Cardito, il papà del piccolo Giuseppe ha saputo della tragedia dalla polizia, la famiglia si scaglia contro Valentina

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“Pagherai anche tu Valentina, potevi chiamare noi, perché non hai avvisato la Polizia? Questa tragedia si poteva evitare” Vincenzo Dorice, il fratello di Felice, padre dei bambini massacrati di botte a Cardito vuole giustizia. Intervistato a Pomeriggio 5, racconta cosa è accaduto domenica scorsa dopo la scoperta dell’uccisione del piccolo Giuseppe da parte di Tony Badre. Le telecamere della trasmissione di Barbara D’Urso sono arrivate a Pompei, oggi pomeriggio, a casa di Felice Dorice. Il papà del piccolo Giuseppe e di Noemi, ricoverata da domenica al Santobono di Napoli non era in casa, in quel momento i carabinieri di Pompei gli stavano notificando la decisione del tribunale per i minori di Napoli di sospendergli la patria potestà. Dramma nel dramma quello dei piccoli figli di Valentina e Felice Dorice, la coppia separata dall’estate scorsa. Lei originaria di Massalubrense, lui di Pompei si erano lasciati qualche mese fa. L’ex cognato Vincenzo Dorice racconta il difficile rapporto tra il fratello e la sua compagna: “I bambini mio fratello li vedeva, la compagna glieli portava alla stazione di Sorrento o a Sant’Agnello e glieli faceva vedere. I bimbi dicevano che stavano bene, stavano con la nonna a Sorrento, non sapevamo che si erano trasferiti a Cardito. Mio fratello tentava di chiamare tutti i giorni quando serviva qualcosa glielo portava alla stazione di Sorrento o Sant’Agnello. Si incontravano là”. Vincenzo Dorice racconta che loro non sapevano della nuova vita della compagna del fratello: “Prima della telefonata della Polizia non sapevamo nulla. Felice lo ha saputo così, gli hanno detto ‘dobbiamo darle una brutta notizia, suo figlio è morto’. Poi, siamo stati al Santobono a trovare Noemi e abbiamo parlato con il medico che ha operato la piccola”. Vincenzo Dorice aggiunge: “Noi vogliamo la tutela dei minori abbiamo nominato un avvocato esperto, perchè chi ha sbagliato deve pagare”.
Nonna Anna la madre di Felice riesce a parlare a stento davanti alle telecamere: “Sono troppo mortificata per quello che è successo – ha detto – non ce la faccio”. Il figlio è stato tanti anni con Valentina la donna che poi l’estate scorsa lo ha lasciato per un altro. E’ andata via nonostante fosse stata ospitata a casa della suocera, insieme ai bambini.
“La madre se ha assistito a tutto quello che dicono, voglio capire la sua posizione, cosa ha fatto? – dice Vincenzo Dorice -. Doveva chiamare la polizia anche se succube doveva chiamare qualcuno. Ha assistito alla crudeltà su questi bambini. Una cosa incredibile. Io da Valentina non mi sarei aspettato una cosa del genere, mio fratello è un padre distrutto. Pagherai anche tu Valentina, poteva chiamare noi: questa tragedia si poteva evitare”. Vincenzo Dorice insiste sulle responsabilità della madre dei piccoli che ha assistito a quelle violenze e non ha reagito. Vuole giustizia per quei bimbi, Vincenzo e si chiede, davanti alle telecamere, rivolgendosi a Valentina: “Sono figli tuoi, sangue del tuo sangue, come fai a vederli maltrattare e non reagire?”. Poi aggiunge: “Noi e tutta la città di Pompei chiediamo giustizia per quello che è accaduto”. Vincenzo non sa ancora che il Tribunale per i minori di Napoli ha sospeso a suo fratello la patria potestà, il piccolo Giuseppe è morto, ucciso dalle botte del patrigno, la piccola Noemi è in ospedale e dopo le cure alle cicatrici fisiche, dovrà curare le profonde cicatrici dell’anima. E’ assistita da un pool di psicologi che le stanno dicendo la verità man mano che la bimba chiede. Ma oggi tutti si chiedono qual è stato il ruolo di Valentina, la madre dei tre piccoli. Tutti si interrogano su quelle ore trascorse dalle botte alla telefonata al 118 per allertare i soccorsi. Alcuni vicini di casa raccontano che Tony vagava per strada verso le 9,20 del mattino in cerca di qualcuno che potesse dargli delle pomate per curare i figli della compagna.
Mentre lui cercava un palliativo, chiedendo cremine per i lividi, Giuseppe moriva adagiato su un divano. E Noemi era in preda a forti dolori per le contusioni al volto e all’orecchio. E lei, Valentina, la mamma cosa stava facendo? Dov’era? Perchè non si curava di loro?

Calci, pugni e anche bastonate con una scopa, mentre la madre dei bambini gli chiedeva di fermarsi. Confessione piena per Tony Essobti Badre, il 24enne arrestato a Cardito (Napoli) per l’omicidio di uno dei figli della compagna, Giuseppe, 7 anni, e il ferimento della sorellina più grande di un anno, Noemi, domenica scorsa. Il giovane è stato interrogato in mattinata nel carcere di Poggioreale dal gip del Tribunale di Napoli Nord, che nel pomeriggio ha convalidato il fermo con le accuse di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e di lesioni aggravate.Il compagno della 31enne Valentina Casa “ha ammesso le proprie responsabilità e ha chiarito alcuni punti oscuri” della tragedia che ha scosso la cittadina partenopea. Il giovane, stando a quanto fatto sapere dall’avvocato Michele Coronella, ha raccontato di aver “usato la scopa e preso a bastonate, calci e pugni i bambini. È una follia pura che si è tramutata in tragedia. Il movente sarebbe stato il fatto che i bambini avevano distrutto la camera, che aveva acquistato con sacrifici e, in particolare, rotto la sponda del letto”. Essobti Badre “sta recuperando le energie mentali, piange e si ribella a se stesso. Vedi un morto vivente – continua il legale – uno strazio umano. Man mano che si va avanti, è così: è una tragedia anche per lui oltre che per il bambino morto”.L’aggressione, quindi, sarebbe partita in un momento di follia e, secondo il legale, non è esclusa la richiesta di una perizia psichiatrica. Intanto, “bisogna vedere – sottolinea Coronella – se a livello di pregresso ci fosse qualcosa” con la madre dei bambini. Il rapporto fra i due, infatti, sembra che non fosse proprio idilliaco.Ma un altro elemento che potrebbe entrare nell’inchiesta è il fatto che pare ci sia stato un possibile “buco” di due ore fra l’attacco ai bambini e la chiamata dell’ambulanza. Il giovane ha riferito di essere andato prima in una farmacia e poi in un’altra per prendere delle pomate, mentre il sangue sarebbe stato asciugato con degli asciugamani. Il 24enne ha poi detto di aver fatto una telefonata alla sorella. “Se avessi avuto la macchina mia, l’avrei portato in ospedale”, avrebbe confidato l’uomo. Secondo l’avvocato, la madre dei bimbi e il compagno, presenti entrambi al momento della tragedia, in ogni caso, “si sono impauriti anche loro” e non avrebbero pensato subito di chiamare l’ambulanza. A questo proposito, “bisogna vedere – rimarca Coronella – che cosa dirà l’autopsia per capire se c’era spazio per salvare il bambino”.Un raptus, quindi, avrebbe scatenato l’ira del compagno della madre dei bimbi. “Non si è fermato dopo due colpi, si è fermato quando ha fatto male. È andato oltre l’immaginabile – sottolinea il legale – la testa è partita”.

Rosaria Federico

    (Nella foto Felice Dorice)



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