Castellammare, ‘Pentiti da bruciare’, l’assessore Scafarto: ‘Gesto schifoso’. Scala (Leu): ‘Bruciamo l’indifferenza e la cultura camorristica’

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Castellammare. “Gli ultimi eventi accaduti impongono una seria riflessione. – ha spiegato Gianpaolo Scafarto, assessore alla Legalità e alla Sicurezza – L’evento increscioso che si è verificato durante la notte dell’Immacolata non può restare impunito. E dinanzi a questa schifosa circostanza è necessario che l’impegno dell’amministrazione sia ancora più incisivo per porre fine a simili scempi. Occorre pertanto confrontarsi anche con le opposizioni per portare la lotta direttamente al cuore del nemico, che è la camorra.
Ritengo in tal senso che la prevenzione, su cui ho puntato molto sin dal giorno del mio insediamento, sia essenziale per educare e sensibilizzare le giovani leve al rispetto degli altri e all’onestà. Abbiamo chiesto alla Prefettura di convocare un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, perché siamo consapevoli che questa giornata di festa rappresentava anche per molti un’occasione per sfidare le istituzioni. Purtroppo il nostro appello è stato ignorato. I falò dell’immacolata sono illegali, distruggono l’ambiente e danneggiano le strade. E poi accade che un episodio così turpe finisca per coprire di vergogna l’immagine della nostra città. I responsabili vanno individuati e consegnati alla giustizia. Da lunedì sarò presente tutti i giorni presso il Circolo della Legalità per sostenere e supportare i cittadini che intendono denunciare atti illeciti e confrontarsi con me”.

Anche il consigliere comunale di Leu, Tonino Scala è intervenuto sulla vicenda. “Questa mattina sui social gira una foto. La foto di un falò, uno dei tanti che ieri sera ha arricchito, e consolidato, una delle più antiche e belle tradizioni della mia città: la notte dell’immacolata. Una festa dove il sacro e il profano si mescolano creando una miscellanea di odori, colori, sapori, devozione, prima dell’arrivo del generale inverno. Una notte di fuoco, intorno ai fuochi che fa sentire ad ogni cittadino quell’attaccamento ad una terra bella è difficile come la nostra. Basta una notte per sentirsi orgogliosi di essere stabiesi. Una foto che mi auguro non sia vera mi ha raggelato e fatto venire i brividi lungo la schiena, una foto che non è la mia città, una foto che non rappresenta nemmeno lontanamente la mia città. Non la pubblico sperando che sia un fake, ma in tanti mi confermano sua vera. La foto riprende un manichino, un pupazzo di pezza legato ad una corda di un grande falò. Poi una scritta: così devono essere i pentiti abbruciati. La città non è questo, non lo è mai stato nemmeno nei periodi peggiori. Questo, questi cretini che han partorito la macabra rappresentazione di cui sopra, non hanno nemmeno a che fare con la camorra, sono cretini e basta. Non voglio nemmeno pensare lontanamente che sia collegato all’inchiesta giudiziaria di questi giorni. Han solo rovinato non una, ma la festa di e ad un popolo che col fuoco decide ogni anno di bruciare le malapatenze di una vita. Un gesto da condannare senza se e senza, ma così come sono da condannare i mancati controlli da parte di chi aveva il dovere di controllare. Il palio dei fuochi deve diventare l’evento intorno al quale lavorare 365 giorni l’anno per valorizzare la tradizione e i quartieri che la mantengono viva. Nei quartieri i falò vanno organizzati di concerto con le istituzioni. Ripeto organizzati in modo da non arrecare danni a cose e persone, ma bisogna lavorarci e già da domani. Bisogna avere la capacità di isolare gli stolti, chi alimenta culture d’odio in una città che ha bisogno di un riscatto vero. Credo che quel gesto da un lato provochi indignazione negli stabiesi, dall’altro voglia di rimarcare le dovute distanze. Castellammare è un’altra cosa, è da un’altra parte. Ma dobbiamo veramente prendere le distanze, siamo questo noi? Vogliamo essere questo? Me la prendo con chi doveva controllare, ma anche con quelli che son rimasti lì ad ammirare quella bruttura, ignobile, stupida e violenta. In questa terra amara dico che quell’autogoal che poteva essere evitato e che va condannato con forza, sdegno e orgoglio: Stabia è un’altra cosa”.



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