Il futuro può aspettare, ora conta solo una cosa: lo scudetto. Antonio Conte, in conferenza stampa prima della sfida di domani contro il Genoa, spazza via le voci sul suo destino e concentra tutto sul presente, sul lavoro quotidiano, sull’obiettivo che galvanizza un’intera città.
“Resto o no? In questo momento il tifoso non mi fa questa domanda – ha detto il tecnico azzurro – mi dice solo grazie e poi mi chiede se vinciamo lo scudetto. Io rispondo che ci proveremo con tutte le nostre forze. Il resto è noia”. È un Conte in piena connessione con la città quello che si presenta ai microfoni. Racconta di un ambiente carico ma maturo, capace di sognare senza perdere la testa.
“Tasto il polso della città e trovo grande responsabilità – spiega – la gente dice grazie, e questa è la cosa più bella, perché significa che il lavoro che stiamo facendo viene apprezzato”. Poi le questioni di campo, che non mancano. Lobotka è tornato ad allenarsi in gruppo e resta in dubbio fino all’ultimo.
“È importante nei nostri ingranaggi, non vorrei farne a meno”, ammette Conte. Qualche spiraglio anche per Neres, rientrato parzialmente in squadra, mentre restano più complicati i recuperi di Buongiorno e Juan Jesus. L’atmosfera è quella giusta, carica ma consapevole. E se Napoli sogna, è perché la voce di Conte oggi suona più da condottiero che da semplice allenatore.
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