"Momenti di tensione" al carcere di Carinola (Caserta), dove un gruppo di detenuti si è scagliato contro i poliziotti penitenziari. Lo denuncia il segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) Ettore Natale, che racconta che "un detenuto che pretendeva di essere messo a lavorare, non contento delle risposte avute, ha prima tentato di aggredire un ispettore di Polizia e poi, dopo essere rientrato in Sezione, ha sobillato gli altri ristretti gridando di essere stato picchiato. Una cinquantina di detenuti si sono quindi scagliati contro l'ufficio della sorveglianza, alcuni armati di bastoni, per aggredire e picchiare il comandante e l'ispettore.
Giunti dinanzi al cancello di sbarramento che divide il corridoio dall'ufficio della sorveglianza hanno iniziato a tirare calci al cancello per sfondarlo: fortunatamente, nonostante i tanti detenuti che spingevano, il cancello ha retto, evitando così lo scontro fisico con i pochi (una ventina) poliziotti che nel frattempo si erano messi di scudo all'ufficio della sorveglianza".Potrebbe interessarti
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Natale ribadisce che "Carinola ormai è diventato la pattumiera delle carceri della Campania e non solo: su circa 500 detenuti presenti, più di 300 sono li trasferiti per ordine e sicurezza da altri istituti. La carenza di personale, poi, è la ciliegina sulla torta: oramai i turni mattinali sono formati da non più di 50 persone, e i pomeriggi e le notti che le cose vanno ancora peggio". Gli agenti di Carinola "sono stanchi e stremati dai turni infiniti, e dal numero altissimo di eventi critici che oramai sono all'ordine del giorno: per la carenza di personale, non è stato nemmeno fatto il piano ferie estivo degli Agenti! Qualcuno intervenga con dei seri provvedimenti prima che sia troppo tardi".
"A Carinola - aggiunge il segretario generale del Sappe Donato Capece - si è consumato un gravissimo attacco allo Stato ed a chi lo rappresenta in carcere; ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri: siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere! Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni".







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