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Agguato di camorra a Scisciano: ucciso 48enne

Scisciano – Un agguato in pieno stile camorristico in serata a Scisciano. Un uomo di 48 anni, del posto e già noto alle forze dell’ordine, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco in via G. Garibaldi, all’altezza del civico 50.

Secondo una prima ricostruzione, la vittima si trovava in sella al proprio scooter Honda SH quando sarebbe stata affiancata da ignoti a bordo di un altro mezzo. I sicari avrebbero esploso diversi colpi di pistola, centrando il 48enne e lasciandolo senza scampo sull’asfalto, per poi dileguarsi rapidamente facendo perdere le proprie tracce.

Sul luogo dell’omicidio sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna e i militari della stazione di San Vitaliano. Presente anche il Nucleo investigativo, che ha avviato i rilievi e le attività di indagine.

L’area è stata transennata per consentire gli accertamenti balistici e la raccolta di eventuali elementi utili, comprese le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.

Le indagini sono in corso per chiarire il movente e ricostruire l’esatta dinamica dell’agguato, mentre non si esclude alcuna pista.

Napoli, ecco come funzionava il "call center" delle truffe

Un’organizzazione strutturata, capillare e spietata, capace di colpire anziani in ogni parte d’Italia sfruttando paura, solitudine e affetti familiari.

È il quadro che emerge dall’ordinanza cautelare firmata dal giudice Federica Colucci, che ha disposto misure personali e reali nei confronti di oltre venti indagati accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alle truffe aggravate, alla ricettazione e al riciclaggio.

Al centro dell’inchiesta, un vero e proprio “call center criminale” con base a Napoli, operativo quotidianamente e capace di effettuare centinaia di telefonate al giorno, selezionando con metodo scientifico le vittime più vulnerabili: persone anziane, spesso sole, isolate con tecniche psicologiche raffinate e messe sotto pressione emotiva.

Il meccanismo della truffa: paura, isolamento e colpo finaleL’organizzazione operava secondo uno schema collaudato.

La prima fase: la selezione delle vittime

I telefonisti contattavano numeri fissi estratti da vecchi elenchi telefonici, concentrandosi ogni giorno su una specifica area geografica. Nel corso delle prime chiamate verificavano se l’interlocutore fosse anziano. In caso positivo, il numero veniva “segnalato” per le fasi successive.

La seconda fase: il raggiro

Scattava allora la messinscena: uno dei telefonisti si qualificava come maresciallo o appuntato dei carabinieri, un altro come avvocato. Alla vittima veniva raccontato che un figlio, un nipote o un parente stretto aveva causato un grave incidente stradale ed era trattenuto in caserma.

L’unica via d’uscita, secondo i truffatori, era il pagamento immediato di una “cauzione” in denaro o la consegna di gioielli come “pegno simbolico”, per evitare il carcere al familiare.

La terza fase: l’isolamento

Per impedire qualsiasi verifica, le vittime venivano tenute costantemente al telefono, private della possibilità di contattare parenti o amici. In alcuni casi, altri familiari venivano allontanati dall’abitazione con pretesti urgenti, mentre la linea fissa restava occupata.

La quarta fase: il “trasfertista”

A chiudere il cerchio arrivava il trasfertista, l’uomo incaricato di presentarsi fisicamente a casa dell’anziano, fingendosi carabiniere in borghese o emissario dell’avvocato. Era lui a incassare denaro e preziosi, ricevendo indicazioni precise su indirizzi e spostamenti tramite coordinate GPS inviate su WhatsApp o Telegram.

Una struttura piramidale: ruoli e responsabilità, i promotori e capi

Il vertice: la cabina di regia delle truffe

Alessandro D’Errico e Antonietta Mascitelli

Erano loro i capi indiscussi dell’organizzazione, i promotori e organizzatori del sodalizio. Nulla avveniva senza il loro assenso.

Gestivano il call center, decidevano quali città colpire, in quali giorni e con quali modalità. Pianificavano ogni singola truffa come un’operazione, occupandosi anche degli aspetti logistici ed economici.

Anticipavano tutte le spese: noleggio auto, biglietti ferroviari, carburante, alloggi, fino alla gestione delle utenze telefoniche intestate fittiziamente a soggetti extracomunitari, utilizzate per evitare tracciamenti.

Impartivano ordini diretti ai trasfertisti, indicando orari, indirizzi, percorsi di fuga e luoghi in cui attendere il “via libera” dopo l’adescamento telefonico.

D’Errico e Mascitelli mantenevano i contatti con tutti i livelli dell’organizzazione, ricevevano la refurtiva e decidevano come e quando immetterla nel circuito del riciclaggio.

Il cuore operativo: il call center

Carmela Mascitelli e Assunta Olisterno

Non semplici esecutrici, ma ingranaggi fondamentali del sistema. Operavano quotidianamente come telefoniste, occupandosi della prima e più delicata fase: la selezione delle vittime.

Effettuavano centinaia di chiamate al giorno, partendo da elenchi telefonici cartacei, con l’obiettivo di individuare persone anziane sole. Una volta individuata la “preda”, la segnalavano ai promotori e partecipavano direttamente alla fase di raggiro, impersonando figure istituzionali o collaborando alla costruzione della falsa emergenza.

La loro funzione era anche quella di mantenere la pressione psicologica, evitando che la vittima potesse interrompere la comunicazione o chiedere aiuto.

La base logistica

Maria Robustelli

Metteva a disposizione la propria abitazione nel centro storico di Napoli, trasformata in una vera e propria centrale operativa.
Lì venivano effettuate le telefonate, pianificate le trasferte e coordinati i contatti con i trasfertisti. Robustelli non era una figura passiva: partecipava attivamente alle attività del call center e collaborava stabilmente con i promotori durante l’adescamento delle vittime.

Il livello strategico e familiare

Giovanni D’Errico

Padre di Alessandro, rappresentava una figura di supporto decisionale.
Contribuiva alla pianificazione delle attività, suggerendo obiettivi e mantenendo i contatti con altri sodali, in particolare con chi reclutava i trasfertisti. Era informato sull’andamento delle truffe e sul flusso dei proventi, fungendo da cerniera tra direzione e manovalanza.

Il reclutamento e la gestione degli esecutori

Tommaso Di Balsamo

Era il reclutatore dell’organizzazione. Insieme al fratello Vincenzo, individuava soggetti disponibili a svolgere il ruolo di trasfertisti, ne organizzava gli spostamenti e fungeva da collegamento con i promotori.

Tommaso Di Balsamo si occupava anche del recupero fisico della refurtiva: ritirava denaro e gioielli ottenuti dalle truffe per poi consegnarli direttamente ai vertici del sodalizio.

I trasfertisti: il volto finale della truffa

Capretti, Marchese, Di Balsamo Vincenzo e Antonio, Palmieri, Paolone, Maisto, Morgavi

Erano gli esecutori materiali, coloro che bussavano alla porta delle vittime.
Si presentavano come carabinieri in borghese o incaricati dell’avvocato, ritirando contanti e preziosi. Operavano su tutto il territorio nazionale, seguendo istruzioni dettagliate ricevute in tempo reale.

Particolarmente grave, secondo il giudice, la posizione di alcuni di loro che continuavano a collaborare nonostante fossero già sottoposti a misure cautelari per truffe analoghe, mantenendo contatti vietati con i promotori e contribuendo persino al reclutamento di nuovi sodali e al reperimento di auto a noleggio.

Il trasporto della refurtiva

Carolina Esposito

Svolgeva il ruolo di corriere. Raggiungeva i trasfertisti con treni o autobus, ritirava il bottino e lo riportava a Napoli. Il viaggio di ritorno avveniva immediatamente dopo la consegna, riducendo al minimo i rischi.

Ricettazione, riciclaggio e reinvestimento

Fabio D’Anna

Ricettatore e riciclatore. Riceveva monili in oro e pietre preziose, occupandosi della loro immissione nel mercato clandestino.

Vittorio Cozzolino

Trasportava i proventi dalla Sicilia a Napoli e svolgeva anche funzioni di supervisione sui trasfertisti, controllando che le consegne avvenissero correttamente.

Vittorio Esposito

Altro ricettatore, destinatario dei preziosi sottratti alle vittime.

Maddalena D’Errico e Immacolata Michelino

Custodivano e occultavano il denaro. Secondo l’ordinanza, si occupavano anche di autoriciclaggio, reinvestendo parte dei proventi in attività commerciali e operazioni patrimoniali intestate fittiziamente.

Elenco degli indagati

 

CAPRETTI Giovanni, 09.04.1993 – Mugnano di Napoli

COZZOLINO Vittorio, 15.08.1992 – Napoli

D’ANNA Fabio, 09.11.1982 – Napoli

D’ERRICO Alessandro, 07.10.1988 – Napoli

D’ERRICO Giovanni, 03.05.1957 – Napoli

D’ERRICO Maddalena, 12.08.1984 – Napoli

DI BALSAMO Antonio, 09.03.1987 – Pomigliano d’Arco

DI BALSAMO Tommaso, 20.05.2003 – Torre del Greco

DI BALSAMO Vincenzo, 22.02.1990 – Pomigliano d’Arco

ESPOSITO Carolina, 24.12.1991 – Napoli

ESPOSITO Vittorio, 06.06.1987 – Napoli

MAISTO Riccardo, 26.09.1998 – Napoli

MARCHESE Mirco, 28.02.1998 – Palermo

MASCITELLI Antonietta, 23.03.1985 – Napoli

MASCITELLI Carmela, 17.01.1995 – Napoli

MICHELINO Immacolata, 24.08.1961 – Napoli

MORGAVI Giovanni Stefano, 26.12.1993 – Palermo

OLISTERNO Assunta, 06.10.1982 – San Giorgio a Cremano

PALMIERI Maria, 14.06.1999 – Piedimonte Matese

PAOLONE Domenico, 02.03.2001 – Marcianise

ROBUSTELLI Maria, 29.11.1978 – Napoli

(nella foto da sin istra in alto Alessandro D’Errico , Antonietta Mascitelli, Carmela Mascitelli, Assunta Olisterno e Giovanni D’Errico; in basso da sinistra Vincenzo Di Balsamo, Antonio Di Balsamo, Fabio D'Anna e Vittorio Cozzolino)

 

 

 

Migranti, sbarcati a Napoli 113 naufraghi soccorsi dalla nave Life Support di Emergency

Si è concluso nel pomeriggio, intorno alle 16.40, lo sbarco nel porto di Napoli dei 113 naufraghi soccorsi dalla Life Support, la nave di ricerca e soccorso di Emergency, al termine di due distinte operazioni nel Mediterraneo centrale. Uomini stremati, tre dei quali minori non accompagnati, approdati dopo giorni di paura e sopravvivenza in mare, ma soprattutto dopo un percorso segnato da violenze, abusi e privazioni.

I migranti erano partiti dalle coste libiche e sono stati salvati in due momenti diversi: il primo intervento, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, ha permesso di mettere in salvo 69 persone in zona Sar libica; il secondo, avvenuto la sera del 14 dicembre, ha riguardato altre 44 persone intercettate in zona Sar maltese. Provengono da Bangladesh, Pakistan ed Egitto, Paesi colpiti da instabilità politica, crisi economiche e disastri climatici, contesti che, sottolinea Emergency, non possono essere considerati sicuri.

A bordo della Life Support molti hanno trovato il coraggio di raccontare ciò che avevano vissuto prima della traversata. I centri di detenzione libici emergono ancora una volta come luoghi di violenza sistematica, dove le persone vengono rinchiuse senza diritti, sottoposte a torture, minacce continue e costrette a vivere in condizioni igienico-sanitarie disumane. Alcuni dei naufraghi portano sul corpo i segni evidenti dei maltrattamenti subiti. L’auspicio dell’equipaggio è che ora possano ricostruire un futuro in Italia o in Europa, lontano da quel ciclo di abusi.

Tra le testimonianze raccolte, quella di un giovane bengalese restituisce il senso profondo della fuga. Nel suo Paese, racconta, la corruzione, la mancanza di lavoro e le devastanti inondazioni lo hanno spinto a partire. In Libia ha conosciuto una vita fatta solo di sfruttamento e paura, fino all’arresto da parte delle milizie e alla detenzione. Ha tentato di attraversare il mare tre volte, venendo intercettato o costretto a tornare indietro, prima di essere finalmente soccorso. Oggi il suo desiderio è semplice: lavorare e costruirsi un futuro.

Il Mediterraneo centrale continua però a essere una delle rotte migratorie più letali al mondo. Dall’inizio dell’anno si contano già oltre mille tra morti e dispersi e decine di migliaia di persone intercettate e riportate forzatamente in Libia. Anche durante questa missione, la Life Support ha assistito a possibili intercettazioni e respingimenti collettivi, pratiche considerate illegali e che, secondo Emergency, espongono i migranti al rischio concreto di nuove violenze.

Con lo sbarco a Napoli si chiude la trentanovesima missione della Life Support. Dal dicembre 2022 a oggi la nave ha soccorso più di tremila persone. Numeri che raccontano un’emergenza ancora aperta e una realtà che continua a interrogare l’Europa sulla necessità di mettere la tutela della vita al centro di ogni scelta sul Mediterraneo.

Ercolano scende in strada contro il racket: marcia per la legalità lungo Corso Resina

Ercolano torna a camminare insieme e lo fa nel segno della legalità. Questa mattina da Palazzo di Città, lungo Corso Resina, ha preso il via la marcia antiracket promossa dalla Fai Antiracket Ercolano in collaborazione con il Comune. Un percorso condiviso che ha visto fianco a fianco istituzioni, associazioni, forze dell’ordine e cittadini, con un obiettivo chiaro: rafforzare la fiducia reciproca e ribadire che la città non intende più piegarsi alle logiche dell’intimidazione criminale.

Durante la passeggiata, commercianti e residenti hanno accolto i partecipanti esponendo l’adesivo “No al racket”, un gesto semplice ma carico di significato, simbolo di una comunità che sceglie apertamente di stare dalla parte dello Stato. Un segnale concreto di un cambiamento profondo, maturato negli anni, che racconta una città meno isolata e più consapevole della propria forza collettiva.

A sottolineare il valore dell’iniziativa è stato Ciro Buonajuto, vicepresidente Anci con delega alla legalità e consigliere regionale, che ha partecipato alla marcia ribadendo come la legalità non sia uno slogan ma una pratica quotidiana. Attraversare le strade di Ercolano, ha spiegato, significa incontrare cittadini e commercianti che non abbassano più lo sguardo, ma aprono le porte alle istituzioni e alle forze dell’ordine. Un segno evidente di una fiducia ricostruita e di una battaglia storica contro il pizzo che ha già prodotto risultati concreti.

Buonajuto ha però richiamato tutti alla vigilanza, ricordando che la criminalità arretra solo davanti a una comunità unita e presente, e che proprio per questo non bisogna mai abbassare la guardia. Il suo impegno, ha assicurato, proseguirà anche a livello regionale affinché in Campania non ci sia spazio per racket, soprusi e intimidazioni. Nel corso dell’iniziativa è arrivato anche un ringraziamento speciale a Eliana Scarpati, vedova di Aniello, capo pattuglia della Polizia di Stato morto tragicamente in servizio, la cui presenza è stata indicata come un segno di speranza e di forza per continuare la battaglia contro la criminalità.

Alla marcia hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni locali, della Fai Antiracket e delle forze dell’ordine, a testimonianza di una rete che a Ercolano si mostra compatta e determinata. Un messaggio chiaro che attraversa la città: il racket non è più un destino, ma un nemico da combattere insieme.

Napoli, nasce “Non uno di più”: un corto per dire no alle armi tra i giovani

Parlare ai ragazzi con il loro linguaggio, senza retorica e senza sconti. È l’obiettivo di “Non uno di più”, il cortometraggio di social advertising scritto e diretto da Maurizio Braucci che sarà presentato in anteprima domani a Napoli, dai banchi dell’Istituto Superiore Casanova. Da qui prende ufficialmente il via una campagna di sensibilizzazione contro la diffusione e l’uso delle armi tra i giovani, una delle emergenze sociali più delicate degli ultimi anni.

Il corto sceglie uno stile diretto, essenziale, costruito su tempi e inquadrature che richiamano i codici comunicativi più familiari alle nuove generazioni. Un’opera che non giudica, ma mette di fronte alla realtà, mostrando quanto sia sottile il confine tra gesto “per gioco” e violenza irreversibile. Braucci, autore legato a opere come Gomorra, Anime nere e La paranza dei bambini, punta a coinvolgere i ragazzi rendendoli protagonisti di una riflessione che riguarda prima di tutto loro.

Alla proiezione seguirà un incontro-dibattito con il regista, parte del cast e rappresentanti delle istituzioni, del mondo della scuola e della giustizia minorile. Un confronto aperto su un fenomeno che, come sottolinea lo stesso Braucci, negli ultimi anni ha visto crescere il numero di vittime colpite da armi da fuoco per motivi futili. L’obiettivo dichiarato è rompere l’indifferenza e stimolare una presa di coscienza collettiva, chiedendo un impegno concreto anche alle istituzioni.

Il messaggio finale del corto è netto e non lascia spazio a interpretazioni: nei film le pistole sparano per finta, nella realtà uccidono davvero. Una frase che richiama la celebre “pistola di Čechov”, ma la ribalta in chiave contemporanea, riportando tutto al peso delle conseguenze reali. Con attori giovani, in gran parte esordienti, il progetto parla ai coetanei ma chiama in causa anche famiglie, educatori e operatori sociali.

Dopo la presentazione, “Non uno di più” sarà diffuso sui canali social della campagna e programmato nelle scuole, a partire dalla Campania, oltre che in alcune sale cinematografiche napoletane. Un tentativo concreto di usare il cinema come strumento di prevenzione, prima che sia davvero troppo tardi.

Rapina in un bar-tabacchi a San Valentino Torio, due banditi in fuga

Paura a San Valentino Torio, dove un bar-tabacchi di via Provinciale Amendola è finito nel mirino di due rapinatori. I malviventi, con il volto coperto, hanno fatto irruzione nel locale sorprendendo clienti e titolari e puntando dritto alla cassa.

Secondo una prima ricostruzione, i gestori avrebbero tentato di difendere l’incasso, arrivando anche a uno scontro fisico con i banditi. Una reazione istintiva che però non è bastata a fermare l’azione criminale: i rapinatori sono riusciti a impossessarsi del denaro e a dileguarsi in pochi istanti, con tutta probabilità salendo a bordo di un veicolo parcheggiato nelle immediate vicinanze.

Scattato l’allarme al 112, sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale stazione, coordinati dal maresciallo Di Stefano. I militari hanno raccolto la denuncia delle vittime e avviato i primi rilievi per ricostruire l’accaduto.

Decisive per le indagini saranno ora le immagini dei sistemi di videosorveglianza. Gli investigatori hanno già acquisito i filmati delle telecamere interne al bar-tabacchi e di quelle presenti lungo l’arteria stradale, con l’obiettivo di chiarire l’esatta dinamica della rapina e risalire all’identità dei responsabili.

N.M.

Napoli, faceva timbrare il badge ai colleghi: il Tribunale del lavoro annulla il licenziamento Eav

Napoli– Far timbrare il cartellino da un collega, o timbrare al posto di altri, non basta – da solo – a giustificare un licenziamento per giusta causa se il lavoratore ha comunque svolto regolarmente la propria attività e non ha tratto vantaggi illeciti.

È il principio affermato dal Tribunale del lavoro di Napoli che, con una sentenza depositata il 10 dicembre scorso, ha dichiarato illegittimo il licenziamento di un operaio dell’Ente Autonomo Volturno (Eav), la holding regionale del trasporto pubblico campano.

Il provvedimento disciplinare, adottato nel dicembre 2024, era scattato dopo che l’azienda aveva contestato al dipendente un uso improprio del badge aziendale: secondo l’accusa, in almeno una decina di occasioni il lavoratore avrebbe fatto timbrare il proprio cartellino ai colleghi o avrebbe timbrato al posto loro. Una condotta che, per Eav, aveva irrimediabilmente incrinato il vincolo fiduciario.

Di diverso avviso i giudici, che hanno ordinato la reintegrazione del lavoratore e il risarcimento del danno. Nella motivazione, il Tribunale prende atto che il dipendente ha ammesso i fatti, riferiti al giugno 2024, ma ha escluso qualsiasi finalità fraudolenta, sostenendo di aver sempre svolto regolarmente il proprio servizio. Un elemento ritenuto decisivo.

Secondo il collegio, infatti, la stessa Eav ha imputato al lavoratore esclusivamente l’uso improprio del badge, senza contestare ulteriori violazioni delle disposizioni di servizio o condotte idonee a dimostrare un intento simulatorio. Non risulta, in particolare, che il dipendente abbia attestato falsamente una presenza inesistente, né che abbia procurato a sé o ad altri vantaggi indebiti.

Per i giudici, dunque, la condotta contestata “non rientra nelle fattispecie” che legittimano il licenziamento per giusta causa. Manca – si legge nella sentenza – sia l’elemento doloso, sia il vantaggio illecito, sia l’intento di alterare fraudolentemente la rilevazione della presenza in servizio. Al più, il comportamento può essere sanzionato in via disciplinare, ma non fino al punto di interrompere il rapporto di lavoro.

Il Tribunale ribadisce inoltre un principio consolidato: la giusta causa è una nozione legale e il giudice non è vincolato alle previsioni del contratto collettivo, dovendo valutare se il comportamento integri un grave inadempimento o una violazione delle regole fondamentali di correttezza e convivenza civile.

Nel caso esaminato, l’uso improprio del badge è stato ritenuto espressione di una carenza di diligenza, ma non tale da compromettere il buon andamento del servizio o arrecare un danno concreto all’azienda.

Dura la reazione dell’Eav, che ha annunciato appello parlando apertamente di “sorpresa e disorientamento”. Secondo il presidente Umberto De Gregorio, la decisione rischia di indebolire il potere disciplinare dell’azienda: «Se scambiarsi il badge più volte non rappresenta una lesione del vincolo fiduciario – ha dichiarato – come può un’azienda pretendere il rispetto delle regole e controllare la presenza sul posto di lavoro? Così si determina il caos».

Sulla stessa linea il legale dell’ente, l’avvocato Marcello D’Aponte, che ha definito la pronuncia in contrasto con la più recente giurisprudenza di legittimità. In particolare, richiama una sentenza della Corte di Cassazione del gennaio 2024, secondo cui la falsa attestazione della presenza in servizio da parte di un pubblico dipendente può integrare, in determinate condizioni, il reato di truffa aggravata.

E un’ulteriore decisione del novembre 2024 che ha ritenuto il prestito del badge a un collega una grave violazione dei doveri di correttezza e buona fede, idonea a giustificare il licenziamento per giusta causa.

Una frattura interpretativa che ora potrebbe essere sanata in appello, in un contenzioso destinato a incidere non solo sul caso singolo, ma più in generale sui confini del potere disciplinare nelle aziende pubbliche.

Natale a tavola: i consigli del dottor Luciano Carotenuto per evitare cattiva digestione e pesantezza

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Le feste natalizie sono sinonimo di convivialità, tradizioni e tavole imbandite. Tra pranzi abbondanti, cene che si protraggono per ore e dolci tipici, però, il rischio di digestione lenta, gonfiore e pesantezza è sempre dietro l’angolo.

Come godersi le feste senza rinunciare al benessere? Lo abbiamo chiesto a Luciano Carotenuto, farmacista di Atida eFarma e fondatore del blog ilfarmacistadigitale.com, punto di riferimento online per chi cerca consigli di salute.

Dottore, perché durante le feste natalizie aumentano i disturbi digestivi?
"Il problema principale è l’eccesso, non solo in termini di quantità ma anche in termini di combinazioni alimentari. Durante le feste tendiamo a mangiare più spesso, alimenti più grassi e più elaborati del solito. A questo si aggiunge una riduzione dell’attività fisica e un maggiore consumo di alcol, fattori che rallentano la digestione e favoriscono gonfiore e acidità".

Quali sono i consigli più semplici da seguire per prevenire la cattiva digestione?
"Il primo è mangiare con calma, masticando bene e ascoltando i segnali di sazietà. Meglio assaggiare tutto in piccole quantità piuttosto che eccedere. Bere acqua durante i pasti, limitare gli alcolici e concedersi una breve passeggiata dopo pranzo o cena aiuta molto il lavoro dello stomaco".

Quando è utile rivolgersi al farmacista durante le feste?
"Il farmacista può consigliare integratori a base di enzimi digestivi o piante come finocchio, carciofo e zenzero, utili per contrastare gonfiore e pesantezza. È importante però scegliere il prodotto più adatto alla propria situazione, evitando il fai da te. Un consiglio professionale fa la differenza, soprattutto in un periodo come quello natalizio".

Seguendo questi semplici suggerimenti, anche i pranzi più abbondanti possono diventare un’occasione di piacere senza conseguenze per il benessere digestivo.

Corso Umberto, rapina a turista in pieno centro: arrestato 18enne marocchino

Un 18enne di origine marocchina con precedenti di polizia è stato arrestato ieri sera dalla Polizia di Stato per rapina, lesioni personali e resistenza a Pubblico Ufficiale. Il giovane ha preso di mira un turista in pieno centro storico, in uno dei luoghi più frequentati della città.

I Falchi della Squadra Mobile, impegnati nei servizi di controllo, hanno notato il ragazzo mentre seguiva con fare guardingo due turisti in corso Umberto I. Dopo essersi avvicinato a uno di loro, l'ha spintonato violentemente strappandogli il cellulare dalle mani e dandosi immediatamente alla fuga.

Gli agenti hanno inseguito il rapinatore attraverso le strade del centro fino a raggiungerlo e bloccarlo in via della Maddalena. L'arresto è avvenuto non senza difficoltà, vista la resistenza opposta dal giovane. Il 18enne è ora a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

Ospedale del Mare, entra in funzione la nuova PET digitale: salto di qualità per la diagnostica nel Centro-Sud

È entrata ufficialmente in funzione questa mattina, presso l’Unità Operativa Complessa di Medicina Nucleare dell’Ospedale del Mare, una nuova TAC PET digitale di ultima generazione. L’attivazione è avvenuta alla presenza della direzione strategica aziendale, della direzione ospedaliera, dell’équipe di Medicina Nucleare e dell’Unità Operativa di

Ingegneria Clinica, a testimonianza del valore strategico dell’investimento.
Il nuovo tomografo PET digitale rappresenta un unicum tecnologico nel Centro-Sud Italia per caratteristiche e prestazioni. Un traguardo di rilievo non solo per la struttura ospedaliera, ma per l’intera rete sanitaria regionale, che potrà ora contare su uno strumento diagnostico di elevatissima precisione, capace di incidere concretamente sull’efficacia clinica e sui percorsi di cura.

La tecnologia digitale consente infatti di ottenere immagini ad altissima risoluzione, riducendo in modo significativo sia i tempi di acquisizione sia la dose di radiofarmaco somministrata al paziente. Un doppio beneficio che si traduce in maggiore sicurezza, migliore comfort per l’utenza e più elevate capacità diagnostiche, in particolare negli ambiti oncologico e neurologico. Con questa dotazione, la Medicina Nucleare dell’Ospedale del Mare rafforza il proprio ruolo di riferimento per la sanità ad alta specializzazione in Campania.

«Questa innovativa apparecchiatura tecnologica rappresenta un importante passo avanti nella nostra missione di offrire servizi di alta qualità ai pazienti», ha dichiarato il direttore sanitario aziendale Maria Corvino. «Il raggiungimento di questo obiettivo è il risultato di un lavoro di squadra che ha coinvolto professionisti sanitari, tecnici e amministrativi. A tutti loro va il mio ringraziamento».

Soddisfazione espressa anche dal direttore generale Gaetano Gubitosa: «Siamo orgogliosi di poter essere un punto di riferimento per il Centro-Sud del Paese, offrendo le migliori tecnologie e le migliori cure. Con l’acquisto della nuova PET digitale ampliamo ulteriormente il parco tecnologico e digitale dell’Ospedale del Mare, rendendolo in grado di erogare esami diagnostici di altissimo livello». «Questa apparecchiatura – ha concluso – è un esempio concreto di come collaborazione e dedizione possano portare a risultati di eccellenza per la sanità pubblica».

Spaccio vicino a una scuola: arrestato 24enne a San Giovanni a Teduccio

Napoli – Nuovo colpo allo spaccio di stupefacenti nella periferia est di Napoli. Nel pomeriggio di ieri, gli agenti del Commissariato San Giovanni-Barra hanno arrestato un 24enne napoletano, già noto alle forze dell'ordine per precedenti anche specifici, con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio.

I poliziotti, durante un servizio di controllo straordinario disposto dalla Questura per contrastare il traffico di droga, hanno sorpreso l'uomo in via Bernardino Martirano – zona adiacente a una scuola elementare – mentre cedeva una dose a un giovane in cambio di denaro, a bordo della sua auto.

Intervenuti tempestivamente, gli agenti hanno bloccato entrambi. Sul 24enne sono state trovate 13 bustine di marijuana (circa 23 grammi totali), un involucro di hashish da 3 grammi e 800 euro in contanti, in banconote di piccolo taglio. L'acquirente aveva con sé la dose appena comprata e è stato sanzionato amministrativamente per uso personale.

I sospetti hanno portato a una perquisizione domiciliare: qui una familiare dell'arrestato ha tentato di gettare via una busta con ulteriori 4 dosi di marijuana (76 grammi), un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento. La donna è stata denunciata per lo stesso reato.L'operazione rientra nei controlli intensificati dalla Questura di Napoli per arginare lo spaccio nelle aree sensibili della città.

Napoli, encomi e riconoscimenti ai Carabinieri: premiati i militari in prima linea contro la criminalità

Nella suggestiva cornice del chiostro del pozzo della caserma “Pastrengo”, questa mattina il Comandante della Legione Carabinieri “Campania”, Generale di Divisione Francesco Gargaro, ha fatto visita al Comando Provinciale di Napoli per incontrare il personale e formulare gli auguri di Natale.

Accolto dal Comandante Provinciale, Generale di Brigata Biagio Storniolo, il Generale Gargaro ha rivolto parole di sincero apprezzamento ai militari, sottolineando l’impegno quotidiano profuso nella tutela della legalità e della sicurezza dell’area metropolitana di Napoli.

Un territorio, quello napoletano, che richiede costante vigilanza e spirito di sacrificio, soprattutto nella lotta contro la criminalità organizzata.

Durante la cerimonia, il Generale Gargaro ha consegnato encomi e ricompense a quei militari che si sono distinti in importanti operazioni di servizio, riconoscendo professionalità, dedizione e senso del dovere. I riconoscimenti hanno riguardato sia operazioni di contrasto alla camorra che interventi volti a garantire la tranquillità dei cittadini.

Un momento solenne e partecipato, che ha rappresentato non solo un’occasione di augurio per le festività natalizie, ma anche un segno concreto di vicinanza dell’Istituzione ai Carabinieri impegnati ogni giorno in una realtà complessa e spesso difficile come quella di Napoli.

Un gesto che sottolinea il valore del lavoro silenzioso e determinato di chi, ogni giorno, indossa la divisa per difendere la legalità e la sicurezza dei cittadini.

Asse Mediano, l'incubo del "finto incidente" finisce grazie a un poliziotto fuori servizio: 2 denunciati

Napoli – Erano diventati i "predatori" dell'Asse Mediano, pronti a trasformare una tranquilla traversata in auto in un incubo fatto di minacce e richieste di denaro. La Polizia di Stato ha messo fine alle scorribande di due uomini, un 31enne e un 23enne, entrambi originari di Afragola, denunciati per una lunga serie di truffe ed estorsioni messe a segno con la tecnica del "finto incidente".

Il modus operandi era collaudato e spregiudicato. A bordo di un’auto presa appositamente a noleggio per non essere rintracciabili, i due simulavano collisioni con altri veicoli lungo l'Asse Mediano e le arterie limitrofe.

Una volta costretto l'automobilista a fermarsi, scattava la trappola: mostravano graffi sulla carrozzeria — creati artificialmente con carta abrasiva prima di mettersi in marcia — e pretendevano un risarcimento immediato in contanti. Non si trattava solo di una truffa, ma di vere e proprie estorsioni: le richieste, infatti, erano spesso accompagnate da minacce per intimidire le vittime.

A far saltare il banco è stata l'intuizione di un poliziotto libero dal servizio. L'agente, notando la scena e riconoscendo le dinamiche tipiche della truffa in atto, non ha esitato: ha allertato immediatamente i colleghi della Sottosezione Polizia Stradale di Napoli Nord. L'intervento tempestivo delle pattuglie ha permesso di bloccare i due malviventi quasi in flagranza.

Le perquisizioni hanno confermato i sospetti: nell'auto sono stati trovati la carta abrasiva utilizzata per simulare i danni e 510 euro in contanti, probabile provento dell'attività illecita. Gli accertamenti successivi hanno scoperchiato un vaso di Pandora: i due di Afragola, infatti, avevano già colpito con modalità analoghe nei comuni di Acerra e Caivano. Il veicolo è stato sequestrato, mentre per la coppia è scattata la denuncia all'Autorità Giudiziaria.

Mercato immobiliare: TEKCE amplia la propria presenza globale con i nuovi programmi Partner e Affiliate

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Malaga, Spagna — TEKCE Real Estate ha annunciato l’ampliamento del proprio Programma Partner e il lancio di un nuovo Programma Affiliate, con lo scopo di rendere le vendite immobiliari transfrontaliere più trasparenti e vantaggiose per entrambe le parti.

I programmi operano sulla piattaforma MyTEKCE e su una versione white-label dell’app TEKCE, offrendo a partner e affiliati un tracciamento in tempo reale, esperienze cliente con branding personalizzato e accesso al portfolio TEKCE di oltre 7.000 immobili disponibili in Spagna, Emirati Arabi Uniti, Turchia e Cipro del Nord.

Il settore immobiliare è un business basato sulla fiducia. Abbiamo costruito il nostro modello affinché ogni parte coinvolta possa vedere chiaramente cosa accade, quando e perché”, ha dichiarato Özkan Tekçe, COO di TEKCE Real Estate. “Attraverso MyTEKCE e il nostro ecosistema di partner, non ci si limita a collaborare con TEKCE: si lavora in modo trasparente all’interno del nostro sistema, con il proprio brand, i propri clienti e una piena visibilità del processo, dalla prima richiesta fino al pagamento delle commissioni. Ogni difficoltà che abbiamo affrontato in passato come partner è diventata un mattone nella costruzione di questo sistema. Abbiamo progettato questo programma affinché i nostri partner non debbano mai più incontrare quegli stessi ostacoli”.

Portata globale e controllo locale

Progettato per agenzie immobiliari e consulenti indipendenti, il Partner Program di TEKCE permette a un agente di Dubai che assiste un acquirente per la Spagna, o a un consulente di Stoccolma che segue un cliente per la Turchia, di lavorare all’interno dell’infrastruttura e dell’inventario TEKCE mantenendo però la piena titolarità del rapporto con il proprio cliente.

MyTEKCE è una piattaforma internazionale di partnership immobiliare all’avanguardia, sviluppata da TEKCE. Consente agli utenti di registrare, monitorare e gestire i clienti in modo trasparente e in tempo reale. I partner vengono integrati nella piattaforma MyTEKCE, dove possono seguire lo stato dei clienti nel CRM di TEKCE, le preferenze degli acquirenti, i registri delle comunicazioni, le visite agli immobili, la fase dell’offerta, il prezzo di vendita e lo stato delle commissioni, riducendo l’incertezza ed eliminando ogni timore di comunicazioni parallele.

L’App TEKCE è disponibile come soluzione white-label, così i partner possono presentare migliaia di annunci con la propria identità di brand (logo, elementi visivi, link di contatto) sfruttando allo stesso tempo il portfolio internazionale di TEKCE, verificato e aggiornato quotidianamente. Questo unisce la capacità operativa tipica delle grandi aziende a una personalizzazione locale.
Il lavoro svolto ogni giorno da centinaia di membri del team TEKCE confluisce infine verso i nostri partner, offrendo loro tutta la forza della nostra competenza collettiva.

Un modello win-win per un pubblico più ampio

Il Programma Affiliate di TEKCE si estende oltre i professionisti del settore immobiliare, includendo ex acquirenti e venditori, agenzie di viaggio, influencer, blogger, YouTuber, esperti SEO, digital marketer e altri creator con community attive.
Una volta iscritti, gli affiliati generano link unici tramite MyTEKCE, collegano il proprio pubblico agli annunci TEKCE e guadagnano un compenso per le transazioni verificate, senza dover diventare agenti immobiliari.
Il modello è progettato come un sistema trasparente e vantaggioso per tutte le parti coinvolte.

Inventario verificato e presenza internazionale

TEKCE opera con 20 uffici in 5 Paesi, includendo sedi in Spagna (Alicante, Barcellona, Málaga), Turchia (Alanya, Ankara, Antalya, Bodrum, Bursa, Fethiye, Istanbul, Izmir, Mersin, Trabzon, Yalova), Emirati Arabi Uniti (Dubai), Cipro del Nord (Kyrenia) e Svezia (Stoccolma).
Questa presenza capillare offre a partner e affiliati un portafoglio affidabile e competenze locali fondamentali per assistere clienti transfrontalieri.

Le partnership devono essere misurabili”, ha aggiunto Özkan Tekçe. “Il nostro modello basato sul CRM mostra ogni passaggio, così partner e affiliati possono costruire attività durature sulla trasparenza. Per supportare questi processi, abbiamo istituito un team dedicato al Partner Management. Tutte le parti coinvolte possono ora gestire il proprio flusso di lavoro in modo molto più semplice ed efficiente, grazie all’assistenza di rappresentanti assegnati specificamente a loro. Le nostre reti di partner e affiliati oggi si estendono in oltre 100 Paesi, sostenendo una missione comune: creare un settore immobiliare trasparente, tecnologico e centrato sulle persone”.

Scopri di più su TEKCE Real Estate

TEKCE è una società immobiliare globale con 20 uffici in 5 Paesi. Con un approccio digital-first, team locali multilingue e un ecosistema CRM proprietario, TEKCE offre un’esperienza trasparente e basata sui dati per acquirenti, venditori, partner e affiliati.
MyTEKCE e l’App TEKCE garantiscono visibilità completa end-to-end e branding in white-label, rendendo possibili collaborazioni affidabili su scala internazionale.

Per maggiori informazioni:
tekce.com/corporate/partnership
tekce.com/corporate/affiliate-program

 

Scampia, addio alla Vela Rossa: via all’abbattimento dell’ultimo gigante di cemento

Napoli – Sotto i colpi delle ruspe cade l'ultimo simbolo di un'epoca difficile. Sono iniziate questa mattina le operazioni di abbattimento della Vela Rossa (Vela D), l’ultima delle iconiche strutture di Scampia rimasta in piedi. L’intervento segna il punto di non ritorno per il progetto di riqualificazione dell’area, accelerato drasticamente dopo gli sgomberi forzati avvenuti nella seconda metà del 2024 per motivi di sicurezza.

Mentre la pinza meccanica frantuma il calcestruzzo della struttura — con una chiusura dei lavori prevista per marzo 2026 — il quartiere sta già cambiando volto. Non si tratta solo di demolire, ma di ricostruire: in contemporanea sono infatti attivi numerosi cantieri per i nuovi complessi residenziali che ospiteranno le famiglie del lotto.

Il punto sui cantieri: la tabella di marcia

Il piano di rigenerazione urbana è un mosaico complesso di interventi coordinati. Ecco lo stato dell'arte dei principali lotti:

Le Vele: Se per la Rossa è appena iniziato il tramonto, per la Vela Gialla (Vela C) il cantiere è in fase avanzata con i rinterri e la riorganizzazione della viabilità su Viale della Resistenza.

Nuovi Edifici (Lotti A1-A4): La rinascita corre veloce. Negli edifici A1, A2 e A3 i lavori procedono tra massetti, tramezzi e tinteggiature, con consegne previste per settembre 2026. Il lotto A4 è ancora più avanti: la chiusura del cantiere è fissata già per aprile 2026.

Infrastrutture e Consolidamento: Nel lotto L proseguono le operazioni di jet grouting per il consolidamento del terreno, monitorando le interferenze con la rete elettrica Enel.

Oltre le case: asili e centri civici
La sfida di Scampia non riguarda solo l'edilizia residenziale, ma la creazione di una comunità vivibile. Sono in fase di verifica i progetti definitivi per:

Un nuovo asilo nido. Un centro civico polifunzionale. Opere di urbanizzazione primaria nell'ex lotto M.

L'obiettivo: Entro la fine del 2026, l'area non sarà più ricordata per i giganti di cemento degradati, ma per un sistema integrato di servizi e abitazioni moderne.

La macchina amministrativa prosegue l'iter per i lotti rimanenti (C5, D2, B5 e altri). Per questi edifici è in corso l'attivazione della progettazione definitiva e del Piano Finanziario e Tecnico Esecutivo (PFTE), passo necessario per garantire la copertura economica e la continuità dei lavori.

La mesoterapia tricologica: un trattamento rivitalizzante per la salute dei capelli

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La caduta dei capelli e l'indebolimento del cuoio capelluto sono problematiche che affliggono un numero crescente di persone.

Tra le soluzioni non chirurgiche disponibili, la mesoterapia tricologica si è affermata come uno dei trattamenti più efficaci per nutrire direttamente il follicolo pilifero, contrastare l'alopecia e migliorare la densità e la salute generale dei capelli.

Che cos'è la mesoterapia tricologica?

La mesoterapia è una tecnica medica consolidata che consiste nell'iniezione intradermica di piccole dosi di sostanze attive nello strato superficiale della pelle. Quando applicata al cuoio capelluto, prende il nome di mesoterapia tricologica.

L'obiettivo fondamentale non è agire sulla superficie cutanea, ma veicolare un "cocktail" di principi nutritivi direttamente nel derma, dove si trovano le radici dei capelli, ovvero i follicoli. Questo approccio mirato assicura che le sostanze raggiungano la loro destinazione con la massima concentrazione ed efficacia, evitando la dispersione tipica dei farmaci assunti per via orale o applicati solo topicamente.

Il cocktail nutritivo e rigenerante

Le sostanze iniettate sono scelte dal medico in base al tipo di problema da trattare, che si tratti di alopecia androgenetica, caduta stagionale o capelli semplicemente indeboliti. Il cocktail può includere diverse componenti essenziali per la crescita: vitamine e minerali, indispensabili per la sintesi della cheratina e il metabolismo cellulare; aminoacidi, i mattoni fondamentali per la struttura del capello; e acido ialuronico, utile per idratare il cuoio capelluto e creare un ambiente ottimale.

Spesso si aggiungono agenti vasodilatatori per migliorare la circolazione sanguigna locale, aumentando così l'apporto di ossigeno e nutrienti ai follicoli. A seconda delle necessità cliniche, possono essere inclusi anche farmaci specifici con azione anti-infiammatoria o anti-androgena per contrastare l'ormone DHT, causa comune dell'alopecia.

Indicazioni e benefici del trattamento

La mesoterapia tricologica è particolarmente indicata per trattare l'alopecia androgenetica nelle fasi iniziali, per rallentarne la progressione, e per la caduta reazionale o stagionale (Telogen Effluvium), dove aiuta a velocizzare la fase di ricrescita.

È anche un trattamento eccellente per chi ha capelli fragili e danneggiati, rivitalizzando i fusti, migliorando spessore e lucentezza. È inoltre spesso raccomandata come trattamento di supporto per nutrire e rafforzare i bulbi nei pazienti post-trapianto. I principali benefici includono la riduzione della caduta, il miglioramento della qualità e del diametro dei capelli esistenti, e la stimolazione di nuovi capelli dormienti.

La procedura: dalla seduta al ciclo completo

Il trattamento è ambulatoriale e dura generalmente circa 20-30 minuti. Durante la procedura, il medico utilizza aghi sottilissimi, spesso con dispositivi multi-ago, per iniettare il siero a pochi millimetri di profondità, coprendo in modo uniforme l'area interessata del cuoio capelluto.

Il fastidio è minimo e spesso paragonato a piccole punture. Per ottenere risultati significativi, di solito è necessario un ciclo iniziale intensivo che varia da 8 a 12 sedute con cadenza settimanale o quindicinale, seguito da sedute di mantenimento che vengono programmate ogni 1-3 mesi, a seconda della risposta del paziente.

Sicurezza e considerazioni mediche

Trattandosi di una procedura medica, è assolutamente fondamentale che la mesoterapia sia eseguita esclusivamente da medici specialisti, come dermatologi o tricologi. Nonostante sia minimamente invasiva, esistono alcune controindicazioni, tra cui infezioni attive del cuoio capelluto, gravi allergie ai componenti del cocktail e, a scopo precauzionale, la gravidanza e l'allattamento.

Gli effetti collaterali sono minimi e temporanei, limitati generalmente a un leggero rossore o piccole ecchimosi nelle aree trattate. La mesoterapia tricologica offre in definitiva una soluzione mirata per chi cerca un'azione d'urto contro la perdita di capelli, fornendo ai follicoli tutto ciò di cui hanno bisogno per tornare a crescere forti e sani.

Enkris Bikini svela la nuova capsule collection Essenza: l’eccellenza sartoriale Made in Italy

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Santa Maria la Carità - Nel cuore della stagione che celebra la magia e l’attesa, Enkris Bikini annuncia il lancio ufficiale di Essenza, la sua nuova Capsule Collection di abbigliamento. Disponibile dal 13 dicembre, questa selezione in edizione limitata segna un nuovo capitolo per il brand, consolidando la sua posizione nel panorama del premium wear femminile attraverso una celebrazione autentica della sartorialità e dell’artigianato Made in Italy.

Lontana dalle logiche del fast fashion e concepita per durare nel tempo, la nuova proposta del brand non si limita a vestire le occasioni di festa. È un progetto stilistico pensato per accompagnare la donna contemporanea in un viaggio di eleganza che inizia con lo scintillio di dicembre e prosegue, con naturale raffinatezza, attraverso i mesi di gennaio, febbraio e marzo.

Oltre la tendenza: un inno alla femminilità consapevole

La filosofia alla base di questa capsule è la fusione tra estetica contemporanea e manifattura tradizionale. Ogni capo è stato realizzato all'interno di sartorie italiane selezionate, garantendo quella cura del dettaglio e quella perfezione nel taglio che solo il savoir-faire locale può offrire. L’obiettivo è vestire una donna che desidera distinguersi senza ostentare, una donna che cerca nel proprio guardaroba alleati di stile capaci di esaltare la silhouette con garbo e decisione.

I sette volti dell’eleganza Enkris Bikini

La collezione Essenza si compone di sette modelli esclusivi, ognuno con una precisa identità ma accomunati dallo stesso fil rouge di sofisticatezza e versatilità, frutto di sartorialità e manifattura totalmente Made in Italy.

Il Tailleur Elenoire, composto da giacca avvitata e pantalone a zampa, rappresenta la quintessenza dell'eleganza quotidiana. Disponibile nelle nuance nero, bordeaux ed écru poudré, è un capo dalle linee essenziali e dal taglio sartoriale, perfetto per l'ufficio così come per un aperitivo serale, ed è la risposta di Enkris alla necessità di un power dressing femminile e confortevole.

Per le occasioni che richiedono un tocco di formalità in più, il brand propone l'Abito blazer doppiopetto tinta unita. Questo modello è presente in due varianti: il Blazer dress Nelia, declinato in nero, bordeaux e écru poudré (con sei bottoni), e il Blazer dress Talia, disponibile in nero e mocha mousse (con quattro bottoni). Entrambe le versioni uniscono la rigorosità del blazer alla sensualità di un abito corto, creando una silhouette pulita e femminile, ideali per momenti speciali.

Seguendo i trend attuali ma reinterpretandoli in chiave classica, la capsule include il Blazer dress Alena doppiopetto in fantasia gessata. Disponibile in bordeaux e silver soft, questo modello è pensato per la donna dal carattere deciso: sofisticato e contemporaneo, trasforma il classico tessuto maschile in un’arma di seduzione intellettuale.

L’Abito longuette Samira in pizzo macramè rappresenta una delle espressioni più raffinate della nuova capsule. Un modello intero con scollo a V che scolpisce la linea del corpo con naturalezza. Questo capo interpreta la sensualità con un raffinato effetto trasparenza, valorizzato dall’interno foderato color nude, ed è disponibile nei colori nero e in mocha mousse.

Vero gioiello della collezione è l'Abito tutina jumpsuit Roselin in pizzo macramè. Definito come il capo iconico di Essenza Collection, gioca sapientemente con l’effetto trasparenza "vedo non vedo". Foderato internamente in color nude, offre un contrasto visivo estremamente chic. Il tessuto pregiato e la lavorazione complessa lo rendono la scelta ideale per serate ed eventi esclusivi. È disponibile nelle colorazioni nero, mocha mousse e bordeaux.

Infine, per celebrare la gioia e la luce delle feste, Enkris presenta l'Abito Elissa in paillettes nero. Luminoso e festivo, è il capo passe-partout per Natale e Capodanno, capace di catturare ogni sguardo mantenendo intatta la raffinatezza intrinseca del brand.

Una scelta di valore: edizione limitata e versatilità

La scelta dell'edizione limitata sottolinea l'esclusività del progetto: possedere un capo Enkris Bikini significa indossare qualcosa di unico, curato in ogni singola cucitura. La palette colori, che spazia dai toni neutri del panna e del nero alle note intense del bordeaux, è stata studiata per garantire la massima abbinabilità e una transizione fluida tra l'atmosfera festiva e il rigore chic dell'inverno inoltrato.

La nuova Capsule Collection Essenza è disponibile in esclusiva sul sito ufficiale www.enkrisbeachwear.it.

 

Enkris Bikini

Enkris Bikini è un brand italiano sinonimo di eleganza, qualità e stile contemporaneo. Nato con una forte vocazione per il beachwear di lusso, il marchio ha ampliato i suoi orizzonti abbracciando l'abbigliamento femminile a 360 gradi. La missione è quella di celebrare la bellezza di ogni donna attraverso capi dal design ricercato, realizzati con materiali di prima scelta e rigorosamente Made in Italy. Enkris Bikini si rivolge a una donna dinamica, attenta ai dettagli e amante di uno stile senza tempo.

 

Contatti:

Email: info@enkrisbeachwear.it

Telefono: +393427256203

Sito Web: www.enkrisbeachwear.it

Instagram: @enkrisbikini

Giugliano, rogo di rifiuti a Santa Patena: i Forestali sequestrano un fondo agricolo da 4.100 mq

Giugliano— Sequestro preventivo per un intero fondo agricolo in località Santa Patena, nell’agro di Giugliano in Campania. Il provvedimento è scattato dopo un intervento dei militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Marcianise (Caserta), che hanno effettuato un sopralluogo in un’area dove, nei giorni precedenti, si era verificata una combustione illecita di rifiuti.

Durante i controlli, secondo quanto accertato sul posto, sarebbe emersa la presenza di un deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, miscelati tra loro. Tra il materiale rinvenuto: canaline in polietilene danneggiate, imballaggi in plastica e confezioni riconducibili a fitofarmaci scaduti; uno di questi riporterebbe la dicitura “velenoso”.

I rifiuti risultavano esposti alle intemperie e poggiati direttamente su suolo nudo. La conformazione del cumulo e la vicinanza alla zona già interessata dall’incendio avrebbero inoltre evidenziato un rischio concreto di nuovi roghi, considerata la natura facilmente infiammabile del materiale.

Con il supporto dell’Ufficio Tecnico del Comune, i militari sarebbero risaliti alla proprietà del terreno. Ravvisando l’ipotesi di gestione illecita di rifiuti speciali — con contestuale messa in riserva e miscelazione non autorizzata, oltre alla combustione illecita — i Carabinieri Forestale hanno quindi proceduto al sequestro d’iniziativa dell’intero fondo agricolo, di circa
4.100 metri quadrati, e del cumulo di rifiuti.

Le indagini sono in corso per individuare i responsabili. Gli investigatori richiamano l’allarme ambientale e sanitario legato ai roghi di rifiuti, soprattutto plastici, che possono sprigionare diossine e furani: sostanze tossiche e persistenti, in grado di bioaccumularsi nella catena alimentare.

"Napoli, I Promessi Suoceri" al New Teatro Troisi: la commedia che svela le famiglie moderne

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Al New Teatro Troisi, prestigiosa sala di via Leopardi guidata con maestria da Pino Oliva, arriva uno degli appuntamenti più attesi della stagione comica: “I promessi suoceri”, in scena dal 18 al 21 dicembre e dal 1 al 4 gennaio alle ore 21.00, con repliche fuori abbonamento dal 5 al 7 gennaio. La commedia, scritta, diretta e interpretata da Paolo Caiazzo, vede al suo fianco la consolidata compagna di palco Maria Bolignano, ormai icona di una coppia amata dal pubblico per la chimica e la verve comica.

Il titolo stesso, “I promessi suoceri”, gioca sul classico “I promessi sposi” per annunciare senza mezzi termini la natura dell’opera: una commedia brillante, veloce, costruita su meccanismi teatrali precisi e su un’ironia che affonda nel quotidiano. Sul palco, insieme ai due protagonisti, si muove un cast affiatato e di grande efficacia: Antonio D’Avino, Yuliya Mayarchuk, Domenico Pinelli e Giovanna Sannino, chiamati a interpretare un campionario umano che riflette e amplifica le contraddizioni della famiglia contemporanea.

Caiazzo, con il suo stile inconfondibile, osserva e racconta i rapporti tra suoceri e generi, consuoceri e famiglie allargate, muovendosi con equilibrio tra affetto e sarcasmo, tra risata immediata e sottile disvelamento delle ipocrisie domestiche. Gli equivoci si susseguono, le battute colpiscono nel segno, le scaramucce familiari diventano materia scenica viva, restituendo uno spaccato riconoscibile e universale.

“I promessi suoceri” si configura così come un ritratto affettuoso ma pungente della società di oggi, degno erede della grande tradizione comica napoletana, capace di far ridere senza rinunciare a una lettura critica dei rapporti umani. Uno spettacolo che conferma il New Teatro Troisi come uno dei luoghi privilegiati della comicità d’autore partenopea.

Sequestro a Massa Lubrense: 9 strutture abusive rimosse dalla spiaggia di Nerano

Nella giornata odierna, nell’ambito di una più ampia attività coordinata a livello circondariale dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata e a livello distrettuale dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Napoli, si è svolta una nuova operazione di verifica sul tratto di costa ricadente nel circondario del Tribunale di Torre Annunziata. L’intervento si inserisce in una serie di controlli già effettuati nei mesi scorsi, tra luglio e dicembre 2025, finalizzati alla tutela del demanio marittimo e alla salvaguardia della qualità delle acque marine.

Le operazioni sono state condotte dai militari della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Castellammare di Stabia e dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Massa Lubrense, con il supporto tecnico dell’Ufficio Comunale competente. L’attenzione si è concentrata sulle opere presenti sul tratto di demanio marittimo del Comune di Massa Lubrense, in particolare nella località di Nerano (Marina del Cantone).

Al termine delle verifiche, sono state sottoposte a sequestro 9 strutture balneari e/o ristorative: 5 stabilimenti balneari e 4 ristoranti. Nonostante non fossero più attive, tali strutture non erano state rimosse al termine della stagione balneare come previsto dai titoli concessori rilasciati dal Comune di Massa Lubrense, occupando abusivamente il demanio marittimo per una superficie complessiva di circa 566 metri quadrati.

A carico dei 10 soggetti responsabili delle strutture è stato disposto il deferimento a piede libero alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, per violazione degli articoli 54 e 1161 del codice della navigazione e del decreto legislativo n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), in considerazione del pregio ambientale e paesaggistico dell’area interessata.

La Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha confermato che continuerà a coordinare, anche nei prossimi mesi, le attività di verifica sul corretto utilizzo del demanio marittimo, lavorando in sinergia con le Forze dell’ordine locali. L’obiettivo resta quello di garantire la libera fruizione del demanio e la salvaguardia dell’ambiente marino, contrastando ogni forma di occupazione abusiva e illegalità sulle coste del circondario.

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