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Aule a 10 gradi e uscite di sicurezza interne: Liceo Linguistico di Sant’Angelo dei Lombardi denuncia

Sant'Angelo dei Lombardi - Aule gelide, strutture inadeguate, sicurezza messa in discussione e un senso di profondo abbandono. È la fotografia delle condizioni in cui, da due anni, si trovano a studiare gli studenti del Liceo Linguistico di Sant’Angelo dei Lombardi, trasferiti all’ultimo piano di un edificio che in passato ospitava gli uffici dell’INPS.

“Dentro ci sono 10 gradi, quando la normativa nazionale stabilisce un minimo di 18°C”, denunciano gli studenti. “Passiamo le ore con giubbotti e sciarpe. Non è scuola, è resistenza”.

Un trasferimento improvviso e un piano mai realmente utilizzato

La situazione nasce due anni fa, quando un dirigente scolastico in reggenza decide di spostare la sede del linguistico nel palazzo oggi contestato.

Il piano superiore, dove oggi si trovano le classi, era stato usato raramente. Ora ospita un intero indirizzo, mentre al piano inferiore — un tempo occupato da alcune classi di ragioneria — è rimasto soltanto il biennio.

“Siamo completamente distaccati dagli altri indirizzi dell’istituto”, spiegano gli studenti. “Viviamo una condizione di isolamento fisico e gestionale”.

Uscite di sicurezza interne, infissi guasti e aria gelida

A preoccupare non sono soltanto le temperature. La struttura presenta diverse criticità: Le scale d’emergenza sono interne, non esterne, come previsto dalle norme di sicurezza. Le porte antipanico funzionano male e spesso si inceppano. Le finestre non si chiudono correttamente, lasciando filtrare aria fredda senza sosta.

Una combinazione che rende l’ambiente “estremamente difficile e potenzialmente pericoloso”, ricordando che Sant’Angelo dei Lombardi fu uno dei comuni più colpiti dal terremoto del 1980.“Nessuno ci difende. Anzi, dicono che siamo noi a non voler fare lezione”

Il sentimento prevalente è quello dell’abbandono.

“Da due anni viviamo così e nessuno prende davvero le nostre difese”, spiegano. “Ci sentiamo persino dire che siamo noi a non voler fare lezione. La verità è che è impossibile restare sei ore in aula con queste condizioni”.

Il paradosso, dicono, è stato raggiunto il 23 novembre, giorno della memoria del sisma del 1980: “Mentre ci fanno partecipare a una giornata di sensibilizzazione, la scuola cade a pezzi. I tecnici sostengono che la struttura è a norma, ma la realtà è davanti agli occhi di tutti”.

Dirigenza assente e istituzioni in difficoltà

La comunità scolastica riconosce la buona volontà di sindaca, vicepreside e vicario, ma lamenta soluzioni soltanto parziali.

Il dirigente scolastico, spiegano gli studenti, “è in reggenza, vive a Napoli ed è poco presente. Non può garantire un controllo costante”.

Intanto, nella sede centrale dell’istituto, la situazione è completamente diversa: “Lì si sta al caldo. Qui da noi si gela”.

“Venite a vedere. Abbiamo bisogno che qualcuno ci ascolti”

Gli studenti chiedono un intervento concreto:“Per noi sarebbe fondamentale che venisse realizzato un servizio sulla nostra scuola. La visibilità mediatica potrebbe finalmente costringere qualcuno ad affrontare il problema”.

Un appello che suona come l’ultima richiesta di aiuto di una comunità scolastica che chiede soltanto di poter fare scuola in sicurezza — e a una temperatura dignitosa.

Napoli Racing Show, 150 piloti in pista sull’Arena del Lungomare

Napoli – Via Caracciolo si trasforma nell’Arena del Lungomare per la seconda edizione del Napoli Racing Show, in programma dal 6 all’8 dicembre. L’evento gratuito attira appassionati, famiglie e curiosi con un cartellone potenziato, che unisce agonismo e spettacolo grazie a un tracciato doppio rispetto al 2024, progettato per massimizzare sicurezza e visibilità. Obiettivo ambizioso: fare da trampolino per un Gran Premio di Formula 1, magari in sinergia con l’America’s Cup già ospitata in città.

La viabilità resta fluida nonostante l’espansione del circuito. Piazza della Repubblica rimane aperta, con accessi diretti su viale Dohrn e via Caracciolo verso piazza Vittoria, evitando disagi per gli automobilisti.

“Napoli merita un evento motoristico internazionale – ha dichiarato il sindaco Gaetano Manfredi a margine della conferenza stampa al Tennis Club Napoli –. Ha tradizione e posizione ideale. La Formula 1 sarebbe un miracolo, come lo è stata l’America’s Cup. I grandi eventi qui trionfano: la città sta cambiando e attira sempre di più”.

Enzo Rivellini, promotore dell’evento, rilancia: “Abbiamo raddoppiato il circuito con piloti su Lamborghini, Porsche e prototipi. Tanti eventi collaterali, presentazioni di nuovi modelli, zero impatti sul traffico. È una festa per famiglie e appassionati, anteprima di un Gran Premio del Mediterraneo che stiamo inseguendo”.

(h3)Cast stellare e programma dettagliato

Al via 150 piloti, tra cui 75 kartisti con il campione del mondo Senior 2025 Angelo Lombardo e l’Europeo Over Paolo Gagliardini. Nelle auto, pluricampioni italiani come Vito Postiglione, Francesco Turizio, Piero Nappi, Rosario Iaquinta, Mariano Maglioccola, Francesco Leogrande, Luigi Vinaccia e Salvatore Venanzio.

La kermesse, presentata con Manfredi, Rivellini, Riccardo Villari (presidente Tennis Club Napoli), Paolo Scudieri (campione Trofeo Gran Premio di Napoli) e Pasquale Cilento (ACI Campania), si apre sabato 6 dicembre con la Gara Nazionale Kart e il “Karting in Piazza” per i bambini, con lezioni di guida responsabile. Seguiranno Rally Master Show, test drive e la rassegna “Vini e Oli della Magna Grecia”.

Domenica 7 focus sulle competizioni: prove libere, qualifiche GT Cup Challenge, eliminatorie, Revival Trofeo Renault con vetture storiche e Concorso d’Eleganza Mille Miglia della Magna Grecia.

Lunedì 8 chiusura esplosiva: finali Rally Master Show, parata di Formula 1 e prototipi, drifting, Coppa Birba con le nuove “Birba” e Coppa Enel con elettriche ad alte prestazioni. Premiazione alle 16.15 e fuochi d’artificio sul Golfo.Un weekend che accelera i motori di Napoli verso i riflettori mondiali.

Napoli si accende per Natale: 200 eventi tra musica, luoghi simbolo e periferie

Napoli -  Concerti, rassegne musicali e cinematografiche, spettacoli per famiglie, laboratori creativi e appuntamenti di respiro internazionale: il calendario del Natale a Napoli 2025 si annuncia come uno dei più ricchi degli ultimi anni.

Quasi 200 eventi, tutti gratuiti, promossi dall’amministrazione comunale, animeranno la città dal 5 dicembre all’11 gennaio, trasformando Napoli in un grande palcoscenico diffuso capace di intrecciare tradizione e innovazione, centro storico e periferie.

Tra gli ospiti previsti spiccano nomi che hanno segnato la scena musicale italiana e internazionale: Enzo Avitabile, Eugenio Bennato, Teresa De Sio, Tony Esposito, Raphael Gualazzi, Neri Marcorè, Beth Orton, Carmen Souza, Paolo Hendel e David Riondino.

"Napoli Città della Musica": una visione che si consolida

“Nella programmazione delle festività – ha spiegato Ferdinando Tozzi, delegato del sindaco per l’industria musicale e l’audiovisivo – riaffermiamo la visione di Napoli Città della Musica, un progetto che vuole raccontare l’identità culturale della città con uno sguardo sempre più aperto al mondo”.

A incarnare questo spirito, diversi appuntamenti di rilievo. Tra i più attesi:
Sacro Sud, festival ideato da Enzo Avitabile e prodotto da Black Tarantella, ospitato nelle chiese di Santa Maria Donnaregina Nuova, San Pietro ad Aram, Sant’Anna dei Lombardi e San Giovanni Battista a Teduccio.

“700 – Apoteosi di Napoli, capitale della musica”, rassegna dell’associazione Domenico Scarlatti con la direzione artistica di Enzo Amato: cinque concerti nelle chiese di Santa Maria la Nova, Santissima Trinità dei Pellegrini e Donnalbina per ripercorrere la stagione d’oro della Scuola musicale napoletana.

Novecento Breve, reading-spettacolo del poeta Ferdinando Tricarico che attraversa la grande poesia italiana dal primo dopoguerra fino alla caduta del Muro di Berlino.

Il grande omaggio al Neapolitan Power

Il viaggio musicale culminerà il 29 dicembre al PalaVesuvio con “Neapolitan Power – Dalle origini al futuro”, produzione Sponda Sud. Un evento celebrativo in quattro atti per raccontare il movimento che dagli anni Settanta ha ridefinito il suono di Napoli.

La serata includerà:
un tributo dell’Ensemble Parthenope a James Senese e Giuseppe Vessicchio, recentemente scomparsi;

un omaggio ai Napoli Centrale con Pietro Santangelo;
un concerto di Eugenio Bennato;
un finale corale che riunirà artisti simbolo come Tony Esposito, Teresa De Sio, Raiz, Fabiana Martone, Dario Sansone, Roberto Colella, Tommaso Primo, Gabriele Esposito, Gianni LaMagna, Mauro Gioia e Napoleone.

La cultura come diritto: più investimenti nelle periferie

“Dopo tre anni di politiche culturali – ha dichiarato Sergio Locoratolo, delegato del sindaco per le politiche culturali – registriamo un’inversione importante: il 51% degli investimenti culturali è destinato alle periferie, superando i quartieri del centro, tradizionalmente più finanziati”.

L’obiettivo è una Napoli sempre più policentrica, con una distribuzione equilibrata degli eventi: “La cultura è un diritto – ha aggiunto Locoratolo – e come tale deve essere universale e accessibile”.

Per facilitare l’accesso e rendere l’offerta più fruibile, il Comune lancerà a breve una nuova App e un sito dedicato, dove cittadini e turisti potranno consultare in tempo reale l’intera programmazione culturale della città.

Accusato di violenze sulla compagna incinta: assolto 30enne di Montesarchio

Il Tribunale di Benevento, in composizione collegiale presieduta dalla giudice Rotili, ha assolto R.M.D., 30enne di Montesarchio, dall’accusa di maltrattamenti e lesioni nei confronti della compagna allora incinta, disponendone la rimessione in libertà e la revoca di tutte le misure cautelari ancora in vigore

. Il collegio ha così aderito alla linea difensiva sostenuta dall’avvocato Vittorio Fucci, in netto contrasto con la richiesta del pubblico ministero, che aveva sollecitato una condanna a 4 anni di reclusione.

L’uomo era stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio a seguito di un intervento scattato dopo una segnalazione del fratello della donna. Quest’ultimo, secondo quanto ricostruito in atti, sarebbe stato avvertito tramite messaggio dalla sorella delle presunte violenze in corso, e aveva quindi allertato le forze dell’ordine.

Stando all’impostazione accusatoria, il 30enne avrebbe sottoposto la compagna a una serie di condotte abitualmente violente e vessatorie, culminate nell’episodio che portò all’arresto. In quella circostanza alla donna furono riscontrate lesioni a un occhio e diverse escoriazioni in altre parti del corpo, circostanze che avevano aggravato ulteriormente il quadro indiziario iniziale a carico dell’imputato.

Dopo l’arresto in flagranza, R.M.D. era stato prima tradotto in carcere, poi scarcerato e sottoposto agli arresti domiciliari. Nel corso del procedimento la misura cautelare era stata ulteriormente attenuata con la sostituzione dei domiciliari nel divieto di avvicinamento alla persona offesa, da eseguire con l’ausilio del braccialetto elettronico.

In seguito, però, il 30enne avrebbe violato il divieto di avvicinamento all’ex compagna, circostanza che aveva indotto il giudice a irrigidire nuovamente il regime cautelare, applicandogli – oltre al braccialetto elettronico – anche il divieto di dimora nel Comune di Montesarchio.

Con la sentenza emessa oggi, il Tribunale di Benevento ha assolto R.M.D., disponendo contestualmente la revoca sia del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico sia del divieto di dimora a Montesarchio, con conseguente totale remissione in libertà dell’imputato.

La decisione, che recepisce in pieno le argomentazioni dell’avvocato Fucci, chiude – almeno in primo grado – una vicenda giudiziaria che, sin dall’arresto in flagranza, aveva destato forte attenzione a livello locale per la gravità delle accuse contestate e per la particolare condizione della presunta vittima, all’epoca dei fatti in gravidanza.

Onlayer ottiene 8,2 milioni di dollari per espandere la piattaforma di gestione del rischio dei merchant

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Ankara, Turchia - Onlayer, piattaforma regtech e di gestione end-to-end dei merchant con sede in Turchia, che supporta banche, provider di servizi di pagamento (PSP) e imprese, ha annunciato la raccolta di 8,2 milioni di dollari in un round di finanziamento di Serie A.

Il nuovo capitale sarà impiegato per accelerare l’espansione nei mercati di Medio Oriente, Africa e Asia-Pacifico, oltre a rafforzare le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale dedicate alla gestione del rischio, alla compliance e al miglioramento delle performance.

Nuovi e attuali investitori

Il round è stato guidato da Oleka Capital, con la partecipazione di Deniz Ventures, il braccio di venture capital di DenizBank, costituito sotto l’ombrello del corporate venture capital del gruppo Emirates NBD, Revo Capital, il Türkiye Development Fund tramite INVEST101, e Sandeep Gomes come nuovi investitori. Hanno partecipato al round anche il Future Impact Fund, gestito in partnership con gli investitori esistenti Vestel Ventures e Tacirler Portfolio Management.

Il round di Serie A segue un round pre-Serie A da 1 milione di dollari completato all’inizio di quest’anno, portando il finanziamento totale di Onlayer a 9,2 milioni di dollari.

Ridefinire gli standard globali nel rischio merchant

«Nel sesto anno di attività, Onlayer è orgogliosa di essersi affermata come player globale, contribuendo a ridefinire gli standard del settore nella gestione del rischio merchant e nella compliance. Questo traguardo è il frutto dell’impegno del nostro team e della fiducia di clienti e investitori», ha dichiarato Kıvanç Harputlu, cofondatore e CEO di Onlayer. «Grazie a questo investimento continueremo a crescere a pieno ritmo, puntando a diventare il principale fornitore tecnologico del nostro settore a livello mondiale».

«Onlayer sta trasformando il modo in cui le istituzioni finanziarie collaborano con i clienti corporate e merchant. I risultati ottenuti in Turchia dimostrano che il prodotto e il team sono pronti per espandersi in nuovi mercati», ha commentato İlker Sözdinler, Managing Partner di Oleka Capital.

Onlayer accelererà ulteriormente il suo percorso verso l’espansione globale

«Onlayer si afferma come uno dei migliori esempi della visione TechFin, trasformando la compliance da semplice adempimento in una leva strategica capace di accelerare la crescita finanziaria», ha commentato Cenk Bayrakdar, Founding Partner e Managing Director di Revo Capital.

«Onlayer dimostra come una tecnologia sviluppata localmente possa generare un impatto concreto su scala regionale e globale, in particolare nell’infrastruttura finanziaria e nella gestione del rischio», ha dichiarato Elif Emirli Altuğ, General Manager e membro del Consiglio di Amministrazione del Türkiye Development Fund.

«In qualità di primo investitore istituzionale di Onlayer, siamo convinti che accelererà con ancora maggiore determinazione e sicurezza il proprio percorso verso le ambizioni globali», ha affermato Selami Düz, Coordinator di Maxis Ventures.

Onboarding dei merchant, rischio e compliance in un’unica piattaforma

Fondata nel 2019, Onlayer offre una piattaforma unificata di gestione dei merchant che aiuta banche e PSP ad automatizzare l’onboarding dei merchant, monitorare in modo continuo i portafogli, gestire la conformità PCI-DSS e ottenere insight basati sui dati per ridurre i rischi e supportare la crescita. Con sedi a Londra, Dubai e Arabia Saudita, l’azienda serve oggi istituzioni finanziarie e fornitori di servizi in 12 Paesi delle regioni MENA e APAC.

La piattaforma di Onlayer integra in un unico ambiente l’acquisizione dei merchant, il monitoraggio in tempo reale, i controlli AML e antifrode, i flussi di lavoro per la conformità PCI-DSS e le analisi continue sulle attività dei merchant, consentendo alle istituzioni finanziarie di identificare e gestire i rischi legati ai merchant e di scalare i propri portafogli in modo più efficiente.

Di recente, Onlayer è diventata una delle poche aziende al mondo a essere designata come Mastercard-approved Merchant Monitoring Service Provider (MMSP) e, grazie a questo riconoscimento, la prima MMSP autorizzata in Turchia e in Europa. Questo riconoscimento attesta il rispetto degli standard globali dei circuiti di pagamento e garantisce a Onlayer un accesso diretto a un’ampia rete di banche acquirenti e provider di servizi di pagamento (PSP).

Napoli, nuovi alloggi e legalità: il Rione Amicizia cambia volto

Il volto del Rione Amicizia, quartiere storico di Napoli spesso citato nelle cronache per criminalità organizzata e degrado, sta per essere trasformato. Dopo decenni di abbandono istituzionale e occupazioni abusive, qui lo Stato torna presente e si riafferma attraverso un maxi-intervento di riqualificazione e legalità.

Saranno consegnati entro il mese di dicembre due nuovi edifici, con 68 alloggi destinati alle famiglie meno numerose, costruiti su un’area del demanio alle porte del Rione San Francesco. Un intervento atteso da anni, che si unisce all’abbattimento di oltre 600 manufatti abusivi: un segnale forte contro il potere dei clan, che per troppo tempo hanno imposto le loro regole nell’area.

Il progetto regionale, realizzato da ACER in sinergia con Procura e Prefettura, non si limita alla semplice edilizia. Tre edifici con gravi problemi strutturali sono stati demoliti e ricostruiti, mentre sette palazzine vengono messe in sicurezza per restituire condizioni dignitose di abitazione a ben 268 famiglie. L’obiettivo dichiarato: riaffermare la legalità e riportare lo Stato dove per anni hanno invece dominato degrado e criminalità.

“È un passo importante – sottolineano le istituzioni – verso la normalizzazione di un quartiere simbolo di troppe emergenze. Dare una nuova casa significa restituire futuro e speranza a centinaia di persone.” Un cambio di paradigma che, tra abbattimenti, nuove costruzioni e messa in sicurezza dell’esistente, punta a restituire dignità e sicurezza alle famiglie del Rione Amicizia, favorendo così una cultura della legalità che coinvolga tutta la comunità.

Galleria Vittoria chiusa per manutenzione: divieti notturni fino all'alba

Napoli si prepara a una notte di disagi alla viabilità. La Galleria Vittoria, arteria fondamentale per gli spostamenti cittadini, sarà interessata da un dispositivo di circolazione temporaneo dalle 23:30 di questa sera alle 5 di domattina, per consentire interventi di manutenzione straordinaria all'impianto di ventilazione.

Le restrizioni al traffico si articoleranno in due fasi distinte. Nella prima, dalle 23:30 di oggi alle 2:30 di domani, scatterà il divieto di transito veicolare nelle corsie con direzione Via Domenico Morelli. Contestualmente, nelle corsie opposte verrà istituito il senso unico di marcia da Via Ammiraglio Ferdinando Acton verso Via Domenico Morelli.

La seconda fase dei lavori prenderà il via alle 2:30 e si protrarrà fino alle 5 del mattino. In questo intervallo temporale sarà vietato il transito nelle corsie con direzione Via Ammiraglio Ferdinando Acton, invertendo di fatto le limitazioni della prima fase notturna.

Gli automobilisti che transitano abitualmente nella zona dovranno pianificare percorsi alternativi o considerare l'utilizzo di viabilità secondarie per evitare disagi durante le ore interessate dai divieti. Si consiglia di consultare le indicazioni della segnaletica temporanea predisposta per l'occasione.

Controlli a tappeto allo stadio Maradona: sanzioni, rimozioni e contrasto all’abusivismo

Controlli a tappeto della Polizia Locale allo stadio “Diego Armando Maradona” in occasione della partita tra Napoli e Qarabag. Per garantire sicurezza e regolare il traffico nelle aree di maggiore affluenza, sono stati impiegati 89 agenti e un ufficiale, dislocati lungo le principali arterie cittadine e nei pressi dell’impianto sportivo.

Durante l’operazione, gli agenti hanno contestato due violazioni relative all’ordinanza che vieta la vendita di bevande in contenitori di vetro nell’area dello stadio, una misura volta a prevenire episodi di violenza e incidenti. Inoltre, sono stati rimossi 92 veicoli in sosta irregolare, di cui 11 motocicli, e sono stati emessi 107 verbali per infrazioni al Codice della Strada, tra cui intralcio alla circolazione e sosta in aree riservate.

Grande attenzione è stata rivolta anche al fenomeno dei parcheggiatori abusivi: 7 persone sono state sanzionate e il denaro rinvenuto è stato sequestrato. Parallelamente, sono state verificate 9 attività commerciali, con il riscontro di irregolarità soprattutto per l’occupazione non autorizzata di suolo pubblico.

L’operazione rientra nel piano di prevenzione e controllo predisposto per garantire ordine e sicurezza durante gli eventi sportivi di grande affluenza, confermando l’impegno costante della Polizia Locale nel contrasto alle criticità legate al traffico, all’abusivismo e alla sicurezza urbana.

Neonata partorita nel water: arrestata la mamma era sotto effetto del crack

Un dramma dai contorni agghiaccianti scuote la comunità di Ciriè, nel torinese. Una donna di 38 anni è stata arrestata con la terribile accusa di tentato infanticidio dopo aver partorito la sua bambina nel water del bagno di casa, presumibilmente sotto l'effetto del crack.

La neonata, venuta alla luce prematuramente, è ora ricoverata in condizioni disperate, mentre la madre è stata trasferita in carcere.

La scoperta e i primi soccorsi

L'allarme è scattato nella serata di lunedì 24 novembre, quando il fratello della donna ha chiamato il 118. Giunti nell'abitazione, che appartiene alla madre della 38enne, i soccorritori si sono trovati di fronte a una scena terribile: la donna, in stato confusionale e in lacrime, si trovava a terra, mentre la sua bambina era nel water, con la testa parzialmente sommersa.

Si stima che la piccola sia rimasta in quelle condizioni per almeno venti minuti. Il personale medico ha immediatamente praticato le manovre di rianimazione sulla neonata prima di trasportarla d'urgenza all'ospedale Maria Vittoria, dove è stata affidata al reparto di terapia intensiva neonatale.

Il racconto incredibile della madre

Agli infermieri che la soccorrevano, la donna ha fornito una versione dei fatti giudicata poco credibile dagli inquirenti. Ha dichiarato di non essersi mai resa conto di essere incinta e di essere stata colta dal panico al momento del parto.

Tuttavia, un dettaglio cruciale non torna nella sua ricostruzione: la 38enne sarebbe riuscita a recidere da sola il cordone ombelicale, un'azione che presuppone una lucidità e una consapevolezza che mal si conciliano con il suo racconto di shock e inconsapevolezza. Non ha saputo, inoltre, spiegare come abbia compiuto tale gesto.

Le condizioni della neonata e l'arresto

La bambina, nata al settimo mese di gravidanza con un peso di appena un chilo, versa in condizioni critiche. A più di 24 ore dall'accaduto, i medici mantengono la prognosi strettamente riservata e non si sbilanciano sulle sue possibilità di sopravvivenza. La madre, inizialmente ricoverata all'ospedale di Ciriè per accertamenti, è stata raggiunta martedì sera dai Carabinieri della tenenza locale. Una volta stabilizzate le sue condizioni fisiche, le è stato notificato il provvedimento di fermo ed è stata immediatamente trasferita in carcere.

Allarme al test di Medicina: "copie" in rete, il Ministero indaga

Milano - Scricchiola il sistema del semestre filtro per l'accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Dopo la conclusione della sessione d'esame, il Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) è dovuto correre ai ripari per una ricognizione massiva su web e social network: l'obiettivo era stanare eventuali tracce dei test di Chimica, Fisica e Biologia appena sostenuti da 55.000 aspiranti medici in 44 atenei.

I controlli, eseguiti con un sofisticato strumento di analisi di massa (un crawler), hanno passato al setaccio milioni di contenuti online. Il risultato, se da un lato tranquillizza, dall'altro solleva l'ombra di potenziali irregolarità post-esame.

La sospensione e l'indagine

L'attività istruttoria del Ministero ha finora smentito la pubblicazione di qualsiasi modulo d'esame durante lo svolgimento delle prove. Le immagini incriminate, che hanno scatenato l'allarme, sono risultate essere solo due moduli domanda – le cosiddette "brutte copie" – diffuse online nel tardo pomeriggio di giovedì 20 novembre, a sessioni concluse in tutta Italia.

Le fotografie, che non includono i fogli risposta ufficiali, sono riconducibili a prove effettuate presso l'Università Federico II di Napoli e l'Università degli Studi di Catania.

Annullamento imminente e indagine della Polizia Postale

Nonostante la diffusione sia avvenuta solo a giochi fatti, la tolleranza è zero. Le due prove incriminate sono tuttora anonime, ma il Ministero ha già stabilito la procedura: non appena i compiti verranno associati ai nominativi, le relative prove saranno annullate in base alle normative vigenti, identificando i candidati che hanno scattato e diffuso il materiale.

Ma l'indagine non si ferma qui. La ricognizione ha permesso di raccogliere anche diversi post e messaggi dove alcuni candidati avrebbero candidamente dichiarato di aver copiato durante il test. Questo materiale è stato immediatamente trasmesso alla Polizia Postale, che avrà il compito di identificare gli autori e verificare se le loro ammissioni corrispondano effettivamente a irregolarità avvenute durante le sessioni d'esame.

Il Ministero, pur ridimensionando l'allarme – due brutte copie su un totale di 160.000 compiti gestiti – mantiene alta l'attenzione per garantire l'integrità e la trasparenza della selezione.

Frode fiscale internazionale da 33 milioni, maxi-sequestro tra Campania e Veneto

Una frode fiscale “carosello” da oltre 33 milioni di euro è stata smantellata dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento dell’European Public Prosecutor’s Office (EPPO) di Venezia. I finanzieri del Comando provinciale di Verona stanno eseguendo un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di circa 33,8 milioni di euro, disposto dal gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di 7 persone e 24 società ritenute coinvolte nel sistema illecito.

L’inchiesta, sviluppata in stretto raccordo tra gli uffici della Procura europea in Italia e in Croazia, ha portato ad attività investigative parallele sul territorio nazionale ed estero. Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona hanno fatto emergere un contesto criminale con proiezione internazionale e, secondo l’ipotesi accusatoria, un’associazione per delinquere specializzata in frodi IVA nel commercio all’ingrosso di prodotti per la detergenza, la cura della casa e della persona.

L’operazione è il risultato di oltre un anno di accertamenti, partiti dall’analisi di alcuni alert su società con sede nel Veronese. Gli approfondimenti hanno consentito di ricostruire un articolato schema fraudolento basato su società fittiziamente residenti all’estero che acquistavano, senza applicazione dell’IVA, merce da grossisti italiani, alcuni dei quali scaligeri.

I beni venivano poi ceduti solo sulla carta a “missing trader”, società fantasma con base in Campania, che a loro volta rivendevano i prodotti a società “filtro”, omettendo sistematicamente il versamento delle imposte.

Secondo gli investigatori, le cosiddette conduit company (le “cartiere” estere) e gli altri soggetti giuridici coinvolti nei diversi passaggi della filiera sarebbero stati gestiti in Italia da un’associazione a delinquere con base nel Napoletano.

Per rendere ancora più difficile risalire ai reali beneficiari della frode, gli indagati avrebbero attuato un continuo turn over delle società coinvolte, intestando le partite IVA a prestanome, spesso nullatenenti, utilizzati come “teste di legno”.

La supply chain fittizia, resa volutamente complessa da molteplici passaggi estero su estero, avrebbe consentito un indebito risparmio fiscale di oltre 33 milioni di euro. Questo vantaggio economico, secondo la ricostruzione investigativa, veniva poi utilizzato per praticare strategie di pricing aggressivo, immettendo sul mercato nazionale prodotti a prezzi altamente concorrenziali, con conseguente danno per l’Erario e per le imprese operative nel rispetto delle regole.

Alla luce di questi elementi, l’Autorità giudiziaria, condividendo le risultanze della Guardia di Finanza di Verona, ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca, anche per equivalente, fino alla concorrenza di circa 33,8 milioni di euro.

L’esecuzione del provvedimento è stata accompagnata dalla notifica dell’invito a presentarsi per l’interrogatorio, atto propedeutico alla valutazione da parte dello stesso gip dell’eventuale applicazione di misure cautelari personali nei confronti dei 7 presunti promotori dell’associazione e dei 27 indagati indicati come formali amministratori delle società inserite nel meccanismo fraudolento.

Contestualmente, sono state eseguite perquisizioni nei confronti dei presunti promotori dell’associazione nel territorio campano, con il supporto del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e delle Compagnie di Pozzuoli e Nocera Inferiore.

Operazioni parallele sono state condotte anche in Croazia, dove alcuni indagati sono stati arrestati, e nel Nord Italia, con perquisizioni e sequestri eseguiti dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Gorizia e Padova su delega dell’Autorità giudiziaria croata.

La Guardia di Finanza e l’EPPO sottolineano che il provvedimento interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su ipotesi di reato che dovranno essere accertate nel corso del procedimento. La responsabilità degli indagati potrà essere definitivamente stabilita solo con sentenza penale irrevocabile, nel rispetto della presunzione di non colpevolezza sancita dall’articolo 27 della Costituzione.

L’operazione conferma, infine, il ruolo centrale della Procura europea e della Guardia di Finanza nel contrasto alle frodi IVA e agli illeciti che danneggiano il bilancio dell’Unione europea, alterano la concorrenza e penalizzano le imprese che operano in modo corretto.

Parcheggiatore abusivo a Largo Tarsia: Scoppia lo scandalo, è un dipendente della Regione Campania

Napoli – Un dipendente della Regione Campania, pagato con i soldi pubblici, fa il "parcheggiatore abusivo" in un sito storico ridotto a un suk illegale. È lo scandalo esploso ieri a Largo Tarsia, nel cuore di Napoli, grazie a un blitz a sorpresa del deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli. Una storia di degrado e illegalità che calpesta secoli di storia e imbarazza le istituzioni.

Su segnalazione di residenti esasperati, il parlamentare ha messo piede nell'area che un tempo ospitava il maestoso Palazzo Spinelli di Tarsia, gioiello incompiuto del Rococò napoletano.

Oggi, di quella grandeur rimane solo il ricordo: al suo posto, un parcheggio abusivo che prospera indisturbato. E qui, l'ispezione si trasforma in scoop. Borrelli si imbatte in un soggetto che, insieme a complici, gestisce la sosta illecita. La prova schiacciante? Un sacchetto di plastica, brandito con disinvoltura, colmo di chiavi di automobili. La riprova che i cittadini affidano i loro veicoli a questi "facchini" dell'illegalità.

Ma è l'identità di uno dei presunti "parcheggiatori" a far esplodere il caso. Fonti locali e cittadini hanno infatti riconosciuto in uno degli uomini attivi nell'area un impiegato della Giunta Regionale della Campania, in servizio presso l'Isola A6 del Centro Direzionale.

Un funzionario che, secondo l'accusa, di giorno lavora per la pubblica amministrazione e, in altri orari, contribuisce attivamente al degrado della città che le istituzioni dovrebbero tutelare.

Le dichiarazioni del deputato Borrelli non lasciano spazio a interpretazioni: "È un affronto inaccettabile alla storia, alla legalità e alla dignità di Napoli", tuona. "Qui, dove un tempo c'erano opere di Giotto e Tiziano, oggi c'è un indecoroso suk. Ma l'indignazione più grande è scoprire che questa illegalità potrebbe essere gestita da un dipendente pubblico.

Se confermato, non è solo un reato, è una resa dello Stato. Pretendiamo immediati e severi provvedimenti disciplinari: il licenziamento. Non possiamo tollerare che chi è stipendiato dai cittadini si faccia beffe delle regole e della città stessa."

Il deputato ha già richiesto l'intervento immediato delle forze dell'ordine per bonificare l'area e ha annunciato interrogazioni parlamentari per fare piena luce sulla posizione del dipendente regionale. La politica è chiamata a rispondere, mentre a Largo Tarsia la storia aspetta ancora che qualcuno restituisca la sua dignità.

De Luca rivendica il “campo largo”: “In Campania lo abbiamo inventato cinque anni fa”

Napoli– Vincenzo De Luca rivendica la paternità politica del “campo largo” e punta il dito contro la “confusione” che agita oggi il dibattito nel centrosinistra nazionale.

A margine di un sopralluogo al Rione San Francesco di Napoli, dove ha illustrato lo stato di avanzamento degli interventi di riqualificazione, il presidente uscente della Regione Campania ha ricordato come, a suo dire, l’esperimento di un’alleanza larga sia nato proprio qui cinque anni fa.

“Il campo largo lo abbiamo fatto in Campania cinque anni fa – ha dichiarato De Luca –. Vedo che c’è molta confusione e gente dalla memoria corta. Il vero campo largo è questo, quello che abbiamo costruito noi. Quello di oggi, a livello nazionale, è solo una conseguenza minore di quella scelta”.

De Luca ha collegato quel modello alle successive vittorie nel capoluogo e a livello regionale, dove il fronte progressista ha trovato una sintesi attorno alle figure di Gaetano Manfredi per il Comune di Napoli e di Roberto Fico per la guida della Regione Campania. Un percorso che ora, nelle intenzioni del gruppo dirigente del centrosinistra, viene indicato come riferimento anche per la costruzione di un’alleanza competitiva alle prossime elezioni politiche.

Il governatore uscente ha ricordato i numeri delle Regionali del 2020, quando la coalizione che lo sosteneva, definita allora “alleanza politica” o “alleanza progressista”, raccolse – sottolinea – un consenso record. “Sono stato votato dal 70% dei cittadini – ha rimarcato –. Quell’alleanza in Campania prese un milione e 800mila voti, cioè 500mila voti in più rispetto a questa tornata elettorale”.

Nel suo ragionamento, De Luca non ha risparmiato una stoccata al Movimento 5 Stelle, oggi perno del dibattito nazionale sul campo largo accanto al Partito democratico. “Il M5S non aderì alla coalizione per una sua scelta, non per una mia scelta – ha affermato –. Erano ancora in una fase ideologica e non c’era stata ancora l’innovazione di Conte”. Un riferimento diretto alla trasformazione impressa al Movimento dall’ex presidente del Consiglio, che negli ultimi anni ha aperto alla logica delle alleanze strutturali con il centrosinistra.

Il messaggio politico, nel pieno della fase di assestamento post-voto, è duplice: da un lato De Luca rivendica il ruolo di apripista del modello campano, dall’altro segnala alla dirigenza nazionale del centrosinistra che l’esperienza territoriale della Regione resta, nei numeri e nelle formule, un laboratorio da cui – a suo giudizio – non si può prescindere. Un modo per restare al centro del confronto interno anche da presidente uscente.

Napoli, max sequestro di oltre un milione e mezzo di giocattoli

Un'operazione lampo della Polizia Locale ha sventato un potenziale grave rischio per la salute dei bambini, proprio alla vigilia della corsa agli acquisti natalizi. In un maxi-sequestro effettuato in un ingrosso di via Gianturco a Napoli, sono stati ritirati dal mercato circa un milione e mezzo di giocattoli falsificati, ritenuti potenzialmente nocivi e pericolosi per i più piccoli.

L'attività anticontraffazione ha portato alla luce un vasto assortimento di prodotti per l'infanzia privi delle essenziali certificazioni di sicurezza e non conformi agli standard previsti dalla rigorosa normativa europea. Tra gli articoli scoperti figurano pupazzi, gadget elettronici per bambini e le ambitissime carte collezionabili di ultima generazione, tutti pronti per essere distribuiti sui mercati locali in occasione delle prossime festività.

I giocattoli, realizzati senza alcun controllo sulla qualità dei materiali, rappresentavano una seria minaccia per la salute e la sicurezza dei consumatori.

Il titolare dell'ingrosso, un cittadino straniero, è stato immediatamente denunciato alle autorità competenti. Le accuse a suo carico sono pesanti e includono contraffazione, truffa ai danni dei consumatori e danneggiamento delle industrie nazionali che rispettano le regole.

L'intervento della Polizia Locale ha così bloccato un traffico illecito che non solo metteva a repentaglio la salute pubblica, ma alimentava anche l'economia sommersa a discapito delle aziende oneste.

Napoli e il mistero delle monache di clausura: storie, conventi e miracoli silenziosi

Napoli: città barocca, popolare, viva. Ma anche città silenziosa, fatta di corridoi chiusi, chiostri che respirano preghiera e celle che custodiscono segreti di clausura. In questo scenario, le storie delle monache di clausura Napoli assumono una dimensione tanto spirituale quanto sociale: dietro le mura dei conventi storici di Napoli, le suore vivevano una vita di ritiro, contemplazione e servizi, e spesso, in modo poco visibile per la città esterna, operavano atti di carità, accoglievano convertite, curavano malati, e trasformavano mura silenziose in laboratori di fede.
L’articolo attraverserà tre tappe principali: partendo da un monastero-chiave, esplorerà architetture e storie, e infine si soffermerà sul significato profondo di questi luoghi, raccogliendo la tensione tra clausura e città, miracolo e quotidiano.

Il volto nascosto della città: le monache di clausura a Napoli

Nel cuore del centro antico di Napoli, in vicoli che respirano ancora la Napoli greco-romana e medievale, sorge un tipo di istituzione poco visibile ma ricchissima di significato: comunità femminili in clausura che, pur isolate dal mondo pratico, ne erano profondamente partecipi nella dimensione della carità e della trasformazione sociale.

Prendiamo ad esempio il caso del Monastero delle Trentatré, ufficialmente il monastero di Santa Maria in Gerusalemme, fondato nel XVI secolo. Il nome “Trentatré” richiama il numero massimo di monache che potevano risiedervi, simbolicamente gli anni che Cristo visse sulla Terra.
Fu voluto dall’aristocratica catalano-napoletana Maria Lorenza Longo, che arrivata a Napoli nel 1506 partecipò alla vita cittadina e alla carità istituzionale: dopo aver fondato l’Ospedale degli Incurabili per i malati incurabili, diede vita al monastero come luogo di clausura femminile.
In questo complesso, le monache non solo si ritirarono in preghiera, ma contribuivano a un tessuto sociale: alcune prime consorelle venivano da contesti di emarginazione, convertite e accolte nel monastero come protagoniste di una rinascita spirituale.

Così il tema delle monache di clausura a Napoli non è solo quello di un ritiro spirituale: è anche la storia di una Napoli che, dietro le sue facciate animate, alimentava un mondo interno e ritirato, ma vivo. I conventi storici di Napoli come questo sono architetture, chiostri, refettori, celle, che nascondono e racchiudono questa duplice funzione: isolamento e interazione, silenzio e azione.

Basilica di Santa Chiara e il suo Monastero

La Basilica di Santa Chiara venne edificata tra il 1310 e il 1328 per volontà del re Roberto d’Angiò e di sua moglie Sancia di Maiorca.
Il complesso includeva non solo la chiesa gotica-provenzale, ma anche due comunità monastiche: una femminile (le Clarisse) e una maschile (i Frati Minori).
Nel corso dei secoli subì trasformazioni: nel XVIII secolo assunse decorazioni barocche, poi fu fortemente danneggiata dai bombardamenti del 1943 e ricostruita nei decenni successivi.

Vita monastica e clausura

All’interno del monastero femminile, le suore Clarisse vivevano secondo la regola di clausura, in ambienti separati dal mondo esterno. Le architetture pensate per questo scopo emergono ancora oggi: il coro delle monache, il chiostro maiolicato, le celle, la sala capitolare.
Il chiostro delle Clarisse è uno dei luoghi più noti: 66 archi a sesto acuto sorreggono sedili rivestiti da maioliche settecentesche che rappresentano scene di vita quotidiana e allegorie.

Significato nella storia di Napoli

Questo complesso rappresenta una perfetta fusione tra vita spirituale e vita urbana. Pur trovandosi nel cuore pulsante del centro storico di Napoli, all’interno vi era un mondo ritirato, dove le monache di clausura sperimentavano una forma di “semi-isolamento” che tuttavia non le escludeva dal contesto della città.
La presenza di arte, archeologia (sotto il complesso si trovano resti termali romani) e la trasformazione nei secoli sottolineano come i conventi storici di Napoli non siano solo edifici religiosi, ma veri e propri archivi urbani.

Chiesa di Santa Patrizia (Via San Gregorio Armeno)

Il complesso di Santa Patrizia ha origini antichissime: si parla di un primo insediamento monastico legato all’ordine di San Basilio già nel IV secolo.
Nel XVI-XVII secolo il monastero fu ricostruito e la chiesa attuale dedicata a Santa Patrizia venne eretta in via Armanni. La facciata attuale risale a quel periodo.

Clausura e leggende

Il luogo ospitava una comunità di monache che vivevano in clausura in ambienti specifici: il “Coro delle Converse”, la scala santa, ambienti normalmente chiusi al pubblico.
Una leggenda molto popolare riguarda una reliquia della santa: si racconta che un molare estratto dal cadavere di Santa Patrizia fece uscire sangue copioso e che, avvicinato all’ampolla contenente il sangue, … si liquefacesse.

Significato più ampio

Questo convento, meno celebre rispetto ad altri, offre tuttavia una prospettiva interessante sulla clausura a Napoli: meno monumentalità, più stratificazione urbana, più mistero popolare. Le reliquie, le visite straordinarie, le storie legate ai miracoli confermano che i conventi storici di Napoli non erano solo luoghi di preghiera, ma anche punti di frizione tra il visibile e l’invisibile, tra la fede popolare e le istituzioni religiose.
In questo senso, le monache di clausura Napoli non sono state solo figure ritirate, ma protagoniste di una narrazione che attraversa la dimensione del sacro, del miracolo e della leggenda.

Serie A, arbitri della 13ª giornata: Massa per Roma-Napoli, Collu per Milan-Lazio

La Lega Serie A ha reso note le designazioni arbitrali per la 13ª giornata del campionato, che si annuncia ricca di sfide decisive e di grandi palcoscenici. Il big match tra Roma e Napoli, in programma domenica 30 novembre alle 20.45 allo stadio Olimpico, sarà diretto da Davide Massa di Imperia. Il fischietto ligure avrà l’arduo compito di gestire la partita tra due squadre che lottano ai vertici della classifica e che spesso animano confronti intensi e tatticamente complessi.

L’altro incontro di cartello, Milan-Lazio, previsto sabato 29 novembre alle 20.45 al “Meazza”, sarà arbitrato da Giuseppe Collu di Cagliari, mentre le altre gare della giornata hanno ricevuto le loro designazioni: Marchetti di Ostia Lido per Como-Sassuolo, Fabbri di Ravenna per Genoa-Verona, Piccinini di Forlì per Parma-Udinese, Crezzini di Siena per Juventus-Cagliari, Mariani di Aprilia per Lecce-Torino, Guida di Torre Annunziata per Pisa-Inter, Marcenaro di Genova per Atalanta-Fiorentina e Feliciani di Teramo per Bologna-Cremonese.

Regionali, i dati YouTrend: campo largo avanti di misura (49,7%), centrodestra al 46.8%

Il bilancio delle Regionali autunnali restituisce un’immagine del Paese meno lineare di quanto suggeriscano le cifre in superficie. L’analisi di YouTrend, che ha considerato Marche, Calabria, Veneto, Toscana, Campania e Puglia, colloca il campo largo al 49,7 per cento con 3.783.398 voti, mentre il centrodestra si attesta al 46,8 per cento con 3.564.232 preferenze. Un vantaggio reale, ma più fragile se inserito nella traiettoria degli ultimi anni.

L’istituto sottolinea che il campione di regioni chiamate alle urne tende storicamente a favorire il centrosinistra, e dunque la comparazione con le Politiche 2022 e le Europee 2024 è decisiva per leggere la tendenza. Alle Politiche, infatti, lo stesso perimetro regionale vedeva il centrodestra al 42,7 per cento e il campo largo al 51,4, uno scarto di 8,7 punti. Alle Europee, la forbice si era ridotta a 5,7, con il centrodestra al 45,2 e il centrosinistra al 50,9. Oggi il divario scende ancora, a 2,9 punti. Un restringimento che rivela una dinamica diversa da quella suggerita dal dato secco: rispetto alle tornate nazionali, la coalizione di governo appare più solida e reattiva della controparte progressista.

Nemmeno il confronto con le precedenti Regionali ribalta la tendenza. Allora il centrosinistra sfiorava il 49,9 per cento contro il 45,9 del centrodestra, una fotografia quasi sovrapponibile a quella attuale, ma che segna comunque un piccolo miglioramento per l’area che sostiene Giorgia Meloni. In un quadro complessivo segnato da oscillazioni minime, la lettura dei trend rivela un equilibrio che si sta lentamente spostando e che potrebbe pesare nei prossimi appuntamenti elettorali.

Cellulari ai detenuti in alta sicurezza: indagine su 31 persone e blitz in 12 carceri italiane

Un’operazione ad ampio raggio coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia ligure ha scosso questa mattina dodici penitenziari in tutta Italia. La Direzione investigativa antimafia di Genova ha eseguito perquisizioni e sequestri in strutture che vanno da Fossano a Parma, da Tolmezzo a Santa Maria Capua Vetere, nel quadro di un’inchiesta che accende i riflettori su un traffico sistematico di telefoni cellulari e schede sim introdotti clandestinamente nelle sezioni di alta sicurezza. Sono trentuno gli indagati per introduzione e ricettazione di dispositivi, contestazioni aggravate dall’ombra dell’associazione mafiosa.

Le indagini hanno permesso di ricostruire l’utilizzo di oltre centocinquanta telefoni e più di cento schede sim da parte di detenuti per reati di mafia nel carcere di Genova-Marassi, dove i dispositivi venivano usati per mantenere i rapporti con affiliati liberi o reclusi altrove, scambiando messaggi e ordini operativi. Gli investigatori hanno scoperto come i telefoni, spesso di piccolissime dimensioni, fossero intestati a cittadini inesistenti o ignari, grazie alla complicità di negozi di telefonia del centro storico genovese. Venivano consegnati durante le visite familiari o nascosti in pacchi spediti in istituto e poi fatti circolare tra i detenuti, con un sistema oliato e difficilissimo da intercettare.

La collaborazione con la polizia penitenziaria di Marassi ha consentito di sequestrare numerosi apparati, mentre l’analisi del traffico telefonico e telematico ha consolidato il quadro indiziario. Secondo gli inquirenti, quel flusso continuo di comunicazioni avrebbe agevolato l’operatività delle cosche di ’ndrangheta, dimostrando ancora una volta la capacità della criminalità organizzata di adattarsi e infiltrarsi persino nei livelli più rigidi del sistema carcerario.

Maltempo in Campania, oltre 250 interventi dei vigili del fuoco tra frane ed esondazioni

La nuova ondata di maltempo che dalla giornata di ieri sta flagellando la Campania ha costretto i vigili del fuoco a un intervento continuo, con oltre 250 operazioni portate a termine tra Napoli, Avellino e Salerno.

Le precipitazioni intense hanno messo a dura prova l’intera regione, ma le situazioni più delicate si registrano nel Salernitano, in particolare nell’Agro nocerino-sarnese, dove i corsi d’acqua hanno superato gli argini trasformando le strade in canali e intrappolando automobilisti e residenti. Le squadre specializzate in soccorso acquatico hanno tratto in salvo persone bloccate nelle auto invase dall’acqua o nei piani bassi delle abitazioni sommerse, lavorando senza sosta per ore in condizioni critiche.

Il quadro non migliora nell’Avellinese, dove una frana ha interessato via Montevergine, nel comune di Ospedaletto d’Alpinolo, rendendo necessarie immediate operazioni di messa in sicurezza. Anche Napoli registra numerosi episodi legati a dissesti strutturali, alberi pericolanti e allagamenti. Per far fronte all’emergenza, i comandi di Napoli, Salerno e Avellino hanno potenziato i dispositivi di soccorso, mentre resta alta l’attenzione su un territorio già provato e tutt’altro che fuori pericolo.

Frana sul Monte Partenio, chiusa la strada per il santuario di Montevergine

Il maltempo continua a colpire duramente l’Irpinia. Le piogge torrenziali della notte hanno provocato una frana di vaste proporzioni sul Monte Partenio, costringendo alla chiusura della strada statale che conduce al santuario di Montevergine, nel territorio di Ospedaletto d’Alpinolo. La massa di fango, detriti e materiale roccioso ha invaso completamente la carreggiata, rendendo impossibile il transito. Fortunatamente non risultano automobilisti coinvolti.

Fin dalle prime ore del mattino, numerose squadre dei vigili del fuoco provenienti da Avellino, Napoli e Salerno sono al lavoro per mettere in sicurezza l’area e valutare l’entità dei danni. La frana è solo l’episodio più grave di una notte complicata: in provincia si contano almeno cinquanta interventi per alberi caduti, lamiere pericolanti, voragini stradali, cedimenti strutturali e perfino incendi alle canne fumarie.

Situazioni critiche anche a Monteforte Irpino, Atripalda, Grottolella e Morra de Sanctis, dove diversi automobilisti sono rimasti bloccati a causa dell’acqua alta e degli smottamenti. Le operazioni di verifica e messa in sicurezza proseguiranno per tutta la giornata, mentre resta alta l’attenzione per il rischio di ulteriori distacchi.

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