Afragola– L’efferato omicidio di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall’ex fidanzato Alessio Tucci, 19 anni, continua a far emergere dettagli inquietanti.
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Mentre la comunità è ancora sotto choc, la Procura di Napoli Nord sta valutando se contestare l’aggravante della premeditazione ad Alessio Tucci, oltre a quella della crudeltà.
L’interrogativo sulla premeditazione è forte, soprattutto dopo le rivelazioni della madre di Martina riguardo a uno schiaffo che Tucci avrebbe dato all’adolescente qualche settimana prima, episodio che avrebbe spinto Martina a decidere di interrompere la relazione. Tuttavia, la procuratrice di Napoli Nord, Anna Maria Lucchetta, ha mantenuto il riserbo investigativo.
Il sospetto della premeditazione e il silenzio delle indagini
“Ci sono indagini in corso”, ha specificato ai giornalisti. “Non ho voluto parlare di quelle che sono le dichiarazioni testimoniali e gli sviluppi. Qui c’è il segreto investigativo, anche perché c’è tutto un discorso di impronte e dell’autopsia che sarà determinante”. Il conferimento dell’incarico al perito per l’autopsia è previsto per il prossimo martedì 3 giugno.
Durante l’incontro con la stampa, al quale ha partecipato anche il comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, Biagio Storniolo, la procuratrice ha ripercorso l’intensa attività investigativa scattata dalla denuncia di scomparsa della 14enne, avvenuta ad Afragola lo scorso 26 maggio.
Gli investigatori sono giunti quasi subito allo stadio Moccia, grazie all’analisi delle celle telefoniche che indicavano l’ultima localizzazione del cellulare della ragazzina in quella zona. Anche le telecamere di videosorveglianza cittadine hanno fornito indicazioni convergenti.
La ricostruzione dell’orrore: dal buio alla confessione
Nonostante la vasta estensione dell’area, l’ispezione dello stadio ha rivelato presto la tragedia: il ritrovamento degli occhiali da vista di Martina all’interno dell’ex casa del custode dello stadio ha confermato i timori più cupi. Il corpo della ragazza era stato nascosto sotto una montagna di rifiuti, e il suo telefono spento e occultato in un’intercapedine.
La Procura ha sottolineato che la confessione di Tucci è arrivata solo dopo essere stato messo alle strette, quando i PM gli hanno mostrato i video che immortalavano lui e Martina incamminarsi verso lo stadio Moccia.
Il racconto dell’assassino e la crudeltà accertata
Sul momento dell’omicidio, Alessio Tucci ha fornito la sua versione durante l’interrogatorio per la convalida del fermo nel carcere di Napoli-Poggioreale: “Ha rifiutato un mio abbraccio e quando si è voltata l’ho colpita mentre era di spalle con una pietra che ho trovato a terra”.
La procuratrice Lucchetta ha ribadito: “Non chiedete quanti colpi di pietra sono stati dati e dove è stata colpita perché questo solo l’autopsia lo stabilirà, ma posso dire che Alessio Tucci ha agito con crudeltà”. Dunque, la crudeltà è già contestata come aggravante, così come la relazione affettiva interrotta.
L’Appello delle istituzioni: educare all’amore e non al possesso
“La giovane età sia di lei che di lui. Questa vicenda mi ha fatto ricordare lo stupro di Caivano avvenuto due anni fa. Anche in quell’occasione erano minorenni le vittime e minorenni e giovanissimi i carnefici”, ha dichiarato la procuratrice, toccata dalla vicenda.
L’invito di Lucchetta è chiaro: “Ben vengano tutte le disposizioni normative per prevenire e reprimere questi reati, ma alla luce di quello che sta accadendo bisogna mettere in campo iniziative a monte a livello sociale, nelle scuole, nelle famiglie. Bisogna che ognuno di noi educhi i nostri figli a che cos’è l’amore. Voler bene significa accoglienza e non possesso”.
Il comandante provinciale dell’Arma, Storniolo, ha elogiato l’impegno e lo sforzo corale delle forze investigative: “Lo dovevamo a Martina, a fatti gravi come questo, e alla popolazione”. Un impegno che prosegue per fare piena luce su una tragedia che interpella l’intera società.
Articolo pubblicato il giorno 31 Maggio 2025 - 18:36