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Tragedia a scuola Marcianise, studentessa di 12 anni muore cadendo dalle scale antiincendio

Marcianise– Un dramma inspiegabile. Una tragedia che ammutolisce un'intera città. Marcianise è sprofondata nell'incubo questa mattina, quando una studentessa di appena 12 anni, Federica De Biase, ha perso la vita precipitando nel vuoto dalle scale antincendio della sua scuola, l'istituto medio "Calcara" di via Novelli.

Il dramma si è consumato poco dopo l'inizio delle lezioni, trasformando una normale mattina di studio nel peggiore degli scenari.

La dinamica e l'allarme

Secondo una prima, frammentaria ricostruzione ancora al vaglio degli inquirenti, la giovane studentessa, che frequentava la seconda classe, si sarebbe allontanata dall'aula per motivi ancora da accertare. Avrebbe raggiunto la struttura esterna delle scale antincendio, situate sul retro dell'edificio scolastico.

Da lì, la caduta fatale. Un volo di circa dieci metri che non le ha lasciato scampo, terminato nel cortile della scuola.

A lanciare l'allarme, poco dopo, sarebbero stati alcuni compagni e membri del personale scolastico. La scena che si è presentata ai primi soccorritori è stata agghiacciante.

Il tentativo disperato dei soccorsi

Sul posto si è precipitata in pochi minuti un'ambulanza del 118. I sanitari hanno tentato l'impossibile per salvare la vita a Federica. Le manovre di rianimazione, praticate con disperazione sul selciato del cortile, sono andate avanti per lunghi, interminabili minuti.

Purtroppo, ogni sforzo si è rivelato vano. Le ferite riportate nell'impatto erano troppo gravi e i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della 12enne.

L'area della tragedia è stata immediatamente transennata dalle forze di Polizia, giunte sul posto per avviare i rilievi scientifici necessari a ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto. Gli agenti stanno ascoltando testimonianze chiave: compagni di classe, insegnanti e personale della scuola, nel tentativo di capire cosa sia successo negli istanti precedenti alla caduta.

Al momento, come confermato dagli inquirenti, non viene esclusa alcuna ipotesi: dalla tragica, impensabile fatalità – una perdita di equilibrio, un passo falso – ad altre circostanze che gli investigatori stanno vagliando con la massima cautela.

La città in lutto

Sul luogo della tragedia si sono precipitati anche il sindaco di Marcianise, Antonello Trombetta, e il vicesindaco Salzillo, visibilmente scossi, per esprimere la vicinanza dell'intera amministrazione alla famiglia e alla comunità scolastica.

Poco dopo è giunta sul posto anche la madre di Federica, straziata da un dolore incomprensibile.

La notizia ha fatto rapidamente il giro della città, radunando fuori dai cancelli dell'istituto genitori attoniti e studenti in lacrime. Un clima di profondo sgomento e incredulità avvolge ora la scuola "Calcara", che ha sospeso parte delle attività didattiche in segno di lutto e per consentire lo svolgimento delle indagini.

Calvi, scoperta autofficina abusiva: 68enne denunciato e struttura sequestrata

BENEVENTO – Un capannone di 300 metri quadrati e un’area esterna grande quanto un campo da calcio, trasformati in una discarica a cielo aperto e in un’officina clandestina. È quanto hanno scoperto i carabinieri della Stazione e del Nucleo Forestale di San Giorgio del Sannio nel comune di Calvi, dove un 68enne di San Nazzaro è stato denunciato per gestione illecita di rifiuti e attività svolta senza autorizzazioni su un terreno classificato come agricolo.

Durante il blitz, i militari hanno trovato 31 veicoli fuori uso accatastati tra cumuli di batterie esauste, oli, motori, filtri e pezzi di ricambio, tutti conservati in modo irregolare e privi di qualsiasi codice identificativo. L’uomo, titolare di fatto dell’attività, non è stato in grado di mostrare alcun documento o registro obbligatorio sulla gestione dei rifiuti, violando le norme ambientali e urbanistiche.

Al termine dei controlli, l’intera area – comprensiva del capannone, delle attrezzature e dei materiali – è stata posta sotto sequestro. Le indagini proseguono per verificare eventuali responsabilità ulteriori legate allo smaltimento dei rifiuti e all’impatto ambientale dell’officina abusiva.

Salerno, aggredisce la moglie con un martello e tenta di strangolarla: arrestato

SALERNO – Una scena di violenza brutale nel cuore del centro storico. Un uomo di origini srilankesi è stato arrestato dalla Polizia di Stato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia dopo aver aggredito la moglie in piena strada, colpendola con una stampella, poi con un martello, e tentando infine di strangolarla.

L’episodio si è verificato nel pomeriggio di ieri, quando diverse persone hanno segnalato al numero di emergenza una lite violentissima tra due coniugi. Sul posto sono immediatamente intervenuti gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Salerno, che hanno trovato la donna in evidente stato di shock e con ferite al volto e al corpo.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’uomo avrebbe perso il controllo durante una discussione, trasformando il litigio in un vero e proprio tentativo di omicidio. Dopo averla colpita con furia, avrebbe cercato di stringerle le mani al collo, ma è stato fermato appena in tempo dai poliziotti, che lo hanno bloccato e condotto in questura.

La vittima è stata soccorsa e trasportata in ospedale per le cure del caso. Le sue condizioni, pur gravi, non sarebbero tali da metterne in pericolo la vita. L’aggressore si trova ora in stato di arresto e a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Avellino, cellulari in cella per continuare a delinquere: 18 indagati nel carcere “Antimo Graziano”

AVELLINO – Un carcere trasformato in una centrale di comunicazione criminale. È quanto emerge dall’indagine che ha portato a una vasta perquisizione nel penitenziario “Antimo Graziano” di Avellino, dove 18 persone — detenute o ex detenute — risultano indagate per l’uso illecito di telefoni cellulari e smartphone all’interno delle celle. L’operazione, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo provinciale insieme alla Polizia Penitenziaria e al Nucleo Investigativo Regionale della Campania, è scattata su disposizione della Procura di Avellino.

Secondo gli inquirenti, i dispositivi non venivano utilizzati solo per mantenere contatti con l’esterno, ma anche per continuare ad organizzare attività criminali e per compiere nuovi reati. Le indagini, partite nel giugno 2024, hanno rivelato come alcuni detenuti gestissero conversazioni e rapporti attraverso social network e app di messaggistica, spesso con profili falsi o alimentati da dentro il carcere.

Un caso in particolare ha acceso l’allarme: uno degli indagati avrebbe usato il telefono per minacciare e perseguitare la vedova della vittima dell’omicidio per cui è in carcere, configurando così il reato di atti persecutori. Durante la perquisizione, le forze dell’ordine hanno sequestrato diversi dispositivi e materiale utile alle indagini, che ora puntano a ricostruire la rete di comunicazioni e complicità che permetteva ai detenuti di continuare a delinquere anche dietro le sbarre.

Castel Volturno, trovate cinque carte di credito sospette: denunciato un 43enne

CASTEL VOLTURNO – Un controllo di routine si è trasformato in un nuovo colpo al crimine informatico sul litorale casertano. I carabinieri della Tenenza di Castel Volturno hanno denunciato un uomo di 43 anni, residente in città, per possesso e utilizzo indebito di strumenti di pagamento diversi dai contanti. L’operazione, condotta nell’ambito delle attività di contrasto ai reati contro il patrimonio coordinate dal Reparto Territoriale di Mondragone, è scattata nella serata di ieri.

Durante una perquisizione personale e domiciliare, i militari hanno rinvenuto cinque carte di credito intestate a persone diverse dall’indagato. Il 43enne non ha saputo fornire alcuna spiegazione sulla loro provenienza né elementi utili a identificarne i legittimi proprietari. Un dettaglio che ha spinto gli investigatori a sospettare un possibile collegamento con truffe o frodi informatiche.

Le carte sono state immediatamente sequestrate e repertate, restando a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in attesa del deposito presso l’Ufficio corpi di reato. Gli accertamenti proseguono per verificare eventuali movimenti illeciti e rintracciare i titolari dei mezzi di pagamento. L’inchiesta si inserisce in una più ampia attività di controllo condotta dai carabinieri per contrastare la crescente diffusione di reati finanziari e truffe online nella zona di Castel Volturno, da tempo al centro dell’attenzione delle forze dell’ordine.

Inaugurato il nuovo sportello tributi a Nocera Inferiore

È stato inaugurato martedì 11 novembre 2025 il nuovo sportello tributi di Nocera Inferiore, gestito dalla Ge.Fi.L.S.p.A.Ge.Fi.L. S.p.A., società affidataria del servizio di riscossione per conto del Comune.

La sede, completamente rinnovata, si trova in via Siciliano 55 e sarà operativa con tre sportelli dedicati agli accertamenti e alla riscossione coattiva di Tari, Imu e sanzioni del Codice della strada. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti il sindaco, Paolo De Maio, il presidente della Commissione Bilancio, Massimo Petrosino, l’assessore alle Politiche Finanziarie, Clara Cesareo e la dirigente del Settore Economico-Finanziario, Mariacarmela Bracciale, insieme ai rappresentanti della società Ge.Fi.L.

Dalla procedura giudiziaria al recupero degli spazi comunali

Il nuovo ufficio sorge negli spazi di proprietà comunale recuperati dopo una lunga vicenda giudiziaria avviata nel 2017 e conclusa grazie a una transazione tra il Comune e i creditori. L’amministrazione De Maio, nel 2023, aveva deliberato l’esternalizzazione della gestione dell’accertamento e della riscossione coattiva, affidando il servizio a Ge.Fi.L. dopo una gara pubblica. L’apertura della nuova sede non rappresenta soltanto l’attuazione di un obbligo contrattuale, ma anche la volontà di Ge.Fi.L., operatore riconosciuto per la propria competenza nella gestione e riscossione dei tributi locali, di radicare la propria presenza sul territorio e instaurare un rapporto diretto con la comunità. La società ha successivamente ristrutturato e allestito gli uffici, restituendo alla città uno spazio moderno e funzionale, concepito come luogo di servizio e ascolto per la cittadinanza.

Il progetto, infatti, mira a garantire ai cittadini uno sportello dedicato e di facile accesso, come sottolineato dall'Amministratore Delegato di Ge.Fi.L., Danilo Riccio: "L'inaugurazione di questa nuova sede in Via Eugenio Siciliano è l'ennesima prova del nostro impegno non solo per l'efficienza, ma per la vicinanza alle comunità. Forti della nostra pluriennale esperienza e delle competenze maturate a livello nazionale nella fiscalità locale, abbiamo investito significativamente per creare uno spazio che sia una 'mano tesa' ai cittadini di Nocera Inferiore, frutto di una collaborazione esemplare con l'Amministrazione. Ge.Fi.L. vuole essere un partner affidabile e un punto di riferimento di prossimità per una gestione dei tributi più equa e trasparente."

L'iniziativa è stata accolta con grande favore dall'Amministrazione Comunale, che vede nell'intervento un elemento chiave per l'efficienza della macchina comunale.

Cesareo: “Un salto di qualità nel rapporto tra amministrazione e cittadini”

“Questi nuovi locali rappresentano un salto di qualità nel rapporto tra amministrazione e contribuente – ha dichiarato Clara Cesareo – L’investimento di Ge.Fi.L. e la creazione di un front office trasparente rendono gli adempimenti tributari più semplici e chiari, migliorando il dialogo tra cittadini e Comune.”

“L’apertura di questo nuovo front office è un esempio concreto della nostra volontà di modernizzare la macchina amministrativa – ha commentato Massimo Petrosino – e di offrire ai cittadini un servizio più efficiente e accessibile.”

De Maio: “Una mano tesa ai cittadini di Nocera Inferiore”

Questa sede è un simbolo di efficienza e vicinanza alla comunità – ha dichiarato il sindaco Paolo De Maio – Siamo impegnati nel recupero dei residui attivi per circa 80 milioni di euro, risorse che serviranno a migliorare i servizi cittadini. Abbiamo voluto creare uno spazio che sia una vera e propria ‘mano tesa’ ai contribuenti di Nocera Inferiore.”

Orari di apertura al pubblico

L’ufficio è aperto al pubblico il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00, e il martedì e giovedì dalle 16.00 alle 17.30.

Notte di terrore a Pomigliano: ladri tentano di rubare auto e minacciano di morte il proprietario

Pomigliano d'Arco  – Una serata da incubo ha trasformato il centro di Pomigliano d'Arco in teatro di un episodio di violenza e intimidazione. Mercoledì 6 novembre, intorno alle 21:20, due malviventi hanno tentato di rubare un'auto in pieno centro, minacciando la vittima con parole che gelano il sangue: "Non urlare, se no ti scassamme ‘a capa" – ovvero "non urlare o ti rompiamo la testa".

La denuncia, arrivata direttamente al deputato Francesco Emilio Borrelli dell'Alleanza Verdi-Sinistra, accende i riflettori su un territorio sempre più vulnerabile alla criminalità, dove la sicurezza sembra un miraggio.

Tutto è iniziato fuori dal "Nonno Felice Bakery & Pizza", un locale affollato nel cuore della città. La vittima, un imprenditore locale, era uscito per recuperare un oggetto dalla sua Fiat 500X quando ha sorpreso i due ladri all'opera.

Uno aveva il volto coperto, l'altro no, e stavano forzando la portiera del veicolo. "Appena mi hanno visto, si sono allontanati di scatto", ha raccontato l'uomo nella sua denuncia, supportata da un video di videosorveglianza che cattura le urla e la minaccia in dialetto napoletano, confermando l'origine dei criminali del territorio.

Non contenti di essere scoperti, i due hanno reagito con arroganza. Mentre la vittima urlava chiedendo spiegazioni, il ladro a volto scoperto ha lanciato l'ultimatum, prima di darsi alla fuga insieme a un terzo complice alla guida di una Citroen DS4 nera, ultimo modello, con il motore già acceso e pronto per la sparizione. L'auto della vittima ha subito danni evidenti alla carrozzeria, vicino al montante del finestrino, un ricordo tangibile dell'assalto.

La beffa si è consumata nei minuti successivi. Cinque minuti dopo l'episodio, l'uomo ha chiamato la caserma dei Carabinieri locale per denunciare il fatto in flagranza, ma la risposta è stata disarmante: "Presentati domani mattina, non ci sono pattuglie disponibili per un sopralluogo immediato".

Un rifiuto che ha amplificato il senso di abbandono, trasformando un'emergenza in una burocrazia notturna. Questo dettaglio non è solo aneddotico: evidenzia una carenza cronica di risorse sul territorio, specialmente nelle ore serali, quando la criminalità si muove con maggiore impunità.

Il deputato Borrelli, insieme al portavoce locale di Europa Verde Carmine D'Onofrio, ha espresso una condanna netta e ha elevato il caso a simbolo di un problema sistemico. "Siamo davanti a un'escalation criminale sconcertante", ha dichiarato Borrelli in un'intervista esclusiva.

"I delinquenti non solo agiscono indisturbati, ma hanno l'arroganza di minacciare le vittime in faccia, terrorizzandole per un semplice furto. Un cittadino che reagisce viene non solo derubato, ma umiliato e messo in pericolo di vita. E la risposta delle forze dell'ordine? 'Nessuna pattuglia disponibile'. È inaccettabile".

Borrelli non si ferma a una critica: lancia un appello urgente al Governo. "Le promesse di assunzioni e potenziamento delle forze dell'ordine sono rimaste parole al vento. La realtà è drammatica: quando lo Stato non c'è, i criminali ballano, seminando il terrore nelle nostre strade. Chiediamo un intervento immediato e mirato: più poliziotti e carabinieri nel Napoletano, per ridare sicurezza a chi vive e lavora qui. Non possiamo permettere che episodi come questo diventino la norma".

L'episodio di Pomigliano non è isolato. Negli ultimi mesi, furti d'auto e atti di intimidazione sono aumentati del 20% nella provincia di Napoli, secondo dati preliminari delle forze dell'ordine. La vittima ha sporto denuncia formale il mattino dopo, ma il video e i testimoni oculari potrebbero accelerare le indagini.

 

Il caffè del clan: la guerra silenziosa tra i D’Alessandro per il controllo dei bar di Castellammare

Non solo droga, estorsioni o appalti. Il clan D’Alessandro, padrone storico di Castellammare di Stabia, aveva fiutato anche il profumo degli affari “puliti” — o almeno in apparenza. Caffè, zucchero, bevande: merci comuni, ma in grado di generare introiti e consenso sul territorio, quando a venderle o imporle sono uomini di camorra.

È quanto emerge dall’inchiesta bis della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha riportato alla luce i nuovi affari della cosca di Scanzano. Nel mirino degli investigatori c’è Pasquale Esposito, 50 anni, genero di Luigi D’Alessandro, detto “Gigginiello”, anziano boss del clan tornato in libertà dopo quasi trent’anni di carcere, è anche fratello del defunto padrino Michele D’Alessandro.

Secondo gli inquirenti, era proprio Esposito a gestire la distribuzione “imposta” di caffè e zucchero ai bar della città, approfittando del peso della famiglia.

L’indagine bis e i nuovi arresti

Il suo nome compare nel filone d’inchiesta che ha portato all’arresto di Daniele Amendola, 45 anni, titolare della società di ambulanze New Life, e di Luigi Staiano, 37 anni, figlio di Maria D’Alessandro, figlia di Gigginiello e cugina dei reggenti del clan. Proprio Staiano – già noto alle cronache per aver imposto il servizio “beverage” all’interno dello stadio Romeo Menti – è indicato come il braccio operativo dell’affare del caffè.

Un affare che, secondo la ricostruzione degli investigatori, serviva a ribadire la presenza del clan anche nei circuiti economici più quotidiani: chi voleva vendere o comprare il caffè a Castellammare doveva passare per loro.

Le due fazioni e la guerra del caffè

La scintilla scoppia nell’estate del 2021. Le microspie installate dai carabinieri documentano una vera e propria diatriba familiare tra due rami dei D’Alessandro: da un lato Giovanni D’Alessandro, figlio di Vincenzo detto “Enzuccio”, e Giuseppe Oscurato, dall’altro Pasquale Esposito e il figliastro Luigi Staiano.

Il motivo del contendere? Proprio la gestione della distribuzione del caffè.
Un mercato apparentemente innocuo, ma che nel linguaggio della camorra diventa sinonimo di territorio, introiti e potere.

I primi – Giovanni e Oscurato – si limitavano a vendere il prodotto. I secondi, Esposito e Staiano, lo imponevano con il nome del clan. Un meccanismo rodato: il commerciante non sceglieva, “il caffè te lo porto io, e basta”.

La conversazione al pranzo di famiglia

Il 3 giugno 2021, le cimici dei carabinieri intercettano una lunga conversazione a casa dei, suoceri di Giuseppe Oscurato. È proprio Oscurato a raccontare, con tono risentito, ciò che accade nei bar del centro stabiese:

“Andai al bar ...omissis.., quello in mezzo alla Villa… loro già tengono il caffè ..., ma Pasquale gliel’ha voluto portare lo stesso. Glielo ha buttato a terra, senza dire niente. Quello il caffè lo impone, non lo propone…”.

Oscurato spiega che lui e Giovanni D’Alessandro stavano cercando di vendere il loro caffè “onestamente”, ma ogni volta che tentavano di proporlo, trovavano la strada sbarrata dagli uomini di Pasquale Esposito.
Il dialogo diventa un piccolo spaccato di potere e paura: il commerciante che non accetta la fornitura rischia di perdere la licenza o peggio; chi la accetta deve farlo in silenzio, senza “far vedere niente a nessuno”.

Il bar e la paura dei commercianti

Il nome del barista torna più volte nelle intercettazioni: è il, titolare di un noto esercizio di Corso Garibaldi, rappresentante di un noto marchio di caffè da cinquant’anni.
A lui, racconta Oscurato, Pasquale Esposito avrebbe imposto il nuovo caffè “di famiglia”, scatenando la tensione:

“Mi disse: ‘Qua se vogliono entrare con un altro caffè devono darmi centomila euro per liquidare .-..omissis... e i contratti’… E io gli dissi che aveva ragione. Ma poi il figlio mi rivelò che era già venuto Pasquale a proporglielo, e che glielo aveva portato pure per un periodo”.

Da lì in avanti, il clima si fa incandescente.Esposito non accetta di essere “rifiutato”: pochi giorni dopo, racconta sempre Oscurato, entra nel bar e scarica il caffè a terra, di forza.
Un gesto che sa di intimidazione, di affronto, ma anche di messaggio al rivale Giovanni D’Alessandro: “questo territorio è mio”.

Minacce e fughe di famiglia

Dopo quell’episodio la frattura diventa insanabile. Dalle successive intercettazioni emerge che Vincenzo D’Alessandro, detto “Enzuccio”, padre di Giovanni, e la moglie, si dicono pronti a ricorrere alla violenza contro Esposito e Staiano.

Una vera e propria guerra interna, come nei vecchi tempi del clan di Scanzano, solo che ora il bottino non è un carico di droga o un appalto, ma il monopolio del caffè.

Le stesse microspie dimostrano che Esposito, negli stessi mesi, era impegnato quotidianamente nella distribuzione “a tappeto” del prodotto: bar, tabacchi, negozi, perfino uffici.Un lavoro che, secondo i carabinieri, rappresentava una rete estorsiva mascherata da attività commerciale.

Poi, ad agosto 2021, il colpo di scena: Pasquale Esposito lascia Castellammare e si trasferisce a Nettuno, nel Lazio.Ma anche quella, spiegano gli inquirenti, non è una scelta volontaria.

“Fu un allontanamento deciso dal suo stesso gruppo – scrivono gli investigatori – per evitare che la guerra interna degenerasse e per salvaguardare i rapporti con il ramo di Vincenzo D’Alessandro”.

Un affare di caffè e sangue

Dietro tazzine e sacchetti di zucchero, c’era molto più che un commercio.
C’era un sistema di potere che trasformava ogni bar in una vetrina del clan, ogni fornitura in un segno di appartenenza, ogni caffè in una tassa imposta col sorriso.

Il “caffè del clan”, come lo chiamano oggi gli investigatori, era la nuova frontiera del racket, una forma aggiornata di controllo del territorio.

 

Terra dei Fuochi: il caso Arzano arriva sul tavolo del Commissario Unico

Arzano – Terra dei Fuochi: il caso Arzano arriva sul tavolo del Commissario Unico per le discariche abusive il Generale di Brigata dei carabinieri, Giuseppe Vadalà, del Procuratore di Napoli Nicola Gratteri e degli organi di polizia giudiziaria.

Con una nota-dossier trasmessa a due Procure e per competenza agli organi preposti ai controlli ambientali e di pubblica sicurezza il Commissario, stante lo stato dei luoghi di alcune realtà sommerse sul territorio arzanese sin dal 2019, avvierà nei prossimi giorni una serie di sopralluoghi mirati al contrasto delle ecomafie e risalire alla filiera delle eventuali responsabilità in materia di controlli e informative.

Il dossier, top secret, tratterebbe diverse zone ad alto rischio non bonificate e risanate dopo anni di sversamento incontrollato e illegale di rifiuti di ogni genere rendendo il territorio arzanese capitale della cosiddetta Terra dei Fuochi. Un segnale importante che in molti attendevano da diversi anni e di attenzione soprattutto al territorio.

Già in altre realtà, il Generale si è detto molto attento, ringraziando soprattutto i tanti cittadini che collaborano a far sì che il lavoro della struttura commissariale non venga vanificato. Un caso che potrebbe riservare risvolti giudiziari di non poco conto.

P.B.

Massa di Somma, in fuga su una Smart rubata si schianta contro cancello: arrestato 19enne

Napoli - Una folle corsa a bordo di un'auto rubata si è conclusa con uno spettacolare schianto contro una ringhiera a Massa di Somma, nel Napoletano. L'episodio ha portato all'arresto di un ragazzo di 19 anni con le accuse di furto e resistenza a pubblico ufficiale.

La vicenda ha avuto inizio quando una pattuglia della sezione radiomobile dei Carabinieri di Torre del Greco, in transito nel comune di San Sebastiano al Vesuvio, ha incrociato una Smart ForFour.

L'attenzione dei militari è stata subito catturata: il modello, la targa e il colore dell'utilitaria corrispondevano perfettamente alla nota di ricerca diramata poco prima dalla centrale operativa, relativa a un veicolo appena sottratto.

Il tentativo di fuga e lo schianto

Alla vista dei lampeggianti e della sirena, il giovane alla guida non si è fermato, ma ha invece pigiato sull'acceleratore, dando il via a un breve ma concitato inseguimento.

La fuga si è conclusa bruscamente in Corso Pirandello, nel limitrofo comune di Massa di Somma. Qui, il 19enne ha perso il controllo della vettura che, ormai fuori controllo, si è schiantata con violenza contro una robusta ringhiera d'acciaio. Miracolosamente, il giovane è risultato illeso nell'impatto.

Immediatamente bloccato dai Carabinieri che lo avevano tallonato, il 19enne è stato tratto in arresto. Sono in corso le procedure per la restituzione della Smart ForFour al legittimo proprietario.

Pozzuoli, agguato ad Andrea Loffredo: arrestato il pistolero

Pozzuoli – Si chiude il cerchio attorno all'agguato di fine estate a Pozzuoli. Alle prime del giuorno di oggi, i Carabinieri della locale Compagnia hanno infatti eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 26enne del posto, ritenuto l'autore materiale del tentato omicidio di Andrea Loffredo.

L'operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, mette un punto fermo su una vicenda che porta impressa l'ombra della camorra.

I fatti risalgono alla sera del 27 agosto, quando in via Tiberio esplosero tre colpi di pistola in rapida successione. A finire nel mirino fu il 28enne Andrea Loffredo, raggiunto da due proiettili calibro 38 al braccio sinistro.

Una spedizione punitiva in piena regola, eseguita dal 26enne arrestato oggi insieme a un complice ancora ricercato. Loffredo riuscì a salvarsi con una corsa disperata verso l'ospedale Santa Maria delle Grazie, dove i medici giudicarono le sue ferite guaribili in 15 giorni.

Le indagini, condotte senza sosta dai Carabinieri e sollecitate dalla DDA partenopea, hanno permesso di ricostruire non solo la dinamica, ma soprattutto il movente dell'agguato. Non si trattò di un litigio o di un gesto isolato, ma di un'azione pianificata con l'obiettivo di uccidere.

Secondo gli inquirenti, il delitto è aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan Longobardi-Beneduce, egemone nell'area flegrea, consolidando il controllo sul territorio attraverso la violenza.

Per il 26enne si sono ora aperte le porte del carcere, dove dovrà rispondere delle pesanti accuse di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di arma da sparo. Nel frattempo, è stato fermato anche il complice minorenne , su disposizione della Procura per i monorenni.

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Ischia, da una e-bike rubata un intero deposito di mezzi ricettati: tre denunce

Ischia - Da una denuncia a un’indagine a catena. Tutto è cominciato con la segnalazione di una madre: qualcuno aveva rubato la bici elettrica del figlio, forzando la catena che la legava davanti al liceo. Un episodio apparentemente ordinario, ma sufficiente ad attivare le indagini dei Carabinieri della Stazione di Ischia.

Grazie all’analisi delle immagini di videosorveglianza della zona, i militari hanno rapidamente identificato il presunto autore del furto: un 45enne del posto, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo è stato rintracciato poco dopo, ma della bici non vi era più traccia.

La pista porta a un acquirente e a un deposito sospetto

Le ricerche hanno permesso di rintracciare il mezzo nelle mani di un 68enne che l’aveva appena acquistato, pagando al 45enne una cifra ben lontana dal reale valore di mercato. Entrambi sono stati denunciati per ricettazione.
Durante gli approfondimenti, è emersa un’ulteriore figura coinvolta: un 58enne ischitano, anche lui finito nei guai.

L’officina fantasma di via De Luca

Proseguendo le verifiche, i Carabinieri hanno scoperto un vero e proprio deposito di veicoli e materiali di dubbia provenienza, nascosto in un capanno in via De Luca. All’interno, un’officina abusiva trasformata in un “cimitero meccanico”: 177 batterie di scooter e automobili, numerosi pezzi di ricambio, telai e 19 biciclette elettriche.

Il capannone è stato posto sotto sequestro, mentre proseguono gli accertamenti per risalire ai legittimi proprietari dei mezzi e per chiarire la rete di ricettazione che sembra essersi sviluppata sull’isola.

Negli ultimi mesi, sull’isola d’Ischia si è registrato un aumento dei furti di biciclette elettriche, sempre più diffuse e costose. Il caso dell’officina abusiva scoperta dai Carabinieri potrebbe rappresentare un tassello importante per frenare il fenomeno e restituire i mezzi sottratti ai legittimi proprietari.

Avellino, alta tensione in carcere: maxi-rissa tra detenuti italiani e stranieri

Aavellino – Torna a salire la tensione nella Casa Circondariale di Avellino Bellizzi. Nella giornata di ieri, 12 novembre, un violento alterco è scoppiato nel reparto "comuni", trasformandosi in una maxi-rissa che ha visto contrapposti numerosi detenuti italiani e stranieri.

A lanciare l'allarme è Raffaele Troise, Responsabile della Segreteria Gau Uilpa Polizia Penitenziaria di Avellino.

Secondo la ricostruzione del sindacato, la rissa ha coinvolto un "cospicuo numero di detenuti" per motivi che, al momento, restano ancora da chiarire. Il tempestivo intervento degli Agenti di Polizia Penitenziaria, coordinati dalla Sorveglianza e dalla Direzione, è stato decisivo. Nonostante le "non poche difficoltà" incontrate per sedare gli animi e riportare l'ordine, gli agenti sono riusciti a evitare un "epilogo drammatico", trattenendosi in servizio ben oltre il loro orario di lavoro per stabilizzare la situazione.

L'ombra del sovraffollamento

L'episodio, tuttavia, non è un fulmine a ciel sereno. La Uilpa punta il dito contro la condizione strutturale dell'istituto, che minaccia di vanificare gli sforzi quotidiani per mantenere la sicurezza.

Il vero nodo critico, denuncia Troise, è il grave sovraffollamento: "Ad oggi si contano più di 630 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 500". Una situazione esplosiva, aggravata dal fatto che una sezione dell'istituto risulta attualmente chiusa, aumentando ulteriormente la pressione sulle aree restanti.

"Si sta lavorando quotidianamente per evitare nuove criticità che possano riportare l'Istituto a giorni nefasti", sottolinea il sindacalista. "Ma in mancanza di interventi per il deflazionamento dell'utenza, la strada intrapresa sembra portare inevitabilmente a una nuova paralisi".

L'appello all'Amministrazione

Di fronte all'ennesimo campanello d'allarme, la Uilpa Polizia Penitenziaria torna a chiedere un intervento urgente. Mentre esprime il proprio elogio "a coloro che costantemente si impegnano per garantire l’ordine e la sicurezza" nel penitenziario irpino, il sindacato sollecita "maggiore attenzione" da parte dell'Amministrazione centrale.

L'appello è chiaro: "Chiediamo di intervenire celermente per la risoluzione della problematica", conclude Troise, evidenziando come la gestione dell'emergenza non possa più poggiare unicamente sul sacrificio del personale in prima linea.

Napoli, investito a Ponticelli: muore dopo un mese in ospedale

Napoli - È morto dopo un mese di disperata lotta tra la vita e la morte, prima al Cardarelli e poi all'Ospedale del Mare. La città piange Mario Castello, 46 anni, l'ultima vittima di un asfalto sempre più insanguinato, investito in pieno a Ponticelli, in via Mario Palermo, mentre si accingeva ad attraversare la strada sulle strisce pedonali.

La tragedia risale a poco più di un mese fa. Mario Castello era appena sceso da un autobus e si stava dirigendo verso le strisce in via Mario Palermo, quando è stato violentemente sbalzato da una Renault guidata da un uomo di 62 anni.

L'impatto è stato fatale. Dopo cinque giorni trascorsi in Rianimazione al Cardarelli, il 46enne è stato trasferito in terapia intensiva all'Ospedale del Mare, dove ieri il suo cuore ha smesso di battere.

Come avviene per tutti i sinistri mortali, l'indagine è stata immediatamente presa in carico dalla sezione Infortunistica stradale della Polizia Municipale, diretta da Vincenzo Cirillo. I rilievi tecnici sul posto hanno confermato un elemento chiave ai fini degli accertamenti dell'autorità giudiziaria: Mario Castello stava effettivamente attraversando in prossimità delle strisce pedonali.

L'automobilista sessantaduenne al volante della Renault è stato sottoposto ai test tossicologici di rito, con il conseguente ritiro della patente e il sequestro preventivo del veicolo.

Emergenza pedoni: 8 vittime su 19 morti totali

La scomparsa di Mario Castello non è un caso isolato, ma si inserisce in un quadro drammatico per il capoluogo partenopeo. Con lui, salgono a otto i pedoni coinvolti in investimenti mortali dall'inizio dell'anno. Un dato agghiacciante che rappresenta quasi la metà del bilancio complessivo, che conta 19 morti in sinistri stradali a Napoli dal primo gennaio 2025.

Solo nelle ultime 48 ore, la cronaca ha registrato un'altra vittima della strada: Nazario Cretella, il 93enne napoletano travolto lo scorso 7 novembre in via Simone Martini, nel quartiere Vomero.

La protesta: "Non chiamateli incidenti"

L'ondata di lutto e la percezione di una vera e propria emergenza sicurezza hanno scatenato la rabbia e l'indignazione della società civile. Una serie di associazioni e comitati, riuniti sotto il nome di "Napoli città 30", insieme a numerose famiglie delle vittime della strada, annunciano la mobilitazione.

L'appuntamento è per domenica 16 novembre: cortei a piedi e in bicicletta confluiranno alle 11:30 in piazza Plebiscito per un Flash mob dal titolo inequivocabile: "Non chiamateli incidenti, basta morti in strada!". Una richiesta di attenzione e di misure concrete per tutelare la vita dei cittadini, a partire dalla riduzione della velocità nei centri urbani.

Sarno, 34enne gambizzato in strada a Crotone: in auto aveva tre chili di hashish

Sarebbe legato al mondo dello spaccio il ferimento di C.N., 34 anni, residente a Sarno , avvenuto nella serata dell’8 novembre a Crotone, nel quartiere nord di Tufolo-Farina.

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe avuto una accesa discussione con un gruppo di persone, degenerata poi in una sparatoria: C.N. è stato raggiunto da tre colpi d’arma da fuoco a una gamba.

Soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale “Pugliese” di Catanzaro, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico per fermare una grave emorragia. La prognosi resta riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Durante i controlli successivi, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Crotone, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno trovato nell’auto della vittima tre chili di hashish, quantità tale da far scattare un provvedimento di arresto nei suoi confronti.

Gli investigatori non escludono che si sia trattato di una “gambizzazione punitiva” legata a contrasti interni al mondo dello spaccio di droga. Le forze dell’ordine stanno acquisendo immagini di videosorveglianza e raccogliendo testimonianze per identificare i responsabili dell’agguato e chiarire i motivi del gesto.

Le indagini sono rivote anche a stabilire il ruolo del 34enne nel mondo dello spaccio, quello di correiere e quindi risalire ai fornitori della droga e a chi era destinata quella droga. Se l'avesse acquistata in Calabria o la stava trasportando dalla Campania.

N.M.

Tragedia al Vomero: muore 93enne investito sulle strisce, indagato automobilista 80enne

Napoli – Non ce l'ha fatta il 93enne investito lo scorso 7 novembre sulle strisce pedonali di via Simone Martini, al Vomero. L'uomo è deceduto ieri all'ospedale Cardarelli, dove era ricoverato in condizioni disperate fin dal momento del ricovero.

Le lesioni riportate – in particolare la gravissima frattura del femore complicata dalla rescissione dell'arteria femorale – si sono rivelate fatali nonostante l'impegno del personale medico.

Con la morte della vittima, la posizione dell'automobilista che lo ha investito si aggrava considerevolmente. L'80enne alla guida dell'auto che ha travolto la coppia di anziani è ora indagato per omicidio stradale. L'ipotesi di reato passa così dalle lesioni stradali gravi a una fattispecie ben più grave, che potrebbe comportare conseguenze penali significative.

La dinamica dell'incidente

L'incidente si è consumato in una delle arterie più trafficate del quartiere collinare. La coppia – residente in zona e molto conosciuta nel quartiere – stava attraversando regolarmente sulle strisce pedonali quando è stata travolta dall'auto guidata dall'80enne. Il punto, nonostante la segnaletica presente, è spesso teatro di transiti veloci e manovre imprudenti da parte degli automobilisti.

L'impatto è stato violentissimo. Il 93enne ha riportato multiple lesioni, tra cui la frattura del femore con rescissione dell'arteria femorale, un danno vascolare che ha richiesto un immediato intervento chirurgico in codice rosso. Le sue condizioni sono apparse irrecuperabili fin dal momento del soccorso, anche in considerazione dell'età avanzata della vittima.

La moglie ancora ricoverata

Anche la moglie 88enne è rimasta gravemente ferita nell'investimento. La donna è tuttora ricoverata all'ospedale Fatebenefratelli di Posillipo. Le sue condizioni, pur essendo meno critiche rispetto a quelle del marito, richiedono ancora assistenza ospedaliera e monitoraggio costante.

Le indagini in corso

L'automobilista 80enne si è fermato immediatamente dopo l'incidente per prestare i primi soccorsi, seppure in evidente stato di shock. Gli agenti della Polizia Municipale hanno eseguito i rilievi tecnico-scientifici sul luogo dell'incidente per ricostruire con precisione la dinamica dello scontro.

Le autorità stanno ora analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e ascoltando eventuali testimoni. L'obiettivo è chiarire ogni dettaglio utile a determinare le responsabilità: dalla velocità tenuta dalla vettura al momento dell'investimento al rispetto delle norme sulla precedenza pedonale.

Un bilancio sempre più tragico

La morte del 93enne allunga drammaticamente il numero delle vittime della strada tra Napoli e provincia. Ben 19 pedoni morti diventano un triste record che impone una riflessione urgente a tutti i livelli: dalle istituzioni chiamate a garantire la sicurezza urbana agli automobilisti, tenuti al rispetto rigoroso del Codice della Strada.

L'episodio sottolinea ancora una volta la vulnerabilità dei pedoni – specialmente gli anziani – nel tessuto urbano napoletano. La comunità locale è rimasta profondamente scossa dall'accaduto, che riaccende il dibattito sulla necessità di interventi concreti per la tutela degli utenti più fragili della strada.

Oroscopo di oggi 13 novembre 2025 segno per segno

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Il 13 novembre 2025 si respira un'aria di pragmatismo e servizio, con la Luna nella metodica Vergine che ci invita a mettere ordine, sia dentro di noi che nelle nostre vite quotidiane. Non è una giornata per grandi sbalzi emotivi o colpi di scena drammatici, ma piuttosto per costruire con pazienza le basi del nostro futuro.

ARIETE

  • Amore: La Luna in Vergine nel tuo settore del servizio ti spinge a dimostrare affetto con i fatti, non con le parole. Attenzione a non essere troppo pragmatico, il partner ha bisogno anche di romanticismo.

  • Lavoro: Giornata di dettagli e organizzazione. Metti a posto le cose in sospeso. Un compito noioso si rivelerà una base fondamentale per un progetto futuro.

  • Salute: Sei pieno di energia, ma attento alla fretta. Evita movimenti bruschi e dedica 10 minuti allo stretching per prevenire contratture.

  • Finanze: Niente spese impulsive. È un giorno per risparmiare e pianificare il budget per il mese a venire.

  • Consiglio Astrologico: Il servizio disinteressato è la chiave. Aiutare qualcuno oggi ti porterà una ricompensa inaspettata.

TORO

  • Amore: La creatività è alta. Un'uscita originale o un regalo fatto a mano possono ravvivare la fiamma. Single: potresti attrarre qualcuno con il tuo talento.

  • Lavoro: Idee brillanti affiorano, specialmente in team. Collabora e non aver paura di esprimere la tua visione. Un progetto creativo decolla.

  • Salute: La gola è il tuo punto debole. Attenzione a non esagerare con dolci e comfort food. Una camminata in un parco ti rigenererà.

  • Finanze: Possibile piccolo guadagno inaspettato legato a un hobby o a un'attività collaterale.

  • Consiglio Astrologico: Metti il cuore in ciò che fai. La passione è il tuo motore oggi.

GEMELLI

  • Amore: Le energie sono concentrate sulla casa e la famiglia. Una serata tranquilla in intimità vale più di un grande evento. Approfondisci un dialogo importante.

  • Lavoro: Meglio lavorare da casa se possibile. La concentrazione in ufficio potrebbe essere bassa. Sistemare l'ambiente di lavoro aumenta la produttività.

  • Salute: Cerca stabilità emotiva. La meditazione o il semplice stare a contatto con la natura ti aiuteranno a centrarti.

  • Finanze: Una spesa per la casa (un arredo, una riparazione) si rivelerà un ottimo investimento.

  • Consiglio Astrologico: Costruisci basi solide. Radicati nelle tue certezze affettive.

CANCRO

  • Amore: Sei particolarmente comunicativo e affascinante. Usa questo dono per chiarire un malinteso o per fare la prima mossa. Le tue parole hanno peso.

  • Lavoro: Giornata ideale per riunioni, presentazioni e scrittura. La tua capacità di persuasione è al top. Firma contratti o invia proposte importanti.

  • Salute: Attenzione a non sovraccaricare la mente. Dopo un'intensa attività cerebrale, concediti una pausa totale.

  • Finanze: Informati, leggi, confronta. Una decisione finanziaria presa con cognizione di causa oggi porterà frutti.

  • Consiglio Astrologico: Comunica il tuo valore. Fatti sentire, la tua opinione conta.

LEONE

  • Amore: L'autostima è alta e questo ti rende magnetico. Single: la sicurezza in voi stessi è il miglior biglietto da visita. Coppia: fatevi dei complimenti sinceri.

  • Lavoro: Mettici la faccia. Un'iniziativa personale o un'idea coraggiosa possono portarti sotto i riflettori in positivo.

  • Salute: Giorno di forza fisica. Allenati per scaricare l'energia in eccesso, ma senza esagerare con l'orgoglio.

  • Finanze: Ottimo giorno per valorizzare un tuo talento per guadagnare. Attenzione a spese di immagine eccessive.

  • Consiglio Astrologico: Investi su te stesso. Ciò che migliora la tua autostima è denaro ben speso.

VERGINE

  • Amore: La Luna nel tuo segno ti rende emotivamente sensibile. Ascolta il tuo intimo bisogno di cura e tranquillità. In amore, sii chiaro su ciò che desideri.

  • Lavoro: L'efficienza è la tua bandiera. Porti obiettivi precisi e li raggiungi. Un giorno perfetto per l'analisi e la pianificazione meticolosa.

  • Salute: Ascolta i segnali del corpo. Potresti sentire il bisogno di dormire di più o di mangiare in modo più leggero.

  • Finanze: Controlla i movimenti del conto e fai ordine. Scoprirai dove stai sprecando risorse.

  • Consiglio Astrologico: Mettiti al primo posto. Prenditi cura di te senza sensi di colpa.

BILANCIA

  • Amore: Un'intuizione profonda può chiarire una dinamica di coppia. Ascolta i sogni e le sensazioni. È un giorno per guarigioni emotive.

  • Lavoro: Lavora dietro le quinte. Un progetto segreto o un'idea che stai incubando prende forma. Fidati del tuo istinto nelle decisioni.

  • Salute: Momento per rigenerarsi. Un bagno caldo, musica rilassante o una sessione di yoga saranno molto più efficaci di un farmaco.

  • Finanze: Una situazione finanziaria poco chiara inizia a dipanarsi. Fidati del tuo sesto senso per un investimento.

  • Consiglio Astrologico: Lascia andare ciò che non ti serve più, a livello emotivo e materiale.

SCORPIONE

  • Amore: La tua socialità è al massimo. Incontri con amici possono portare a nuove conoscenze interessanti. In coppia, organizzate una serata con altre coppie.

  • Lavoro: Le tue doti diplomatiche sono preziose. Sei il collante del gruppo. Un obiettivo ambizioso si raggiunge con l'aiuto della tua rete di contatti.

  • Salute: Stai bene in compagnia. La socialità è una medicina per te. Evita di isolarti.

  • Finanze: Possibile regalo o favore di un amico. Un'opportunità di guadagno arriva attraverso una conoscenza.

  • Consiglio Astrologologico: Connetti le persone. La tua rete è la tua forza.

SAGITTARIO

  • Amore: L'ambizione è sexy. Parlando dei tuoi obiettivi di vita, potresti affascinare chi ti ascolta. In coppia, pianificate un traguardo comune.

  • Lavoro: Il riconoscimento che attendevi potrebbe arrivare. Sei nel mirino dei superiori, in positivo. Fatti notare per la tua competenza.

  • Salute: Attenzione alla schiena e alle spalle, simbolo di carichi e responsabilità. Stretching e una postura corretta sono essenziali.

  • Finanze: Una promozione o un aumento sono in vista. Gestisci con saggezza i nuovi ingressi.

  • Consiglio Astrologico: Pensa in grande e agisci di conseguenza. Il successo è alla tua portata.

CAPRICORNO

  • Amore: La voglia di libertà e scoperta si fa sentire. Pianifica un viaggio con il partner o, se single, apriti a conoscenze di culture diverse.

  • Lavoro: Espandere i tuoi orizzonti è la parola d'ordine. Corsi di formazione, contatti internazionali o nuove tecnologie sono il tuo trampolino di lancio.

  • Salute: Il benessere viaggia attraverso la mente. Leggere un libro stimolante o guardare un documentario ti farà sentire meglio.

  • Finanze: Investi nella tua formazione. È la spesa più redditizia che tu possa fare oggi.

  • Consiglio Astrologico: Alza lo sguardo. Il futuro che desideri è fuori dalla tua zona comfort.

ACQUARIO

  • Amore: Giornata di passioni profonde e trasformazione. Una conversazione può scavare in profondità e rafforzare il legame. Attenzione alla gelosia.

  • Lavoro: Affronta un problema alla radice. La tua capacità di analisi è potente e può risolvere una situazione intricata. Ottimo per ricerche e investigazioni.

  • Salute: Ottimo momento per un check-up o per iniziare una terapia. Il corpo risponde bene a trattamenti profondi.

  • Finanze: Una situazione finanziaria complessa (un prestito, un mutuo) può essere chiarita. Gestisci le risorse condivise.

  • Consiglio Astrologico: Affronta la verità. Ciò che scopri, per quanto difficile, ti renderà più libero.

PESCI

  • Amore: L'energia è tutta sulle relazioni. In coppia, è un giorno per compromessi costruttivi e per celebrare l'unione. Single: un incontro significativo è in agguato.

  • Lavoro: La collaborazione è fondamentale. Da solo non arrivi lontano, in team puoi raggiungere traguardi importanti. Sii aperto ai consigli.

  • Salute: Il benessere passa attraverso l'equilibrio con l'altro. Una passeggiata in coppia o un'attività condivisa ti farà bene.

  • Finanze: Un affare si conclude con una stretta di mano. Gli accordi uno-a-uno sono favoriti.

  • Consiglio Astrologico: Non puoi sempre avere ragione. Il compromesso oggi è una vittoria.

L'amore si esprime con gesti concreti di cura, il lavoro richiede attenzione ai dettagli, la salute chiede ascolto dei bisogni primari del corpo e le finanze beneficiano di una gestione oculata. Il consiglio universale è di essere utili, a noi stessi e agli altri, senza aspettarci nulla in cambio. È nella precisione, nell'umiltà e nel gesto ben fatto che si nasconde la soddisfazione più grande di questa giornata.

Ricordate: a volte, per vedere le stelle, bisogna prima aver pulito il telescopio. Oggi è il giorno giusto per farlo.

Maxiprocesso sulle violenze in carcere, la giustizia rischia il reset. Avvocati sul piede di guerra

Santa Maria Capua Vetere – Un terremoto giudiziario scuote l'aula bunker del carcere di Santa Maria Capua Vetere, rischiando di azzerare anni di lavoro e di allontanare la parola "fine" su una delle pagine più cupe della storia penitenziaria italiana.

Il maxiprocesso per le violenze perpetrate ai danni dei detenuti il 6 aprile 2020, che vede sul banco degli imputati 105 persone tra agenti della Polizia Penitenziaria, funzionari del Dap e medici, è a un punto di svolta critico.

La Corte di Appello di Napoli ha deciso di non prorogare l'incarico del presidente del collegio, Roberto Donatiello, proprio quando il dibattimento, durato tre anni, era in dirittura d'arrivo.

La notizia è piombata come un fulmine a ciel sereno, scatenando l'immediata e durissima reazione degli avvocati difensori. Al posto di Donatiello, che aveva guidato il complesso processo fin dalle sue battute iniziali, è stata nominata la giudice Claudia Picciotti.

Questa mattina, la nuova presidente si è presentata in aula, ha proceduto all'appello delle parti e ha rinviato l'udienza al prossimo 24 novembre. Una formalità che nasconde però un problema sostanziale: un nuovo giudice dovrà ora studiare migliaia di pagine di atti e testimonianze, con il concreto pericolo di vanificare l'intera istruttoria dibattimentale.

A rendere la decisione ancora più indigesta per i legali è la palese disparità di trattamento rispetto ad altre figure chiave del processo. Lo stesso giudice Donatiello era stato destinato dal Csm a Napoli già nel 2024, ma aveva continuato a presiedere il collegio sammaritano grazie a un'applicazione temporanea.

Un provvedimento analogo di cui beneficia tuttora il pubblico ministero Alessandro Milita, nominato procuratore aggiunto a Napoli ma autorizzato a proseguire il suo ruolo nell'accusa. Perché due pesi e due misure? È la domanda che serpeggia tra i corridoi del tribunale.

La protesta dei difensori è stata immediata e compatta. Gli avvocati hanno disertato un incontro chiarificatore previsto per oggi con il presidente del Tribunale e la Procura, giudicandolo inutile senza conoscere le motivazioni ufficiali dietro la mancata proroga. Al suo posto, la Camera Penale, presieduta da Alberto Martucci, ha proclamato l'astensione dalle udienze per il 24 novembre, giorno in cui il processo dovrebbe ripartire.

"Sarebbe stato molto utile conoscere le motivazioni del provvedimento di revoca", ha dichiarato l'avvocato Martucci. "Una scelta presa a pochi mesi dalla fine del processo desta profonda preoccupazione e ci lascia interdetti". La battaglia, a quanto pare, è appena cominciata.

Castellammare, lumini accesi sotto casa delle vittime di estorsione: il macabro metodo del clan D’Alessandro

A Castellammare di Stabia, per convincere un imprenditore a pagare, non servono più soltanto le pistole. Bastano dei lumini accesi attorno alla sua casa, un simbolo sinistro, che parla da sé.

È così che il clan D’Alessandro continua a imporre la propria legge del terrore, come emerge dall’ultima inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che ha portato a undici arresti.

Tra gli indagati c’è Massimo Mirano, 56 anni, meglio noto come 'o maccarone figura di riferimento del gruppo nella zona del rione Cicerone. Le intercettazioni lo inchiodano mentre descrive la logica criminale con disarmante naturalezza:

«Pagano tutti quanti, perché si prendono paura delle scoppettate», dice al telefono, riferendosi alle vittime del racket.

Le richieste di pizzo e le minacce

Secondo l’informativa della polizia, Mirano avrebbe preteso 3.000 euro da un imprenditore edile impegnato in lavori in via Roma, a Castellammare. Una somma che, per “direttiva” dei vertici del clan – Antonio Salvato e Francesco Abbruzzese – sarebbe poi salita a 4.000 euro.
Il denaro, secondo gli inquirenti, fu poi ritirato da un altro affiliato del clan, ancora non identificato.

L’inchiesta ricostruisce anche un altro episodio: una richiesta estorsiva da 10.000 euro, ridotta poi a 2.500, ai danni di un ingegnere – padre di una magistrata – la cui abitazione fu circondata da lumini funebri accesi come messaggio intimidatorio.
L’uomo viveva “al bivio di Scanzano”, zona collinare di Castellammare dove il clan controllava appalti e cantieri.

Le conversazioni intercettate

Le intercettazioni rivelano il tono confidenziale e spavaldo dei membri del gruppo. Mirano discute con un complice del sequestro, avvenuto il 16 ottobre 2024, di una pistola e 70.000 euro a casa di Antonio Salvato, uomo di fiducia dei D’Alessandro.

Durante la conversazione, l’interlocutore collega il sequestro al possibile esposto di un imprenditore estorto — “l’ingegnere con la figlia magistrato” — e ricorda l’episodio dei lumini sotto casa.

Ecco uno stralcio del dialogo, riportato integralmente negli atti:

Uomo: «L’ingegnere là sopra tiene la figlia che è magistrato… gli vennero ad accendere i lumini a terra intorno alla casa.»
Massimo: «E gli fecero l’estorsione?»
Uomo: «Eh, quelli da diecimila si sono presi duemilacinquecento… secondo me glieli ha dati pure, perché tiene la figlia che è magistrato.»
Massimo: «Pagano tutti quanti.»
Uomo: «Pagano tutti quanti.»
Massimo: «Perché si prendono paura delle scoppettate nel culo loro.»

Un linguaggio crudo, che racconta più di mille prove l’intimidazione sistematica, il dominio del clan e la convinzione d’impunità dei suoi affiliati.

Il ruolo di Mirano nel clan

Dalle indagini emerge che Massimo Mirano aveva un ruolo attivo nelle attività estorsive del gruppo D’Alessandro. Era lui, spiegano gli inquirenti, ad avvicinare le vittime, valutare la consistenza dei cantieri e calibrare le richieste di denaro.

In un’altra intercettazione, Mirano si lamenta del comportamento di un imprenditore – chiamato “il chiattone” – che “dava appuntamenti e poi non si faceva trovare”.
Lo stesso Mirano, secondo quanto emerge, si sarebbe poi dedicato anche al traffico di stupefacenti, lamentando di guadagnare troppo poco dal racket.

Un sistema che dura da decenni

Il clan D’Alessandro, nato tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, continua a esercitare un controllo capillare su Castellammare e sui comuni limitrofi.
Le nuove generazioni di affiliati – secondo l’accusa – applicano le stesse regole dei vecchi padrini: intimidazioni, violenza e paura.

Il simbolo dei lumini funebri accesi sotto casa delle vittime è solo l’ennesima evoluzione di una strategia criminale antica: quella di trasformare la città in un cimitero morale, dove ogni rifiuto al clan si paga con la paura.

 

 

 

 

 

 

 

Ecco come il gruppo Musella da Casoria inondava di cocaina Sannio e Irpinia

La holding della cocaina della famiglia Musella di Casoria faceva viaggiare lo stupefacente con un "permesso speciale", o meglio utilizzando un mezzo in disuso della protezione civile. E grazie alle cimici che gli investigatori avevano piazzato nel mezzo che sono stati scoperti e arrestati.

Ma all'appello del blitz di ieri che ha portato in carcere sei persone e una settima ai domiciliari manca l'ottavo che è proprio il capo: Edoardo Musella, 44 anni, ritenuto il promotore e il finanziatore dell'intera organizzazione. Gli investigatori sono sulle sue tracce da ieri.

Il cavallo di Troia con i lampeggianti

Il dettaglio che svela la spregiudicatezza della banda è nel metodo di trasporto. Per muovere i carichi di cocaina da Napoli verso le piazze di spaccio nel Sannio e in Irpinia, il gruppo utilizzava un'insospettabile "auto di servizio": un fuoristrada in disuso della Protezione Civile.

Il veicolo, sebbene non più operativo per l'ente (totalmente estraneo ai fatti), manteneva intatti i lampeggianti e le iscrizioni ufficiali sulle fiancate. Un lasciapassare perfetto. L'espediente, secondo gli inquirenti, era essenziale per superare eventuali posti di blocco delle forze dell'ordine senza destare il minimo sospetto. Chi mai fermerebbe un mezzo di soccorso?

Ma l'inganno è diventato la loro condanna. Gli investigatori della Squadra Mobile di Benevento, diretta da Flavio Tranquillo, hanno fiutato la pista, individuato il mezzo e, su disposizione della DDA (coordinata da Nicola Gratteri, con i sostituti Woodcock e Di Lauro), lo hanno trasformato in una trappola. Facendo installare delle cimici, gli agenti hanno ascoltato in diretta per mesi, scoprendo movimenti, contatti, luoghi di consegna e mappando l'intera rete di spaccio tra il Sannio e l'Irpinia.

La piramide della holding

L'ordinanza del GIP, Mariano Sorrentino, delinea una struttura gerarchica precisa, quasi manageriale, dove ogni associato aveva un compito definito.

Il Capo (Edoardo Musella, 44enne): Il "fantasma" ricercato. È accusato di essere il capo e promotore. Sarebbe stato lui a dirigere, finanziare e organizzare l'intero traffico, coordinando l'acquisto e lo smercio, riscuotendo i proventi e assegnando i ruoli.

L'Organizzatore Logistico (Gennaro Musella, 66enne): Padre di Edoardo, finito in carcere. È descritto come l'organizzatore dei viaggi e lui stesso corriere. Avrebbe coadiuvato il figlio prendendo in consegna la cocaina, trasportandola e cedendola agli acquirenti, tra cui Mucci e Marino, per poi riscuotere i corrispettivi.

L'Autista "Insospettabile" (Patrizio Buonocore, 61enne): Finito ai domiciliari. Sarebbe stato lui l'uomo alla guida del fuoristrada della Protezione Civile. L'accusa lo indica come colui che coadiuvava "sistematicamente" Gennaro Musella nei viaggi di rifornimento e consegna.

I Grossisti Locali (Giuseppe Mucci, 57enne, e Roberto Marino, 51enne): Entrambi in carcere. Non semplici clienti, ma "stabili acquirenti". Acquistavano, secondo l'accusa, "cospicui" quantitativi di cocaina dal clan Musella per poi, a loro volta, rivenderla sulle rispettive piazze. Mucci operava da una casa ad Apollosa (BN), pur risiedendo in città; Marino agiva ad Altavilla Irpina.

Il Custode (Bruno Adinolfi, 32enne): In carcere. A lui sarebbe spettato il compito di "deposito e custodia" della sostanza stupefacente, il magazziniere della holding.

L'agenda dello spaccio e il pestaggio

L'attività, iniziata nell'aprile 2023, era frenetica. Le intercettazioni hanno documentato un fiume di droga. Solo verso Giuseppe Mucci, ad Apollosa, si registrano decine di consegne: una da 5.000 euro a settembre; un'altra di 100 grammi per 3.500 euro a ottobre; una partita da oltre 219 grammi a gennaio 2024; e un'altra ancora dal valore stimato di 4.100 euro.

Ma il sodalizio non si occupava solo di polvere bianca. Dall'inchiesta emerge un capitolo di violenza cruda, una tentata estorsione da 32.500 euro.

I protagonisti di questa vicenda parallela sarebbero Roberto Marino (il "grossista" irpino) in qualità di mandante, e Sabato Ferrante (24enne) con Gennaro Ferrante (31enne) come esecutori materiali. La vittima, un acquirente (identificato in P.C.) "colpevole" di un debito di droga non onorato.

Il 5 dicembre 2022, i due Ferrante avrebbero raggiunto il debitore nella sua abitazione a Benevento. La scena descritta è brutale: l'uomo sarebbe stato prima minacciato con una mitraglietta, poi colpito con il calcio di una pistola e infine pestato a sangue con calci e pugni. Il malcapitato se la cavò con un trauma cranico e una prognosi di cinque giorni, senza danni permanenti.

Ora gli arrestati, difesi tra gli altri dagli avvocati Giuseppe Caturano (per Mucci) e Valeria Verrusio (per Marino), si trovano negli istituti di pena di Napoli e Avellino. Nei prossimi giorni saranno interrogati dal GIP Mariano Sorrentino, mentre la caccia all'uomo per chiudere definitivamente il cerchio continua.

 

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