"Il cinema è fatto di luoghi e spazi da vivere – spiega Michelangelo Messina, direttore artistico dell’Ischia Film Festival – ma è anche, da sempre, un contenitore essenziale per sviluppare riflessioni e analisi sulle principali criticità della nostra società e delle nostre vite". Con queste parole, Messina introduce Location Negata, sezione collaterale ma centrale nella filosofia del festival: uno spazio narrativo dedicato agli sguardi marginali, agli ambienti dimenticati, ai luoghi invisibili delle nostre geografie sociali.
I cortometraggi: infanzia e adolescenza oltre il visibile
Sette i cortometraggi in concorso quest’anno, accomunati da un tema trasversale: l’infanzia e l’adolescenza vissute in spazi di disagio e incertezza. Ambientazioni che diventano parte stessa del racconto, proiettando i giovani protagonisti in contesti duri, spesso spietati.
Dalle metropolitane alle macerie: racconti di sopravvivenza
In Lima, opera prima di Giulia Bettaglio, la metropolitana di Milano diventa teatro di una lotta per la sopravvivenza. In Amusement Park di Egidio Prudenzano, i cantieri abbandonati della Cina si trasformano in simboli di vuoto e disillusione. Le stesse ferite si ritrovano in Clear Sky del polacco Marcin Kundera, tra macerie e traumi bellici, e in Ya Hanouni, dove il conflitto entra nelle case senza preavviso, devastando vite e futuro.
Viaggi visivi tra spazi chiusi e orizzonti spezzati
In Neverland di Jin Hongde, un atlante visivo inquieto prende forma tra sogno e disperazione, mentre The Past Is Calling di Perla Geagea affronta la violenza domestica in un crescendo claustrofobico. Spazi chiusi, fisici e mentali, diventano l’essenza stessa del racconto.
I lungometraggi: tra impegno civile e memoria collettiva
La selezione dei sette lungometraggi amplifica lo sguardo del festival: film che coniugano forma e contenuto, stilistica e denuncia. Opere che attraversano la storia, la politica e la contemporaneità, dando voce a nuove forme di narrazione sociale.
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Le opere italiane: Gaza e Sicilia, confini della nostra epoca
A Man Fell di Giovanni C. Lorusso porta lo spettatore nel Gaza Hospital di Sabra, tra macerie di memoria e illusioni di futuro. In Spiaggia di vetro di Will Geiger, la Sicilia si conferma terra di passaggio e di sospensione, specchio delle dinamiche migratorie che attraversano l’Europa.
Confini e migrazioni: lo sguardo si allarga
Silent Trees di Agnieszka Zwiefka racconta un’adolescenza fragile lungo il confine tra Polonia e Bielorussia, mentre *Oceania* affronta l’emergenza climatica e gli esili ambientali attraverso la storia di isole che rischiano di scomparire.
Estetica, memoria e resistenza: visioni dal mondo
Il montenegrino Nikola Vukcevic, con Obraz, propone un racconto epico dal forte impatto umanistico. In Prison Beauty Contest, il bosniaco Sdran Sarenac riflette su estetica e detenzione, trasformando un concorso di bellezza in metafora esistenziale. Chiude la rassegna Por tu bien dell’argentino Axel Monsù, tra ritualità e un possibile riscatto femminile e sociale.
Un atlante umano tra distanza e prossimità emotiva
I film in concorso costruiscono un atlante eterogeneo, emotivamente coeso, che attraversa geografie e conflitti con uno sguardo umano e coinvolto. Ogni opera racconta una storia, ma anche un tempo, una tensione collettiva, un’urgenza universale di comprensione e solidarietà.
Ischia Film Festival 2025: appuntamento tra cinema e realtà
La ventitreesima edizione dell’Ischia Film Festival si terrà dal 28 giugno al 5 luglio, nella suggestiva cornice del Castello Aragonese di Ischia. Sotto la direzione di Michelangelo Messina, il festival è sostenuto da MiC - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Campania, Film Commission Regione Campania, BONACINA, BPER Banca, TRECCANI Esperienze e ViVeTech.






Commenti (1)
L’articolo è interessante e fornisce una panoramica del festival, ma ci sono alcuni punti che non sono ben chiariti. Ad esempio, non si capisce bene come i cortometraggi siano stati selezionati e quali criteri siano stati usati.