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Vomero, scarcerati il boss Desio e il ras delle ambulanze Marco Salvati

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Napoli– Nuove scosse nella criminalità organizzata dei Colli Aminei e del Vomero. Dopo il maxi blitz del 2021 che aveva disarticolato il clan Cimmino-Caiazzo, uno dei ras considerati ai vertici dell’organizzazione, Alessandro Desio, ha ottenuto da tre giorni la scarcerazione con il beneficio degli arresti domiciliari.

Assieme a lui, ha lasciato il carcere anche Marco Salvati, ritenuto il gestore di fatto della Croce San Pio, un’associazione di trasporto infermi che – secondo la Procura – avrebbe potuto operare in posizione di monopolio negli ospedali della zona grazie alla protezione del clan.

La misura è stata disposta dal collegio A della settima sezione penale del Tribunale di Napoli, davanti al quale è in corso il processo di primo grado per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario.

La decisione è arrivata a seguito della richiesta avanzata dai legali di Desio, gli avvocati Antonio Abet e Salvatore Operetto, che hanno convinto i giudici dell’attenuazione delle esigenze cautelari legate al loro assistito. Desio, che fino a ieri era detenuto nel carcere di massima sicurezza di Pagliarelli a Palermo, tornerà nella sua abitazione di Antignano, nel cuore del Vomero.

Al centro del procedimento, accuse pesantissime: Desio è indicato come uno dei capi promotori del clan Cimmino e figura come protagonista di un vasto sistema di estorsioni legato, tra l’altro, agli appalti per il rifacimento di sei padiglioni dell’ospedale Cardarelli e a episodi estorsivi ai danni di supermercati nel quartiere collinare.

Uno degli episodi chiave dell’inchiesta riguarda una presunta tangente da 400mila euro imposta nel 2017 a una ATI composta dalle imprese Cosap e Co.Ge.Pa., vincitrici di un appalto da 47 milioni di euro per l’adeguamento tecnologico del Cardarelli.

Secondo gli inquirenti, l’estorsione avrebbe generato tensioni interne al e, in particolare tra Luigi Cimmino (storico boss poi collaboratore di giustizia morto il mese scorso), suo figlio Franco Diego e altri affiliati, tra cui Andrea Basile, Giovanni Caruson e lo stesso Desio. In una conversazione intercettata, Desio si lamentava con Caruson per il fatto che il denaro fosse finito tutto nelle mani del boss Cimmino.

(Nella foto a sinistra Marco Salvati, a destra Alessandro Desio)

 


Articolo pubblicato il giorno 31 Maggio 2025 - 09:31


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