Secondo il Rapporto annuale Istat 2024, circa il 10% della popolazione ha rinunciato a prestazioni sanitarie specialistiche. Le motivazioni principali? Liste d’attesa troppo lunghe e difficoltà economiche. Un dato allarmante che evidenzia le criticità di un sistema sanitario sotto pressione.
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Per fronteggiare l’emergenza delle liste d’attesa, il Governo ha varato un decreto che introduce diverse misure strutturali:
La nuova piattaforma nazionale garantirà trasparenza totale: sia il pubblico che il privato accreditato dovranno rendere visibili le disponibilità di visite ed esami. Verranno monitorati:
I tempi di attesa per priorità clinica (secondo RAO),
Le agende pubbliche e interne,
La correttezza prescrittiva e la programmazione territoriale.
Il sistema di prenotazione sarà dotato di reminder automatici e possibilità di disdetta anche da remoto. Se il paziente non si presenta senza giustificato motivo e senza aver annullato per tempo, potrà essere tenuto al pagamento della prestazione, anche se esente.
Le aziende sanitarie **non potranno sospendere le prenotazioni**. In caso di mancato rispetto dei tempi previsti, le direzioni dovranno garantire la prestazione attraverso:
I direttori generali sono obbligati a vigilare e potranno essere soggetti a provvedimenti disciplinari in caso di inadempienza.
Ogni prescrizione deve indicare una delle quattro classi di urgenza:
U: Urgente, entro 72 ore
B: Breve, entro 10 giorni
D: Differibile, entro 30 giorni per visite e 60 per esami
P: Programmata, entro 120 giorni
Anche per i ricoveri esistono quattro classi di priorità:
A: entro 30 giorni
B: entro 60 giorni
C: entro 180 giorni
D: entro 12 mesi
Il paziente ha diritto ad accedere a tutte le informazioni sulla sua posizione in lista d’attesa, con monitoraggio informatizzato e comunicazione chiara.
Le visite di controllo devono essere prenotate **direttamente dalla struttura sanitaria** che segue il paziente, per garantire continuità assistenziale e rispetto delle priorità cliniche.
Se si è di fronte a una lista d’attesa chiusa, è possibile:
1. Inviare una segnalazione alla Direzione Generale dell’ASL e all’Assessorato regionale;
2. Contattare il CUP per verificare altre disponibilità.
Se i tempi sono stati superati, si può richiedere all’ASL:
La prestazione in struttura alternativa pubblica o convenzionata,
L’autorizzazione all’intramoenia senza costi aggiuntivi.
Se l’ASL non offre alternative in caso di attesa eccessiva, è possibile:
Inviare una PEC all’azienda sanitaria per richiedere l’attivazione del “Percorso Tutela”, come previsto dall’art. 3, comma 13, del D.lgs. n. 124/1998.
Attenzione agli interventi chirurgici: cosa fare se si attende troppo
Anche per gli interventi chirurgici, è importante far valere i propri diritti:
Inviare una richiesta all’ASL o all’ospedale di riferimento,
Sollecitare l’erogazione della prestazione entro i tempi massimi.
Se si preferisce una sola struttura e si rifiutano alternative, si dovrà attendere il proprio turno. Per questo è fondamentale:
Contattare il CUP per trovare la soluzione più rapida,
Consultarsi con il medico per capire se i tempi sono compatibili con le proprie condizioni di salute.
Il testo completo del PNGLA e l’elenco delle prestazioni monitorate è disponibile sul sito del Ministero della Salute.
Per informazioni regionali, si consiglia di consultare il sito web della propria Regione o contattare l’URP della ASL.
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