L'operazione odierna contro la camorra rivela un legame inquietante tra crimine e politica, un tema sempre attuale. Con arresti che coinvolgono figure di spicco e il sequestro di beni per oltre 10 milioni, la notizia sottolinea l'urgenza di combattere l'influenza mafiosa su economia e istituzioni.
Una vasta operazione antimafia ha scosso questa mattina il Lazio e la Campania, con arresti e sequestri di beni per oltre 10 milioni di euro. I carabinieri del Comando Provinciale di Latina, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Roma, hanno dato esecuzione a un decreto del giudice per le indagini preliminari, rivolto a diversi soggetti ritenuti gravemente indiziati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, trasferimento fraudolento di valori e turbata libertà degli incanti.
Tra gli arrestati figura anche un presunto esponente del clan camorristico Licciardi, parte dell’alleanza di Secondigliano, coinvolto nelle dinamiche di intimidazione e controllo criminale che secondo gli investigatori avrebbero influito anche su processi elettorali e attività imprenditoriali. Contestualmente sono stati sequestrati immobili e quote societarie per un valore complessivo superiore ai 10 milioni di euro, colpendo la struttura economica messa in piedi dagli indagati.
L’operazione, condotta nelle province di Roma, Napoli, Terracina e Latina, conferma l’attenzione della magistratura e delle forze dell’ordine sul radicamento delle organizzazioni criminali nel tessuto economico e politico, e sul collegamento tra affari illeciti e condizionamento della vita istituzionale. Secondo gli inquirenti, la complessa rete di estorsioni e influenze elettorali dimostra come le organizzazioni mafiose continuino a infiltrarsi nei meccanismi economici e amministrativi del territorio, con un impatto rilevante sulla legalità e sulla concorrenza leale.
Fonte REDAZIONE






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