Casalnuovo – Era diventata una vera e propria centrale di produzione di documenti falsi, nascosta tra le mura di un’abitazione di Casalnuovo.
Qui un 40enne del posto, già noto alle forze dell’ordine, avrebbe fabbricato e gestito un sistema di contraffazione di carte d’identità, tessere sanitarie e carte di credito, al servizio non solo della criminalità locale ma anche di migranti irregolari desiderosi di ottenere un’identità “pulita” per muoversi sul territorio nazionale.
L’uomo è stato arrestato dalla Polizia di Stato con l’accusa di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi e ricettazione.
La scoperta: carte d’identità, tessere sanitarie e carte di credito in casa
Durante un mirato servizio investigativo, gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno fatto irruzione nell’abitazione del 40enne, rinvenendo un vero arsenale di materiali utili alla falsificazione: carte d’identità senza foto tessera, altre con l’effige dell’uomo ma generalità diverse, tessere sanitarie contraffatte, numerose carte di credito e di debito intestate a terzi, due computer portatili, due smartphone, un apparecchio POS e foto formato tessera di vari soggetti.
Tutto era ben occultato in un cassetto del comodino, segno di un’attività organizzata e continuativa.
Un fenomeno diffuso: le “officine del falso” tra Napoli e provincia
L’operazione di Casalnuovo si aggiunge a una serie di interventi simili condotti nelle ultime settimane tra Napoli e provincia da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, che hanno portato alla scoperta di laboratori clandestini in grado di produrre documenti perfettamente contraffatti:patenti, permessi di soggiorno, carte d’identità e tessere sanitarie utilizzate per truffe bancarie, frodi fiscali e traffici illeciti.
In molti casi, secondo gli investigatori, queste centrali del falso lavorano su commissione, fornendo identità fittizie a migranti irregolari e a soggetti legati a reti criminali.Potrebbe interessarti
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Le indagini della Polizia Postale e della Guardia di Finanza hanno infatti documentato un mercato parallelo dell’identità digitale, alimentato da chi cerca di sfuggire ai controlli o di aprire conti correnti per transazioni illegali.
Un affare che muove denaro e sicurezza
Gli inquirenti ipotizzano che la “centrale” di Casalnuovo fosse parte di una rete più ampia, collegata ad altre strutture clandestine attive tra Ponticelli, Casoria e l’area nord di Napoli, specializzate nella produzione di documenti utili anche per ottenere prestiti, acquisti online o contratti telefonici.
Dietro un’apparente attività artigianale, si nasconde un giro d’affari milionario, che mina la sicurezza pubblica e favorisce l’infiltrazione di soggetti senza identità verificata nei circuiti economici e sociali.
L’allarme delle forze dell’ordine
Le autorità sottolineano che la contraffazione documentale è ormai un business transnazionale, gestito da gruppi che operano tra Campania, Lazio e Nord Africa, con diramazioni fino ai Paesi dell’Est.
Un fenomeno che non solo sostiene la criminalità economica, ma che rappresenta un rischio per la sicurezza interna, specie se legato a flussi migratori non tracciati e operazioni di riciclaggio.
Il 40enne di Casalnuovo è stato condotto in commissariato e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli investigatori della Squadra Mobile e della Procura di Napoli Nord stanno ora analizzando il materiale sequestrato, in particolare i dispositivi informatici, per risalire alla rete di clienti e complici.
Non si esclude che l’uomo fungesse da “fornitore tecnico” per organizzazioni più strutturate, o che gestisse una base logistica per la produzione di identità fittizie su larga scala.
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