Un sistema articolato di frodi fiscali, fatture false e trasferimenti di denaro all’estero è stato smantellato dalla Guardia di Finanza di Scafati nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore. I finanzieri hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, diretta e per equivalente, per un importo complessivo di 781.326,60 euro, oltre all’applicazione di misure cautelari personali nei confronti dei principali indagati.
Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari, riguarda sei soggetti operanti nell’area dell’Agro nocerino-sarnese, ai quali vengono contestati a vario titolo reati di trasferimento fraudolento di beni e valori, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazioni fiscali fraudolente, omessa dichiarazione e autoriciclaggio. Secondo l’accusa, parte dei proventi illeciti sarebbe stata movimentata attraverso operazioni bancarie internazionali con destinazione la Repubblica Popolare Cinese.
L’indagine ha preso avvio da una verifica fiscale condotta su una società con sede a Sarno, attiva nel commercio di prodotti di panetteria, nell’ambito di un’azione mirata alla repressione delle frodi in materia di IVA e imposte dirette. Fin dalle prime fasi sono emerse gravi irregolarità, tra cui l’impiego di manodopera straniera priva di regolare permesso di soggiorno e la mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali per le imposte sui redditi e l’IVA a partire dal 2021.
Gli approfondimenti successivi hanno consentito di ricostruire una rete di false fatturazioni, emesse e ricevute allo scopo di abbattere artificialmente il carico fiscale. Al centro del meccanismo vi erano società cartiere, intestate fittiziamente a prestanome, utilizzate per creare costi inesistenti e mascherare i reali flussi economici.
Alla luce degli elementi raccolti, il giudice ha disposto il sequestro preventivo del profitto dei reati contestati, quantificato in oltre 780mila euro. Nei confronti dei due indagati ritenuti principali responsabili sono state applicate misure cautelari personali, con l’obbligo di dimora nel comune di residenza per uno e il divieto di esercitare attività d’impresa o ricoprire incarichi direttivi per l’altro. Per gli altri coinvolti, pur in presenza di un quadro indiziario ritenuto grave, il gip ha escluso il rischio di reiterazione del reato, disponendo esclusivamente la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Fonte REDAZIONE






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