Caivano – Blitz dei carabinieri al Parco Verde di Caivano, dove è stato smantellato ciò che restava dello storico clan Ciccarelli, attivo nella zona con una fitta rete di estorsioni.
A finire in manette è stato il presunto capoclan Domenico Ciccarelli, 52 anni, soprannominato “Caciotta”, fratello del più noto Antonio Ciccarelli, detto “Tonino ’a munnezza”, per anni figura dominante del quartiere.
Le accuse, a vario titolo, sono di estorsione aggravata dal metodo mafioso e associazione a delinquere di stampo camorristico. I fatti contestati si riferiscono a un periodo recente, che va da dicembre 2024 a luglio 2025.
L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, guidati dal maggiore Andrea Coratza, che da mesi monitoravano le attività della cellula criminale rimasta in libertà dopo precedenti arresti eccellenti.
Gli arresti, convalidati nei giorni scorsi, non erano stati ancora resi noti ufficialmente, ma la notizia circolava già da tempo nel quartiere, dove l’intervento è avvenuto in pieno giorno e sotto gli occhi dei residenti.
Secondo le indagini, Domenico Ciccarelli avrebbe assunto il controllo delle attività illecite dopo l’arresto di Antonio Angelino, detto “Tibiuccio”, altro noto esponente del malaffare locale, finito in manette due anni fa a Castel Volturno. Con lui, recentemente, sono stati arrestati anche Giovanni Barra e Roberto Maugeri, considerati terminali operativi di un nuovo cartello criminale legato proprio ad Angelino.
L’arresto di Ciccarelli potrebbe ora riaprire i giochi nel sottobosco criminale di Caivano, dove la criminalità organizzata è in cerca di nuovi equilibri dopo la caduta di figure storiche. Secondo fonti investigative, le estorsioni restano la principale fonte di reddito del clan, e una parte dei racket sarebbe stata affidata proprio al gruppo di Barra e Maugeri, attraverso una vera e propria “lista” di commercianti e attività da colpire.
Al momento, spiegano gli inquirenti, restano in circolazione solo “cani sciolti” e personaggi di secondo piano, alcuni dei quali con contatti esterni al territorio. Intanto, restano escluse dal giro delle estorsioni le aziende della zona ASI di Caivano, al confine con Pascarola, che – almeno secondo gli atti – non comparivano nella lista degli “obbligati al pizzo”.
L’inchiesta è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Con “Caciotta” sono stati arrestati altri sei affiliati:
Ciro Ciccarelli
Bruno Ciccarelli
Rita De Luca, moglie di Domenico
Antonio Esposito
Angelo Ferraiuolo
Vincenzo Zampella
Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2025 - 06:27