolo, i giochi tipici dei vicoli napoletani
I napoletani hanno sempre avuto un legame intenso con la propria città, vivendone ogni angolo e ogni strada più di quanto non si possa fare con la propria casa. È proprio in un contesto così dinamico, allegro e fondato sul rapporto tra gli individui che si diffondono due giochi "da strada", il pallamaglio e lo strummolo.
Il pallamaglio può essere considerato un predecessore di sport come il golf e il polo: in questo gioco, attraverso una mazza caratterizzata da una testa a martello bisognava colpire una palla di legno (o comunque di materiale duro) cercando di farle seguire un percorso prestabilito. Lo strummolo, invece, può essere assimilato alla classica trottola, e può essere descritto come un cono in legno da lanciare, tirando una "funicella", per farlo roteare il più possibile sulla sua punta in ferro. Compagno di vita di tantissime persone nei secoli scorsi, lo strummolo è un oggetto "misterioso" per gran parte dei giovani d'oggi, che purtroppo ne ignorano storia e caratteristiche.
Per un popolo allegro e conviviale come quello napoletano, l'arte del gioco è dunque qualcosa di insito nella natura stessa degli individui, un modo per allontanare paure e difficoltà e per condividere con gli altri, sia in famiglia che fuori, i momenti di divertimento e gioia. Nonostante le avversità che la vita può riservare, Napoli e i napoletani trovano sempre lo spazio per un sorriso e quest'antico amore per il gioco in ogni sua forma non ne è che una prova evidente.
I Carabinieri della Stazione di Palma Campania hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal GIP di Nola su richiesta della locale Procura dopo indagini dell’Arma. Arrestato e portato a Poggioreale Michele Pizza, un 20enne di San Giuseppe Vesuviano già noto alle forze dell'ordine che nel corso delle indagini dei carabinieri di Palma Campania è stato individuato come il complice di Costantino Prisco, il 21enne che era stato sottoposto a fermo d’indiziato di delitto subito dopo 2 rapine ai danni di altrettanti cittadini bengalesi denunciate e avvenute a settembre.
In entrambi i casi i malfattori avevano avvicinato le vittime in sella a un ciclomotore e dopo averle spinte e fatte cadere a terra (procurando loro contusioni giudicate guaribili in 5 giorni) le avevano depredate di borselli contenenti denaro ed effetti personali.
Perquisizioni eseguite nel corso delle indagini, inoltre, avevano portato al rinvenimento in casa di Prisco di olio per lubrificare armi, una pistola replica di semiautomatica simile a quelle in dotazione alle forze dell'ordine, 47 cartucce calibro 7,65 e 2 passamontagna nonché di orologi, centraline e chiavi scodificate per autovetture. L’arrestato è stato rinchiuso a Poggioreale. Prisco rimane in custodia carceraria disposta da subito dopo la convalida del fermo.
Camorra: pizzo al ditta incaricata della raccolta dei rifiuti nel napoletano. Carabinieri eseguono 5 ordinanze chieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli
All’alba di oggi, nella provincia di Napoli e presso le carceri di Udine e Terni, militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della locale D.D.A., nei confronti di 5 indagati, tutti affiliati al clan Moccia, egemone su Afragola, Casoria e comuni limitrofi, e ritenuti a vario titolo responsabili di tentata estorsione continuata, porto abusivo di arma da fuoco e danneggiamento seguito da incendio, tutte condotte aggravate dal metodo mafioso.
L’articolata attività investigativa, coordinata dalla D.D.A di Napoli, consentiva di delineare le responsabilità di un gruppo, articolazione del clan Moccia, facente capo a PUZIO Michele detto “Occione” e CIMINI Domenico detto o prevete , composto da quest’ultimo, PUZIO Giuseppe, detto “O’ boia”, CARRESE Pasquale, detto “Lino a quercia”, VIRTUOSI Antonio, detto “”O’ gemello” , in ordine ad un raid incendiario contro la ditta “Go Service SCARL”, aggiudicataria dell’appalto della raccolta dei rifiuti solidi urbani nel comune di Afragola, al fine di costringere il titolare al pagamento della tangente al predetto clan.
L’atto intimidatorio veniva perpetrato l’11 agosto 2017, dopo l’ennesimo tentativo estorsivo non accolto dal titolare della predetta società, allorché tre esponenti del sodalizio – sulla scorta di precise disposizioni impartite dai vertici della compagine – irrompevano nell’area di stazionamento dei mezzi della ditta e, dopo aver intimato sotto la minaccia delle armi agli autisti di scendere dai veicoli, appiccavano il fuoco ad un autocompattatore, per poi dileguarsi.
Gli arrestati sono stati associati alla Casa Circondariale di Napoli – Secondigliano, ad eccezione di CIMINI e PUZIO Michele che già si trovano ristretti negli istituti penitenziari di Terni (TR) e Tolmezzo (UD).
Grande attesa per il nuovo spettacolo di Carlo Buccirosso. Giovedì 6 dicembre, alle ore 20.45, al Teatro Italia di Acerra, il bravo e simpatico attore napoletano presenterà il suo nuovo spettacolo "Colpo di scena", un thriller scritto e diretto dallo stesso Buccirosso. Nella commedia, un cast formato da attori eccezionali come Gino Monteleone, Gennaro Silvestro, Peppe Miale, Monica Assante di Tatisso, Elvira Zingone, Claudiafederica Petrella, Giordano Bassetti, Fiorella Zullo, Matteo Tugnoli.
La commedia è ambientata all'interno di un classico commissariato di provincia, dove il vice questore Armando Piscitelli, conduce da sempre il proprio lavoro nel rispetto del più integerrimo rigore. Nell’ufficio del paladino Armando: dall’inossidabile tartassato ispettore Murolo, ai giovani agenti rampanti Varriale, Di Nardo e Farina, all’esperta rassicurante sovrintendente Signorelli. una sorta di cavalieri della tavola rotonda, attorno alla quale si aggirano le insidie quotidiane della delinquenza spicciola, a difesa del quale il vice questore si vedrà costretto all’inevitabile sacrificio di un capro espiatorio a lui tristemente noto, tale Michele Donnarumma, vittima predestinata, agnello feroce dall’aspetto inquietante, che sconvolgerà la salda religione di Piscitelli.
Solo allora, il paladino Armando per la prima volta nella sua vita, cercherà conforto nel tepore degli affetti familiari, trovando così rifugio tra le mura sicure della propria casa di montagna, dove ad attenderlo con ansia ci saranno suo padre Marcello, ex colonnello dell’esercito affetto da Alzheimer, Gina la sua bisbetica badante rumena, e la suadente professoressa Cuccurullo, che con stravagante follia contribuiranno a far vacillare definitivamente le sicurezze di Piscitelli.
Neppure il tepore di un sicuro nascondiglio di montagna però potrà sottrarre lo spettatore,ed il povero vice questore, dal più classico ed imprevedibile, colpo di scena finale…
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Prosegue la campagna di sensibilizzazione “Questo non è amore”, promossa dalla Questura di Napoli e finalizzata alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere.L’iniziativa, diventata ormai un progetto a carattere permanente, vede impegnati gli specialisti delle varie branche della Polizia di Stato a bordo del “camper rosa”, che quest’anno staziona fuori gli istituti secondari per sensibilizzare i giovani sul tema della violenza di genere, purtroppo ancora dolorosamente attuale, e far conoscere gli strumenti a disposizione per combatterla.Gli incontri programmati all’interno e all’esterno di Istituti d’Istruzione Secondaria hanno il fine di favorire l’emersione della violenza di genere in ogni sua forma, affidandosi alle competenze e alla sensibilità degli operatori specializzati della Questura.
L’equipe multidisciplinare è composta in prevalenza da donne ed è formata da personale della Squadra Mobile, della Divisione Anticrimine, dell’Ufficio Denunce nonché da psicologi, che danno informazioni sugli strumenti di tutela e d’intervento in situazioni di violenza, consentendo, a chi volesse, di presentare denunce o di richiedere al Questore un ammonimento.I primi due incontri si sono svolti venerdì 16 novembre al liceo "Don Lorenzo Milani” di San Giovanni e lunedì 19 novembre al liceo “Genovesi” in piazza Piazza del Gesù: gli studenti, dopo avere incontrato la Polizia all’interno degli istituti, hanno trovato la stazione mobile della Polizia di Stato all'uscita della scuola, per chiedere altre informazioni e confrontarsi riservatamente con gli operatori presenti a bordo.Domani, mercoledì 21 novembre, l’equipe specializzata sarà all’Istituto Isis "Vittorio Veneto" di Scampia e venerdì all’Istituto “Sannino- De Cillis” di Ponticelli, dove si terrà un incontro con i giovani della scuola e con quelli di altre scuole limitrofe, che servirà anche per l’aggiornamento professionale degli operatori della Polizia di Stato deputati alla trattazione della materia.La mattina di domenica 25 novembre, “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, il camper Antiviolenza sarà in Via Toledo angolo Via Diaz, per informare, sensibilizzare, fornire assistenza e spingere a denunciare.Perché la Polizia di Stato vuole continuare ad essere in prima linea nel contrasto ad ogni forma di violenza e vuole favorire l’emersione della violenza “sommersa”.
Sabato 24 novembre (ore 21.00) in scena, al Salone Romano del Teatro Cimarosa di Aversa, nell'ambito della rassegna "L'ARTE AV(V)ERSA" organizzata dal Cimarosa e Musidantea 2.0, "Raccontando Eduardo" di e con Antonio Vitale. Uno spettacolo prodotto da Gruppo Teatro Studio. Ad affiancare sul palco Antonio Vitale, ci sarà il maestro Gigi Nigro. “Raccontando Eduardo” parte da uno studio approfondito sul teatro e sulla vita del grande drammaturgo partenopeo, Eduardo De Filippo e nel contempo con questo spettacolo in un atto si vuole rendere omaggio alla sua vasta opera. In scena ci sarà un’alternanza equilibrata di prosa, di poesia e di alcuni frammenti di vita dell’autore, attore e regista napoletano. La scelta di cercare di unire l’uomo di teatro con la persona non è stata casuale ma dettata dall’ esigenza di far conoscere prima di tutto un Eduardo lontano dalla sua immagine di drammaturgo “serioso”, che si può ammirare nei suoi capolavori quali “Filumena Marturano”, “Napoli Milionaria” e in tanti altri ancora e , in secondo luogo, svelare l’aspetto umano di un grande del teatro non solo napoletano ma mondiale. Lo spettatore intraprenderà un vero e proprio viaggio, nel quale riderà di gusto e nello stesso tempo proverà delle emozioni che gli daranno anche piccoli spunti di riflessione perché Eduardo, come tutti i grandi, attraverso le sue opere, resta e resterà sempre attuale.
Il costo del biglietto è di dieci euro.
Per informazione e prenotazioni: 081 89 08 143 - 334 100 9539.
Caserta. Questa mattina alcuni custodi della Reggia di Caserta hanno ritrovato parti del tetto sull’asfalto. Si tratterebbe di alcuni pezzi staccatisi dai fregi che decorano il capitello, cornicione che insiste sul tetto che si trova lato Scuola Aereonautica.
Al momento non sono presenti i Vigili del Fuoco ma l’area è delimitata per impedire il rischio di ulteriori crolli. Sicuramente la furia del temporale della scorsa notte avrà provocato questo ulteriore danneggiamento al cornicione. Preoccupata la direzione della Reggia che purtroppo non è nuova ad affrontare il “problema crolli”, già avvenuti in due occasioni, uno del 2017, altro appena due mesi fa.
Maddaloni. E’ morto dopo due settimane di ricovero nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Caserta il 25enne di Maddaloni rimase ferito gravemente in un drammatico incedente stradale nella notte tra il 24 ed il 25 ottobre scorso. Il ragazzo, V.M., finì fuori strada sull’Appia nella frazione di Montedecoro a Maddaloni mentre era a bordo della sua Fiat Marea, venendo sbalzato dal veicolo dopo lo schianto. Sul posto giunsero i carabinieri ed i vigili del fuoco che lo estrassero, mentre l’ambulanza lo accompagno in ospedale. Ma dopo due settimane di passione, questa sera il suo cuore ha smesso di battere. Le ferite riportate nello schianto sono risultate troppo gravi ed il suo fisico non ha retto.
Officina Milena - sede della casa editrice Milena Edizioni - ospita venerdì 23 novembre alle ore 18.00, Emma Fenu, autrice di punta, la più prolifica e venduta. L'autrice sarda, da diversi anni a Copenaghen, sarà in Italia per un tour di presentazioni legate ai suoi numerosi libri e arriverà finalmente in sede, nel cuore del centro storico di Caserta (Via San Carlo, 17) per incontrare i suoi lettori. Lo spazio casertano, che si propone come nuova realtà culturale sul territorio con la sua articolata proposta di corsi di editoria, workshop di scrittura creativa, presentazioni di libri e circoli di lettura, aprirà le porte alla sua autrice per un incontro speciale dedicato a tutte le sue opere targate Milena Edizioni. "Nero rosso di donna: l'ambiguità della femminilità" sarà un vero e proprio excursus all'interno dell'intera produzione editoriale di Emma Fenu per Milena Edizioni: da "Vite di Madri" fino alla saga familiare "Le Dee del miele" passando per l'albo illustrato dedicato alla nascita " E' da una fiaba che tutti nasciamo" al libro di narrativa per l'infanzia "Il segreto delle principesse" terminando poi con la sua ultima fatica letteraria, il saggio sull'iconica figura della Maddalena che dà il titolo all'incontro. Con l'autrice, a dar voce a questo incontro, ci sarà la book blogger e editor Viviana Calabria.
Non solo Paul Pogba. La Juventus in vista della prossima stagione guarda con interesse anche un altro giocatore del Manchester United: Marcus Rashford. Come riporta il 'Times' il ds bianconero Fabio Paratici ha inserito il giovane attaccante inglese nella lista degli obiettivi per l'estate. Il nazionale 21enne ha un contratto con i Red Devils in scadenza nel 2020, con la possibilità della società inglese di prolungare l'accordo per un anno.
L'ennesima polemica scoppiata tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio riguarda un tema ormai di endemica attualità in Campania: lo smaltimento dei rifiuti. E’ ancora nel ricordo di tutti la grave situazione che si generò qualche anno fa quando Napoli e molte altre cittadine campane furono invase da cumuli di immondizia che portarono nel mondo un’immagine della Campania tale da suscitare sconcerto fuori dai confini e vergogna dentro.
Fu sotto l'onda di questo scandalo di risonanza internazionale che si decise di costruire il termovalorizzatore di Acerra.
E ci fu bisogno dell'intervento dell'Esercito per presidiare il sito, messo sotto tiro dai soloni di turno, capaci di innescare terrorismo culturale e scientifico, ma pronti poi a correre in soccorso del vincitore, in quel caso Berlusconi.
Sia chiaro però che chi scrive non sottovaluta i pericoli connessi alle polveri sottili alle diossine, ai metalli pesanti comunque presenti nei siti ove funzionano - o meglio disfunzionano - i termovalorizzatori. Perché, sia chiaro ancora, è soprattutto un problema di buon funzionamento Questo deve garantire l’abbattimento di ogni inquinamento ambientale. Però per fornire una informazione adeguatamente equa dobbiamo anche ricordare ai lettori che i cumuli di immondizia che bruciano en plein air quotidianamente nelle nostre campagne sono certamente più dannosi e pericolosi. Se poi pensiamo agli incendi, quasi mai spontanei, dei siti di stoccaggio, abbiamo molto più da temere questi eventi piuttosto che gli effetti di ricadute particellari inquinanti emesse da un termovalorizzatore di ultima generazione ben funzionante.
Cioè oggi bisogna avere la onestà intellettuale di riconoscere che gli estremismi intellettualoidi e parascientifici di certi ambientalisti d’attacco - ma anche d’accatto – hanno fatto il loro tempo.
E ciò si può affermare senza tema di smentite, alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche sulle fonti di inquinamento rappresentate dai roghi che si sviluppano a causa della dispersione e della combustione dei rifiuti precedentemente dispersi da malavitosi spinti da interessi diretti o indiretti, ma anche da privati “normali” cittadini guidati da mero e bieco cinismo nei confronti della collettività. Spesso gli stessi che sono pronti poi a scendere in sciopero o in corteo per protestare contro i disastri ambientali.
Questo è un lusso che non ci possiamo più permettere TUTTI, dal primo all’ultimo dei cittadini della Campania. Ci basti ricordare che intanto la nostra Regione spende decine di milioni per spedire e smaltire all’estero - con tanto di navi “trasportamonnezza” - balle di rifiuti conferiti tal quali in misura inaccettabile per una società che voglia ancora definirsi civile. E ci basti pensare che sono circa cinquanta i milioni (!) di ecoballe che dovranno essere smaltite nei prossimi decenni (e…c’è chi dice che a questo ritmo ci vorrà poco meno di mezzo secolo, o poco più, a seconda delle risorse disponibili. Una follìa, ma anche una verità mai rìvelata e nemmeno mai negata. Da ambientalista convinto da sempre, con l’unica colpa di essere stato sempre laicamente moderato, io devo confessare che oggi aderisco alle tesi di chi grida “…basta con i trogloditi che disperdono i rifiuti e con i vandali che li incendiano”!! Equiparando le due categorie.
Bene ha fatto oggi il Governo a promuovere il protocollo di intesa sulla Terra dei Fuochi. Il Premier Conte nel Vetrice tenutosi preso la Prefettura di Caserta in prima persona ha annunciato un piano di azione contro i roghi e il fenomeno delle dispersione dei rifiuti e le discariche abusive, in nome della difesa del diritto alla salute e del Territorio. Ulteriore impegno del Governo ha riguardato la promozione di una “cultura del riciclo” , rendendo i rifiuti prodotti da rilavorare e spingendo in avanti la raccolta differenziata. Il ministero dell’ambiente dovrà avanzare proposte e indicare soluzioni innovative, nel quadro di un inasprimento delle pene per i massacratori dell’Ambiente. Il ricorso a Droni e altre tecnologie innovative si rende dunque indispensabile per una efficace tutela del territorio. Al di là delle parole e nonostante i buoni propositi emersi si sono avute tensioni e imbarazzi per la quasi contemporanea conferenza stampa convocata presso la Reggia di Caserta dal Governatore De Luca, che ha lasciato in anticipo il vertice in Prefettura, ma poi è stato convinto a rientrare al tavolo del Vertice. Sembra quindi arrivato il tempo della chiarezza. Si è capito finalmente che è troppo comodo urlare NO! senza dare alternative e, soprattutto, senza dare per primi testimonianza e prova di sé. E con questo ci riferiamo anche ai tanti - semplici cittadini e non - che si nascondono dietro i paraventi dei populismi di destra o di sinistra, senza perseguire obiettivi di progresso nella verità, anzi rifuggendoli. Questo è dunque il momento dell’impegno di TUTTI perché il fuoco perverso della Terra dei Fuochi sta ormai idealmente attaccando tutti i settori del vivere civile e li sta divorando, senza tregua.
L’adunata spontanea di Torino in questo scorcio finale del 2018, la quale per certi versi ricorda la Marcia dei quarantamila del 1980, può essere il viatico di una “ricrescita felice” senza storture progressiste, ma anche senza decrescite passatiste.
"Chiediamo al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di rivedere il piano regionale dei rifiuti e di abbandonare ogni ipotesi di realizzare la quarta linea all'inceneritore di Acerra. Chiediamo al ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, di provvedere ad adottare provvedimenti legislativi chiari che impediscano la realizzazione di un'altra linea nell'impianto di Acerra e che vietino ogni ulteriore imposizione sul nostro territorio". Lo scrive, in una nota, Raffaele Lettieri, il sindaco di Acerra dove c'e' l'unico termovalorizzatore della Campania. Ieri De Luca a Caserta - dove e' stato siglato il protocollo sulla Terra dei Fuochi - anche se ha definito "irrealistica" l'ipotesi di realizzare altri termovalorizzatori, come suggerito giorni fa dal ministro Matteo Salvini, ha sottolineato che "e' possibile realizzare una quarta linea al termovalorizzatore di Acerra, che possa servire in caso di manutenzione dell'impianto". Netta la risposta del sindaco: "La quarta linea ad Acerra non si farà".
Le ragioni di queste richieste sono note il territorio della Citta' di Acerra ha gia' pagato tanto e tuttora sopporta lo smaltimento dei rifiuti di tutta la Regione; e' il territorio scelto, piu' di dieci anni fa, dallo Stato come vittima sacrificale per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti di tutta la Regione. Una visione che tragicamente ritorna oggi dopo dieci anni, al prospettarsi di una nuova emergenza - spiega - E' venuto il momento che la Regione Campania di De Luca abbandoni questo accanimento ed il Governo del presidente Conte e del ministro Di Maio adottino provvedimenti per fermare ogni ampliamento e per evitare ulteriori imposizioni". "Regione e Stato ricordino che nei primi anni 2000, da piu' parti, fu proposta - soprattutto sotto l'egida del Vescovo Mons. Riboldi - la creazione ad Acerra di un polo pediatrico. Quel progetto e' svanito nel nulla, mentre, superando tutte le resistenze locali, lo Stato ha imposto, con legge, la realizzazione e messa in esercizio dell'unico inceneritore della Regione Campania, che risulta essere il piu' grande d'Europa - spiega ancora - Tutti ricordino che grazie alla citta' di Acerra, che ha dovuto subire un ulteriore impatto ambientale e sanitario, la Campania e' uscita dall'emergenza rifiuti. Ora diciamo basta, la quarta linea ad Acerra non si fara'. Riteniamo che in passato si sia fatta una scelta politica ben precisa: sacrificare un territorio a vocazione agroalimentare gia' martoriato dal punto di vista sanitario ed ambientale per salvaguardare altri territori non compromessi. Non consentiremo che cio' accada di nuovo, non permetteremo ulteriori danni. Pretendiamo invece che si alleggerisca il carico ambientale sul nostro territori".
Il piano per la Terra di Fuochi sottoscritto dal governo a Caserta non convince il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone. "Il problema e' l'attuazione di quanto deciso ieri - afferma intervenendo al programma Agora' su Rai3 - ben vengano i rafforzamenti dei presidi intorno agli impianti, ma io temo che non saranno sufficienti per l'individuazione dei soggetti che hanno fatto i fuochi e continuano a farli e che sversano abusivamente. Abbiamo bisogno di un monitoraggio del territorio continuo". Secondo Cantone "le intenzioni sono buone, ma c'e' un tema che non e' oggetto del protocollo: dove finiscono i nostri rifiuti? Possiamo avere l'idea che i nostri rifiuti campani non debbano essere smaltiti? A me i termovalorizzatori non piacciono, se potessi ne farei a meno, pero' bisogna trovare una soluzione. Credo che l'impianto di Acerra - sottolinea il presidente dell'Anac - non abbia creato nessun problema, ne' dal punto di vista ambientale ne' tantomeno delle infiltrazioni della criminalita'. Potrebbe essere una soluzione, come estrema ratio - conclude Cantone - ma chi dice di no deve individuare soluzioni alternative reali", perche' puntare tutto sull'aumento della raccolta differenziata, come afferma il vicepremier Di Maio, "non credo possa essere la soluzione dei problemi".
Esclusa ogni responsabilità dei sanitari che ebbero in cura Fiorella Avino, la donna di Boscoreale deceduta lo scorso marzo 2017, all'ospedale Umberto I. La causa del decesso fu una improvvisa embolia polmonare risultata complicazione imprevedibile. Questa la decisione del giudice Levita per le indagini preliminari del Tribunale di Nocera Inferiore che ha comportato la conseguente archiviazione delle indagini su tre medici del pronto soccorso dell’ospedale di Nocera Inferiore. La quarantasettenne morì dopo due visite a cui si era sottoposta nell'arco di ventiquattr'ore. Affetta da una malattia del sangue, dopo una prima visita con trasfusione, i medici le consigliarono di tornare in reparto il giorno dopo ma una volta tornata a casa cominciarono i dolori all'addome che la spinsero a fare ritorno all'ospedale di Nocera intorno la mezzanotte. Le sue condizioni fisiche furonoo ritenute ancora una volta non compatibili con il ricovero. In seguito sopraggiunge la perdita dei sensi: inutile il trasferimento in reparto. Fatale - secondo i primi esami medici - sarebbe stata la perdita di sangue, l’ennesima, all’utero affetto da una fibrosi. Per il gip, i medici operarono "secondo le linee guida di riferimento", vista l’assenza di sintomi specifici che "avrebbero invece potuto orientare i sanitari".
Via alla nazionale sarda di calcio. Il Conifa, la Federazione internazionale che accoglie molte rappresentative di 'nazioni' che non sono Stati e tutte le associazioni che non fanno parte della Fifa, ha dato l'ok anche alla seconda isola del Mediterraneo dopo la richiesta della Fins, federatzione isport natzionale sardu. E ora - si legge sull'edizione online de 'La Nuova Sardegna - tutto e' pronto per scendere in campo per gli allenamenti in vista dei primi impegni: i campionati europei del 2019 ad Artsakh. C'e' gia' il commissario tecnico, Bernardo Mereu, oggi nel settore giovanile del Cagliari, ma sino all'anno scorso sulla panchina dell' Olbia in Lega Pro. Con lui lo staff tecnico formato da ex giocatori di Mereu come Stefano Udassi, ex La Palma e Torres e ora allenatore del Latte Dolce di Sassari, e Giuseppe Nioi, anche lui ex La Palma. "Vorrei innanzitutto far giocare bene questa nazionale, ma sarebbe bello anche portare un messaggio di consapevolezza della forza della Sardegna", ha detto Mereu nella presentazione ufficiale al Teatro Massimo di Cagliari. Con tanto di musica sarda prima dell'accensione dei microfoni. Ora mancano solo i giocatori. Teoricamente potrebbero rispondere alla chiamata tutti gli atleti sardi. Il sogno sarebbe quello di poter schierare Barella, il 'ragazzino' orgoglio dell'isola per le sue apparizioni con la nazionale italiana. Ma sembra davvero qualcosa di irrealizzabile. Una mano e' pronto a darla un calciatore che sino allo scorso campionato giocava in serie A, Andrea Cossu. Al momento hanno gia' dato la loro disponibilita' - salvo le condizioni favorevoli e l'ok delle societa' - giocatori di A e B come Vigorito, Aresti, Pisano, Mancosu, Sau, Cocco e Dessena, nato a Parma ma nipote di sardi. La maglia? Ancora top secret. "Ma siamo al lavoro", spiegano dallo staff. Forse arrivera' a Natale. "Il progetto sta crescendo - ha sottolineato il direttore generale Vittorio Sanna - Il pallone puo' mettere insieme i sardi per far crescere la consapevolezza di bellezze, tradizioni, cultura, patrimonio dell'isola. E mostrare questi tesori agli altri". Quanto alla squadra, "il calcio sardo non e' inferiore a quello delle altre regioni", ha chiarito.
Primo Di Nicola, senatore del M5S, è intervenuto ai microfoni della trasmissione 'L’Italia s’è desta', condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Da giornalista come valuta le accuse di Di Maio e Di Battista alla stampa? "I toni possono essere stati particolarmente alti, ma le polemiche tra politica e giornalismo ci sono sempre state - ha dichiarato Di Nicola -. Al di là delle polemiche, contano gli atti che il M5S fa in Parlamento riguardo la stampa. Ci sarebbe molto da dire sul trattamento riservato da alcuni giornali a Virginia Raggi. Io ho presentato due provvedimenti in Parlamento a tutela della libertà di stampa: uno contro le liti temerarie, quando i potenti di turno annunciano e fanno querele ai danni dei Giornalisti, sono atti di intimidazione che quasi sempre finiscono nel nulla. I cittadini e i lettori devono essere tutelati davanti alle imprecisioni o alle diffamazioni che possono arrivare dai giornali, per i Giornalisti non ci deve essere nessun trattamento di favore. Non c’è dubbio che il racconto giornalistico, spesso negli ultimi tempi è stato violento e parziale. Noi non vogliamo Giornalisti amici, vogliamo Giornalisti liberi e vogliamo anche essere criticati. Non è credibile un sistema dell’informazione pieno di conflitti d’interesse. In Italia oltre il 90% dei mezzi d’informazione è in mano a editori che hanno altri interessi. Bisogna riconoscere e garantire ai Giornalisti il diritto e il dovere di critica. Bisogna però ricordare che il giornalismo si sta trasformando in campagna ideologica contro questo o quello. E questa è una cosa che nuoce al Paese e al giornalismo stesso". Un’inchiesta di Di Nicola quando era a 'l'Espresso' nel 1978 fece dimettere il presidente Leone. "Continuano ad uscire articoli nei quali si fa riferimento all’inchiesta de l’Espresso come una specie di macchina del fango nei confronti di Leone - ha affermato -. 'L'Espresso' non attribuì al Presidente Leone alcun coinvolgimento nel pagamento delle tangenti. Noi facemmo un’indagine patrimoniale scoprendo che quello che dichiarava al fisco non giustificava al tempo le spese rilevanti che aveva sostenuto. Fu un’inchiesta giornalistica davanti alla quale il mondo politico disse: o chiarisci oppure, per non fare ombra alle istituzioni, ti dimetti. Per questa inchiesta nessun giornalista de L’Espresso è stato mai citato o chiamato in tribunale. Questo fu un buon esempio di giornalismo che non va confusa con una campagna denigratoria", conclude.
La guardia di finanza di Napoli ha sequestrato a Casandrino e Sant'Antimo, in provincia di Napoli, due opifici, operanti nel settore manifatturiero, per violazione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e per reati ambientali. I militari del gruppo di Frattamaggiore hanno dato avvio ad un'operazione, articolata su 2 distinti interventi. Più in particolare, a Sant'Antimo, è stata riscontrata un'attività risultata priva di impianto di areazione, del certificato di prevenzione antincendio e della prevista autorizzazione per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, nonché caratterizzata da precarie condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza. Il secondo intervento, a Casandrino, ha permesso di individuare un laboratorio artigianale abusivo - completamente sconosciuto al fisco - in cui erano impiegati 6 lavoratori in nero, di cui 4 extra-comunitari, operante anch'esso in violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro e in materia ambientale. Al termine dell'operazione, due responsabili sono stati denunciati all'autorità giudiziaria territorialmente competente.
Il 20 novembre, in tutto il mondo, viene celebrata la Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che ricorda la data in cui la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia venne approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York il 20 novembre 1989. In Italia, malgrado i diritti di bambini e adolescenti risultano gravemente compromessi, l’attenzione delle istituzioni resta ogni anno molto bassa e sempre più sporadiche sono le iniziative organizzate per dare risalto ad una commemorazione che ricorda la centralità dei diritti che riguardano l’infanzia. Tutto ciò malgrado nel nostro Paese si contino 1,2 di minori che vivono in condizione di povertà assoluta e quasi il doppio in povertà relativa. La maggiore condizione di disagio socio-economico si registra soprattutto nelle aree periferiche delle metropoli, dove la punta dell’iceberg si riscontra negli insediamenti formali e informali abitati in prevalenza da famiglie di origine rom composte da numerosi minori. Oggi, in Italia, vivere in una baraccopoli significa per circa 14mila minori rom trovarsi dalla nascita davanti a un percorso, i cui ostacoli sono rappresentati da condizioni economiche spesso critiche, ambiente degradato, segregazione abitativa caratterizzata da una lontananza non solo fisica, ma anche relazionale dal centro urbano, diseguaglianza educativa. La marginalizzazione di un bambino rom, che in Italia vive all’interno di un insediamento, non riguarda dunque solo il versante economico, ma anche territoriale, urbanistico, scolastico, sociale, culturale, abitativo ed etnico. Circa 8.000 minori vivono in insediamenti formali, progettati, realizzati e gestiti dalle istituzioni. Altri 6.000, invece, conducono la loro esistenza in insediamenti informali, costituiti da baracche, tende, giacigli di fortuna. “Sembra incredibile, eppure nell’Italia del 2018, ancora è possibile registrare forme di esplicito ‘apartheid’ che colpiscono l’infanzia rom – afferma Carlo Stasolla - Nei centri dove insistono i più grandi insediamenti, soprattutto nelle città di Torino, Roma e Napoli, ma anche in aree del Sud Italia, non si investe per ridare dignità e speranza ai ‘figli delle baraccopoli’, per combattere le diseguaglianze, per dare sostegno alle pochissime realtà che ancora si impegnano nell’offrire opportunità educative. Neanche nella Giornata per i diritti dell’infanzia ci si ricorda di loro!”. Il bambino rom in emergenza abitativa è infatti il più delle volte oggetto di una amnesia istituzionale. Spesso ci si ricorda di lui solo quando si apre una procedura giudiziaria. Si scopre allora dell’esistenza di bambini che ‘scompaiono’ dai campi rom per riapparire nei fascicoli dei Tribunali per i minorenni. In Italia esiste una ‘statistica nascosta’ che solo due ricerche curate nel passato hanno parzialmente portato alla luce. Dai dati emersi da un rapporto elaborato dalla ricercatrice Carlotta Saletti Salza nel 2010, in Italia un minore rom avrebbe 17 probabilità in più di essere dichiarato adottabile rispetto a un minore non rom. Uno studio successivo, realizzato da Associazione 21 luglio nel 2013, nella Regione Lazio un minore rom in emergenza abitativa, rispetto ad un suo coetaneo non rom, ha circa 60 possibilità in più di essere segnalato alla Procura della Repubblica presso il tribunale per i Minorenni; circa 50 possibilità in più che per lui venga aperta una procedura di adottabilità e quasi 40 possibilità in più di essere dichiarato effettivamente adottabile. Associazione 21 luglio rileva come numerosi amministratori locali – facendo propria un’idea diffusa – davanti alle problematiche registrate dalla presenza di un insediamento rom, gettano la spugna, facendo prevalere l’approccio di un mondo adulto ritenuto al di fuori della possibilità di un’inclusione sociale e di un’infanzia da ‘salvare’ attraverso processi rieducativi che passino per la via privilegiata dell’affido e dell’adozione. Non è un caso che tale approccio lo si ritrovi nel “Contratto per il governo del cambiamento” sottoscritto nei mesi scorsi da due vice premier. Nel capitolo che riguarda i rom è infatti sottolineato, per i soli rom, “l’obbligo di frequenza scolastica dei minori pena l’allontanamento dalla famiglia o perdita della responsabilità potestà genitoriale”.
Nella Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Associazione 21 luglio vuole pertanto porre al centro il fenomeno diffuso e poco conosciuto dell’allontanamento dei minori rom dalle loro famiglie, attraverso l’organizzazione del Convegno Fuori famiglia, che si svolgerà il 20 novembre alle 15.00 presso la Sala Nilde Iotti della Camera. Obiettivo del Convegno sarà quello di operare un approfondimento sul percorso che allontana i bambini rom dalle loro famiglie attraverso il contributo di esperti e professionisti del settore.