Napoli – Quando l’inciviltà mette a rischio un monumento, c’è chi trova una soluzione radicale: “Demoliamo tutto”
. È la provocatoria (e inquietante) proposta che ha indignato il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, dopo l’ennesimo video di ragazzini che si tuffano dall’arco romano del Palazzo degli Spiriti a Marechiaro.
Il paradosso: cancellare la storia per nascondere il problema
Nel filmato circolato sui social, due adolescenti si lanciano in mare dal rudere del I secolo d.C., mentre una voce fuori campo suggerisce sarcasticamente: “Tanto varrebbe abbatterlo, così smettono”.
Una logica che Borrelli definisce “folle e pericolosa”: “Siamo al punto che per evitare i tuffi illegali si propone di radere al suolo un bene archeologico? È come bruciare un libro perché contiene idee scomode”.
Tuffi “kamikaze” e incidenti: un’emergenza annunciata
Quello di Marechiaro è un rituale estivo che ogni anno manda in tilt vigili del fuoco e capitaneria: ragazzi in cerca di adrenalina si lanciano da scogli e ruderi, sfidando correnti e fondali pericolosi.
“Qui abbiamo visto di tutto – raccontano i residenti –, dalle fratture alle overdose di testosterone per i video su TikTok”. Ma il deputato avverte: “La colpa non è dell’arco, ma della mancanza di controlli e educazione. Vorremmo forse abbattere il Colosseo perché i turisti ci scrivono sopra?”.
La ricetta: più sicurezza, meno demolizioni
Con i consiglieri Gianni Caselli e Lorenzo Pascucci, Borrelli chiede interventi mirati: sorveglianza rafforzata, multe salate per i trasgressori e campagne nelle scuole. “Napoli non è un parco giochi – ribadisce –. Qui ogni pietra racconta una storia: proteggerla significa anche insegnare ai giovani il rispetto per la propria città”.
Intanto, sotto l’arco millenario, le onde continuano a infrangersi. In attesa del prossimo “tuffo della vergogna”.
Articolo pubblicato da Federica Annunziata il giorno 6 Agosto 2025 - 17:32
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