Napoli, la sensitiva social e l'orrore su WhatsApp: "Versate 5mila euro o sarà un uomo morto"

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Napoli– Non più solo il dolore del lutto o la speranza di un contatto con l'aldilà. Il business della credulità popolare sembra aver varcato una nuova, inquietante frontiera: quella della paura pura.

"Se entro il 12 non paga cinquemila euro lo ammazzano". È questo il messaggio agghiacciante che ha fatto scattare l'allarme e portato cinque persone a sporgere formale denuncia presso la Procura di Napoli, svelando un presunto sistema di raggiri nato all'ombra delle dirette social di una sedicente sensitiva.

Il teatro della truffa

Tutto inizia sul web, nelle piazze virtuali dove la sensitiva organizza le sue live, promettendo di mettere in contatto gli utenti con le anime dei propri cari defunti. Un pubblico fragile, emotivamente esposto, pronto a credere al sovrannaturale.

Ma la vera trappola, secondo quanto ricostruito nella denuncia, scatta lontano dagli occhi di tutti, nel privato di un gruppo WhatsApp. Qui, un ex moderatore della sensitiva avrebbe tessuto la tela, contattando alcuni fedelissimi seguaci con una richiesta d'aiuto disperata.

La sceneggiatura del terrore

La narrazione costruita per estorcere denaro è degna di un thriller criminale. La vittima designata – un altro moderatore delle live, di origini calabresi – sarebbe stata in pericolo di vita.

La storia raccontata agli utenti era precisa e terribile: l'uomo aveva contratto un debito di 5mila euro con «persone pericolose» e, se la somma non fosse stata saldata entro una data scadenza (il giorno 12), l'epilogo sarebbe stato l'omicidio. Una corsa contro il tempo per salvare una vita, facendo leva sul senso di comunità e pietà dei partecipanti.

La prova cristallizzata

Il meccanismo, tuttavia, si è inceppato di fronte alla lucidità di una delle potenziali vittime. Alla richiesta di maggiori dettagli sulla natura del debito e sull'identità dei creditori, il richiedente ha improvvisamente cambiato atteggiamento. Prima ha tentato una maldestra marcia indietro, poi è arrivato a negare di aver mai formulato quella richiesta.

Un tentativo di cancellare le tracce fallito in partenza: le conversazioni e le minacce erano già state "cristallizzate" attraverso screenshot, ora allegati agli atti giudiziari.

L'ipotesi degli inquirenti

La denuncia presentata a Napoli chiede ora di fare piena luce su quello che non appare come un episodio isolato, ma come un modus operandi ben rodato. L'ipotesi è che la paura della morte e la minaccia di violenza siano strumenti utilizzati ciclicamente per spremere denaro a chi è già stato agganciato con le promesse spirituali.

Toccherà ora alla magistratura verificare se dietro le dirette mistiche si celi una più terrena e spietata associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

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Pubblicato da
Giuseppe Del Gaudio