Michele Minichini e Ciro Rinaldi
Napoli– Si chiude un’era di terrore e violenza nella periferia est di Napoli. La Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne d’appello, per un totale di circa due secoli di carcere, nei confronti di boss e gregari dei clan Rinaldi-Reale, Silenzio e Formicola.
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L’organo giudiziario ha respinto la maggior parte dei ricorsi presentati dopo il verdetto d’appello dello scorso luglio, ponendo fine, almeno per questi imputati, alla sanguinosa guerra di camorra tra i Rinaldi e i Mazzarella che ha messo a ferro e fuoco l’area tra il 2014 e il 2019, con esplosioni e sparatorie all’ordine del giorno.
L’unico colpo di scena riguarda la posizione di Maria Domizio, moglie del ras Ciro Formicola, per la quale la Corte d’Appello dovrà ricalcolare il trattamento sanzionatorio. Per il resto, la Cassazione ha confermato le pene rideterminate in appello, dopo che il blitz del maggio 2021 aveva portato a trentasette arresti.
Raffaele Maddaluno “’nzalatella” – 20 anni
Ferdinando Di Pede – 18 anni e 8 mesi
Lorenzo Pianese – 18 anni
Ciro Rinaldi “mauè” – 18 anni
Gaetano Tabasco – 16 anni
Tommaso Sannino – 14 anni
Gaetano Formicola – 14 anni
Maria Domizio – 14 anni
Ciro Grandioso – 14 anni
Luigi Luongo – 14 anni
Sergio Grassia – 14 anni
Salvatore Luongo – 14 anni
Giuseppe Fusaro – 14 anni e 2 mesi
Michele Minichini “tiger” – 13 anni
Ciro Grassia – 12 anni
Raffaele Oliviero – 12 anni
Giovanni Pagano – 12 anni
Luigi Gallo (collaboratore di giustizia) – 10 anni
Carmine Reale (classe ’95) – 10 anni e 8 mesi
Gaetano Nunziato – 9 anni e 4 mesi
Francesco Rinaldi – 8 anni
Gennaro Reale (classe ’92) – 8 anni
Salvatore Nurcaro – 8 anni
Carmine Reale – 6 anni e 8 mesi
Antonio Reale (classe 1990) – Assolto in primo grado, assoluzione confermata in appello
Nel corso del processo d’appello, era arrivata l’assoluzione e scarcerazione per Gennaro Reale (classe 1992) e l’assoluzione piena anche per Salvatore Nurcaro. L’assoluzione è stata confermata anche in appello per Antonio Reale (classe ’90).
Le accuse formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) erano, a seconda delle posizioni, associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, detenzione e porto di armi da fuoco aggravate.
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