Napoli. È iniziato oggi a Napoli il processo a due dei presunti killer di Gelsomina Verde, la 21enne sequestrata, interrogata e uccisa nel 2004 perché non rivelò il volto del boss rivale Gennaro Notturno.
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Gelsomina fu vittima innocente della prima faida di camorra di Scampia, tra il clan Di Lauro e gli scissionisti degli Amato-Pagano. I due imputati, Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi detto ‘o vikingo, sono accusati di aver scortato l’auto di Gelsomina con a bordo un terzo uomo armato che la uccise.
Secondo la ricostruzione, Gelsomina fu attirata con l’inganno da Ugo De Lucia, cugino di Luigi, che la portò in un luogo appartato per interrogarla sul volto di Notturno meglio noto come ‘o sarracino poi diventato collaboratore di giustizia. Nonostante non conoscesse il boss, Gelsomina non fu creduta e venne uccisa. Il suo corpo fu poi bruciato nell’auto per eliminare le prove.
I familiari di Gelsomina chiedono che le sia riconosciuto lo status di vittima innocente di camorra. La loro richiesta è attualmente all’esame della Corte Costituzionale, a causa di una lontana parentela tra il padre di Gelsomina e un uomo indagato per camorra.
Il processo è stato rinviato a giugno a causa di un difetto di notifica. La ricostruzione degli investigatori è stata possibile grazie alle rivelazioni dei pentiti di camorra Pietro Esposito, Gennaro Puzella, Rosario Guarino, Carlo Capasso e Salvatore Tamburrino, l’ex vivandiere della primula rossa Marco Di Lauro, che ha avviato la sua collaborazione dopo aver ucciso la sua compagna Norina Matuozzo.
In aula erano presenti il fratello Francesco Verde e mamma Anna Lucarelli, assistiti dall’avvocato Liana Nesta. “Gelsomina è morta per non avere collaborato con la criminalità organizzata”, hanno spiegato i familiari.
Nel frattempo, la loro richiesta di riconoscimento dello status di vittima innocente di camorra è tuttora al vaglio della Corte Costituzionale, per una questione sollevata dai legali della famiglia Verde e legata ad una lontana parentela tra il papà di Gelsomina e un uomo che fu indagato per camorra, ma mai sottoposto a misura né a processo per tali accuse.
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