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Smantellata piazza di spaccio a Pompei: 20 misure cautelari

Sequestrati oltre 500mila euro. L'organizzazione si finanziava attraverso le truffe postali
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Pompei. In’operazione congiunta della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Polizia di Pompei ha portato all’esecuzione di un’importante ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica. L’indagine ha coinvolto 20 persone, accusate di gravi reati tra cui spaccio di droga, associazione a delinquere, frode informatica e riciclaggio.

Tra le misure cautelari, due indagati sono finiti in carcere, mentre per altri cinque è stato imposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza e un sesto ha ricevuto il divieto di dimora nella provincia di Napoli. Una misura non è stata eseguita, in quanto l’indagato si trova attualmente all’estero. Contestualmente, è stato disposto il sequestro preventivo di beni e conti correnti per un valore complessivo di 553.633 euro, ritenuti proventi delle attività illecite.

Le origini dell’indagine

Le indagini, iniziate nel maggio 2020, hanno preso avvio a seguito di una segnalazione per esplosioni di colpi d’arma da fuoco a Pompei. Questo episodio si è rivelato legato a una disputa per il controllo di una piazza di spaccio. Le investigazioni, condotte tramite intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e sequestri di cocaina e marijuana, hanno permesso di ricostruire un vasto sistema di spaccio radicato a Pompei e nei comuni limitrofi.

Un sistema ramificato e organizzato

È emerso che diversi acquirenti avevano un “conto” con i loro spacciatori, utilizzato per scalare periodicamente i debiti contratti per l’acquisto delle sostanze. Ma lo spaccio era solo una parte di un’attività criminale più complessa. Gli investigatori hanno infatti individuato un’articolata associazione a delinquere, con base a Pompei, dedita al riciclaggio di denaro proveniente da truffe informatiche.

Truffe su scala nazionale

Il gruppo, attraverso falsi operatori di Poste Italiane, convinceva le vittime a fornire codici di accesso ai conti bancari, simulando attacchi hacker. Il denaro sottratto veniva inizialmente trasferito su carte prepagate “di primo livello” e poi su carte Postepay Evolution. Gli “spicciatori”, reclutati dal gruppo, prelevavano le somme poco dopo l’accredito, per rendere difficili i tracciamenti. A fronte di un prelievo di 1.000 euro, ricevevano un compenso di circa 50 euro.

L’inchiesta ha permesso di accertare 68 truffe su scala nazionale, per un valore di oltre 580.000 euro, sebbene gli investigatori ritengano che il giro d’affari reale sia ben più ampio.

Struttura e gerarchie

Le indagini hanno delineato una struttura gerarchica complessa, con il gruppo locale che rispondeva a un livello superiore per la gestione del denaro illecito. Documentazioni raccolte hanno identificato i titolari delle carte prepagate utilizzate per il riciclaggio.

L’operazione rappresenta un duro colpo per le attività di questo gruppo criminale, evidenziando una rete capillare e ben organizzata, operativa su tutto il territorio nazionale.


Articolo pubblicato da Rosaria Federico il giorno 9 Dicembre 2024 - 13:05


Commenti (1)

L’articolo spiega in modo chiaro le operazioni della polizia a Pompei. I dettagli sui reati e sulle indagini sono interessanti, ma ci sono troppe informazioni da elaborare in una sola volta per capire bene tutto.

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