Blitz dei carabinieri nelle palazzine popolari di Castello di Cisterna : il ragazzino trovato con 40 dosi di cocaina già confezionate e 470 euro in contanti
Castello di Cisterna – Nel quartiere di edilizia popolare della "219" dove la povertà morde e la criminalità si insinua come una nebbia perenne, i Carabinieri di Castello di Cisterna hanno messo fine a un ennesimo capitolo del dramma dei "baby pusher".
Un ragazzo di appena 14 anni, con l'aria di chi ha già visto troppi inverni, è stato arrestato con 40 dosi di cocaina pronte per lo spaccio e 470 euro in banconote di piccolo taglio. Non è un caso isolato: è l'ennesima testimonianza di un fenomeno che sta divorando l'infanzia nelle periferie napoletane, dove i minori vengono arruolati dalle baby gang per gestire piazze di spaccio, diventando pedine sacrificabili in un giro di droga che non perdona.
L'operazione è scattata nel cuore del quartiere "Legge 219", un agglomerato di palazzoni grigi e fatiscenti che i militari del comando provinciale di Napoli conoscono come le loro tasche.
Qui, i controlli antidroga sono routine quotidiana: arresti, denunce e sequestri si susseguono in un ciclo virtuoso ma estenuante, mirato a smantellare le reti che infestano l'area. I Carabinieri, durante un pattugliamento serrato, hanno notato un ragazzino che camminava con passo affrettato e sguardo sfuggente, puntato nervosamente sulla gazzella dell'Arma.
Bloccato tra i palazzoni popolari della 219 di Castello di Cisterna
Quel fare agitato, quasi inconsapevole, ha fatto scattare l'allarme: un classico segnale di chi nasconde qualcosa di grosso.Fermato e perquisito sul posto, il 14enne – che ha da poco spento le candeline – non ha opposto resistenza.
Nel marsupio, gli investigatori hanno rinvenuto le prove inconfutabili: pacchetti di cocaina da un grammo ciascuno, confezionati per la vendita al dettaglio nelle vie del quartiere, e una mazzetta di soldi contanti, frutto di chissà quante "transazioni" veloci.
Interrogato, il minore ha lasciato cadere una frase che gela il sangue: "Non so fare altro, non c'è alternativa".
Parole pronunciate con la rassegnazione di un uomo maturo, di chi ha già assaggiato il fallimento e la disperazione, non di un adolescente che dovrebbe inseguire sogni, non dosi letali.
Per lui, scattato l'arresto per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, è seguito il trasferimento al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei, dove servizi sociali e psicologi tenteranno di ricostruire un futuro spezzato. Ma il caso di Castello di Cisterna non è un'eccezione: è un tassello in un mosaico allarmante.
A Napoli e provincia, il reclutamento di minori per lo spaccio è esploso negli ultimi anni, con le baby gang che sfruttano la vulnerabilità dei più giovani per eludere i controlli e ridurre i rischi. Solo nel 2025, operazioni come il blitz anti-baby gang della Polizia a settembre hanno portato a 209 persone controllate e decine di denunce, fotografando un'entità criminale che si nutre proprio di questi "bambini soldato della strada".
A maggio, un'altra retata a Scampia ha fermato diversi baby pusher, confermando come questi quartieri siano laboratori a cielo aperto per la diffusione della cocaina tra i più deboli.
Il fenomeno non è confinato al Vesuviano: a livello nazionale, Roma ha registrato oltre 400 minori indagati per spaccio in un solo anno, con focolai nei quartieri come Tor Bella Monaca e il Quarticciolo, dove la droga diventa valuta di scambio per status e sopravvivenza.
Esperti e associazioni come Libera denunciano un "sistema piramidale" che parte dalle cosche camorristiche e arriva ai piedi di strada: i baby pusher guadagnano poco – spesso 50 euro al giorno – ma rischiano tutto, inclusa la libertà e la vita.
È una guerra silenziosa contro l'infanzia negata, per questo i controlli, pur intensi, debbono essere accompagnati da politiche di prevenzione più incisive: scuole, centri sportivi e programmi di reinserimento per strappare questi ragazzi al ciclo della dipendenza.
Mentre il 14enne di Castello di Cisterna attende il verdetto del Tribunale per i Minorenni, la domanda resta sospesa nell'aria umida del quartiere: quanti altri "uomini in erba" stanno marciando verso lo stesso destino? I Carabinieri promettono di non mollare la presa, ma serve di più: una città che non si accontenti di arresti, ma che restituisca speranza a chi, a 14 anni, ne ha già perso troppa.
RIPRODUZIONE RISERVATAArticolo pubblicato il 15 Ottobre 2025 - 08:08 - Giuseppe Del Gaudio
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