A Pomigliano, la violenza del racket si fa sentire in modo inquietante. Due arresti all'alba svelano una strategia di estorsione che ha terrorizzato una vittima per un mese, con richieste di 15mila euro. La ferocia del clan mette in luce una realtà cruda, dove l'intimidazione diventa un'arma…
Pomigliano – La morsa del racket si era stretta attorno a una vittima locale con una ferocia degna delle peggiori cronache criminali. Due persone sono finite in carcere all'alba di oggi, raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Carabinieri della Stazione di Pomigliano d’Arco. L'accusa è pesante: tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
L'escalation di violenza
L'inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, ha portato alla luce un mese di terrore. Nel febbraio 2025, gli indagati avrebbero preso di mira la vittima con una strategia precisa:
La richiesta: 15.000 euro in contanti
La forza intimidatrice: Per piegare la resistenza del bersaglio, i due avrebbero esplicitamente evocato il controllo dei clan camorristici egemoni sul territorio.
L'assedio: Le minacce e gli atti violenti non si sono limitati a incontri casuali, ma sono proseguiti con blitz presso l'abitazione e il luogo di lavoro della vittima, spesso davanti a testimoni, per massimizzare il potere di intimidazione.
Il provvedimento
Il GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura Distrettuale, ha disposto la massima misura cautelare per frenare la pericolosità delle condotte. Gli indagati sono stati trasferiti in penitenziario, mentre le indagini proseguono per cristallizzare il quadro probatorio.
Fonte REDAZIONE





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