I ‘medici assenteisti’ del Casertano non sono stati arrestati per una pena maggiore: essere costretti a lavorare

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“Ci troviamo al cospetto di soggetti la cui spinta delinquenziale non è determinata né da necessità economica né dal contesto socio-ambientale di provenienza, bensì dalla superficialità, dalla pochezza etica e dalla mancata consapevolezza della delicatezza e vitale importanza delle funzioni ad essi demandate”. E’ questo il ritratto che il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Rosaria Dello Stritto fa dei medici coinvolti nell’inchiesta sull’assenteismo all’ospedale di Sessa Aurunca.
Alcuni dei quali hanno evitato l’arresto non per l’assenza di esigenze cautelare, bensì quasi come una ‘punizione maggiore’: quella di andare a lavorare, visto che spesso si assentavano. L’imposizione di “svolgere con regolarità e continuità la loro attività” viene considerata dal gip come la punizione proporzionata per chi “non ha contezza di essere chiamato a salvaguardare il più importante tra i beni costituzionalmente protetti”.
Il quadro che emerge dagli atti dell’ordinanza è desolante: un “sistema così collaudato, sistematico e diffuso” aggravato dalla “spavalderia e la spregiudicatezza” rappresentata dai gesti di alcuni indagati che hanno inteso anche ‘sfidare’ le telecamere: in alcuni video, infatti, si nota come un autista salutava con la mano la telecamera e, in un’altra occasione, mostra anche il badge, sempre verso l’occhio bionico, ostentando “un atteggiamento di sfida”. Oggi intanto inizieranno gli interrogatori dei medici coinvolti nell’inchiesta.

Gustavo Gentile


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