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Oriali: “Questo Napoli è pronto a tutto”

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Napoli – “Siamo pronti a tutto. L’obiettivo all’inizio della stagione era quello di qualificarci per le coppe europee, preferibilmente dalla porta principale, fin qui mi sembra che non ci si possa lamentare

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. La squadra fino ad ora ha fatto molto bene e siamo contenti di quello che abbiamo fatto. La speranza è che i giocatori rientrino dalle loro rispettive nazionali in buone condizioni e senza nessun infortunio”.

Lo ha detto il coordinatore dello staff tecnico del club azzurro, Lele Oriali, in un’intervista rilasciata a Radio Crc, emittente partner del Napoli. “Devo essere sincero, se dicessi il contrario sarei un bugiardo: né io né il mister ci aspettavamo di trovarci in questa posizione in classifica a nove giornate dalla fine del campionato.

Siamo venuti qui con l’idea, l’intenzione e la convinzione di fare bene, ma eravamo certi che non ci saremmo trovati dove siamo ora”. E invece il Napoli è lì, in piena lotta per il tricolore.

“Quando siamo arrivati a Napoli abbiamo subito trovato un ambiente molto collaborativo. Siamo stati agevolati dal fatto che la squadra fosse reduce da una stagione negativa e i giocatori non vedessero l’ora di rilanciarsi e di ricominciare tutto da capo. I giocatori si sono messi a disposizione, hanno fatto quello che gli abbiamo chiesto e lo hanno capito. Adesso stiamo vedendo i risultati”, spiega Oriali.

“Quello che noi cerchiamo di trasmettere ai giocatori è che attraverso il lavoro, il sacrificio e il sudore si possono ottenere risultati importanti. I giocatori lo hanno fatto mettendosi a disposizione ma non hanno ancora rialzato la testa: lo faranno all’ultima giornata”, prosegue l’ex centrocampista della Nazionale che proprio ai tempi del suo incarico da team manager dell’Italia ha cominciato a lavorare con Antonio Conte, tecnico con cui ha subito creato un rapporto di forte stima reciproca.

“L’allenatore è una parte importante per il successo di un club e Antonio è determinante in questo. Un allenatore forte come lui dà una qualcosa in più alla squadra. Come ho detto in precedenza: Antonio Conte è un fuoriclasse tra gli allenatori. Ha tanti pregi, ma anche tanti difetti come tutti.

Lui è uno che si fa ben volere per la sua capacità di coinvolgere tutti, sia da quelli che giocano sia da quelli che non giocano. È schietto, leale e sincero anche se in alcuni casi questo può rappresentare un problema, soprattutto in un ambiente come il nostro dove ci sono perdenti di successo e bugiardi di successo.

Antonio, però, si contraddistingue per la sua capacità di riuscire a creare un gruppo eterogeneo, unito e coeso: i risultati si vedono anche per questo. L’allenatore incide sul peso di una squadra, ho lavorato e collaborato con alcuni dei migliori al mondo e posso confermare quello che ho detto”.

Una “vita da mediano”, come canta Luciano Ligabue, fino ad arrivare al titolo Mondiale con l’Italia del 1982. “Preciso che non condividevo la stanza con Zoff e Scirea. Ero con Ivano Bordon ma quando veniva la notte c’era un’altra stanza neutra dove ci ritrovavamo tutti noi notturni che facevamo le prime ore del mattino a parlare tra di noi, tra questi c’eravamo io e Tardelli – rivela Oriali -.

Dopo di che, quando è finito il mondiale e tutti sono usciti dall’Hotel per festeggiare la vittoria di quell’impresa che è rimasta storica con le proprie mogli e con i loro figli, ci siamo ritrovati in una stanza io, Zoff e Scirea. Quella stanza, però, era una stanza silenziosa. Eravamo tutti increduli di quell’impresa che avevamo fatto e Dino e Gaetano sono le prime persone a cui penso quando mi ritornano alla mente quei momenti”.

Si parla dell’Italia di oggi e che ieri ha incassato una sconfitta casalinga nell’andata dei quarti di Nations League contro la Germania. “L’Italia messa in campo ieri da Luciano Spalletti mi è piaciuta, soprattutto nel primo tempo. Sono convinto che domenica a Dortmund gli azzurri possano ribaltare il risultato dell’andata.

La squadra non è mai sembrata in difficoltà dal gioco tedesco e credo che domenica possiamo ribaltare il risultato”. Spazio anche per affrontare il tema arbitrale.

“Le decisioni prese dall’arbitro le rispetto anche se a volte commetto degli errori. Quelle prese dal Var, invece, le digerisco di meno, perché ha la possibilità di rivedere gli episodi. Le decisioni dell’arbitro, invece, sono più facili da accettare”.

Oriali, indirettamente, sa cosa vuol dire per Napoli vincere il tricolore. “Il giorno del primo scudetto del NAPOLI, nel match con la Fiorentina, ero in campo ma dalla parte opposta del campo. Mi ricordo una grande festa. Mi piacerebbe lasciare un bel ricordo in questa città. Per uno come me, che ha una certa età e una certa esperienza, sentire i tifosi che cantano in coro e che ci sostengono è un qualcosa di bello e di indescrivibile.

Secondo Oriali le squadre che lottano per il titolo sono “Inter, Atalanta e Napoli, le prime due erano le squadre che avevano qualcosa in più rispetto alle altre, anche rispetto a noi, poiché hanno un organico ampio e competitivo. L’Atalanta è ancora in corsa, nelle ultime 9 giornate si giocherà il titolo.

Durante la stagione sono venute a mancare squadre come Milan e Juve. Credo che anche noi siamo in corsa per il titolo. Fin dall’inizio i giocatori hanno cercato di mettere anima e cuore in campo e lo faranno fino alla fine. Hanno la testa bassa e la alzeranno solo alla fine dell’ultima partita quando ci saremo noi ad accoglierli sul campo perché avranno dato tutto e di più per cercare di riportare il Napoli in alto”.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 21 Marzo 2025 - 16:07

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