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Fiume Sarno, maxi-riunione tra procure e forze dell’ordine a Napoli:

Al centro del vertice la necessità di una strategia comune per fermare i crimini ambientali che avvelenano da decenni il corso d’acqua più inquinato d’Europa.
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NAPOLI – Dare una svolta alle indagini sull’inquinamento del fiume Sarno, simbolo da anni del degrado ambientale in Campania. È questo l’obiettivo del vertice interdistrettuale che si è tenuto ieri presso la Procura generale di Napoli, convocato dai procuratori generali di Napoli e Salerno, Aldo Policastro e Rosa Volpe.

Attorno allo stesso tavolo, per la prima volta, si sono ritrovati i procuratori dei distretti coinvolti lungo il bacino fluviale – Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata – insieme ai vertici delle principali forze investigative: i Carabinieri del Noe, i Carabinieri Forestali, il reparto operativo dell’Arma di Napoli e la Polizia della Città Metropolitana. Presenti anche i tecnici dell’Arpac, che da anni forniscono supporto scientifico alle indagini.

Una strategia comune contro i veleni

La riunione ha avuto come scopo la definizione di un programma coordinato di monitoraggio e un cronoprogramma di indagini su larga scala, con l’obiettivo di individuare sia i fattori inquinanti che i responsabili degli sversamenti illegali che avvelenano quotidianamente il fiume e i suoi affluenti.

Le attività riguarderanno l’intero corso fluviale, dal tratto irpino fino alla foce di Castellammare di Stabia, passando per l’area agricola dell’Agro nocerino-sarnese e i poli industriali.

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Un’azione che punta non solo a reprimere i reati ambientali, ma anche a scoraggiare nuove condotte illecite grazie a una presenza costante sul territorio.

Un fiume simbolo del disastro ambientale

Il Sarno, definito da più studi il fiume più inquinato d’Europa, è da decenni al centro di denunce, proteste e promesse di bonifica rimaste sulla carta. Scarichi industriali, sversamenti di reflui agricoli e acque nere non depurate continuano a confluire nel corso d’acqua, trasformandolo in una minaccia per la salute pubblica e per l’ecosistema marino della costa vesuviana e sorrentina.

Il nuovo coordinamento tra procure e forze investigative rappresenta, nelle intenzioni dei magistrati, un salto di qualità rispetto agli interventi frammentari del passato.

Nei prossimi mesi il tavolo sarà allargato anche ad altri corpi investigativi, come la Guardia di Finanza e la Capitaneria di Porto, per completare il fronte investigativo. L’obiettivo dichiarato è costruire un modello permanente di contrasto ai crimini ambientali, sulla scia della Rete delle Procure generali istituita presso la Cassazione per l’applicazione del decreto legislativo 106/2006.

Un segnale forte arriva proprio dai protagonisti della riunione: “Il Sarno non può più essere lasciato morire. La tutela dell’ambiente coincide con la tutela della salute pubblica”.

Articolo pubblicato il 2 Ottobre 2025 - 15:00 - A. Carlino

Commenti (1)

E’ importante che se faccia qualcosa per il fiume Sarno, pero mi domando se le azioni saranno effettivamente efficaci. Speriamo che non siano solo parole vuote come è successo in passato con altri progetti simili.

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