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Maxi-truffa bancaria: 48 indagati per 50 colpi tra Napoli e Caserta

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La Procura di Napoli ha concluso le indagini a carico di 48 persone – italiane, albanesi e romene – accusate di aver messo in piedi un sofisticato sistema di frodi bancarie e postali ai danni di ignari cittadini in tutta Italia.

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Tra il 2016 e il 2019, la banda avrebbe messo a segno almeno 50 colpi, prosciugando o alleggerendo i conti correnti delle vittime per un bottino di oltre 500.000 euro.

L’indagine è partita dalla denuncia di un’azienda ligure che si era vista sottrarre 61.000 euro. Le indagini, condotte dai carabinieri di Marcianise e dalla Polizia Postale, hanno permesso di individuare il centro operativo dell’organizzazione in provincia di Caserta, suddiviso in quattro “cellule”:

Cellula spagnola: guidata dall’albanese Anton Pllumbi, 34 anni.
Cellula di Villa Literno: i capi sarebbero Michele Pepe e Raffaele Squillante.
Cellula di Castel Volturno: al vertice Carmine Costanzo, Rosalia De Bello e Francesco Ruggiero.
Cellula di Marcianise: guidata da Giacomo, Mario e Pierluigi Clarelli, Michele Comando e Raffaele Palmiero.
Ogni gruppo aveva il compito di reperire i “dealer” compiacenti delle compagnie telefoniche e i “money mules”, ovvero coloro che avrebbero poi ritirato il denaro contante.

La banda si procurava dati, documenti e codici di accesso al conto corrente della vittima.
Isolava la rete telefonica della vittima e, tramite un dealer compiacente, trasferiva la linea su una nuova SIM attivata con documenti falsi. Su questa SIM venivano inviati i codici di sicurezza del conto.

Come avvenivano le truffe:

Disponeva un bonifico su un conto corrente intestato ai truffatori. I “money mules” prelevavano il denaro o effettuavano altri bonifici.

Le vittime sono state individuate in tutta l’Italia, incluso un correntista di Sorrento a cui sono stati sottratti 61mila euro. Durante l’indagine sono state condotte 35 operazioni di perquisizione in tutto il territorio italiano, che hanno portato all’arresto immediato di 4 individui accusati di falsificazione documentale, frode informatica, possesso illegale di armi e accesso non autorizzato a conti correnti.

Durante le ispezioni, le forze dell’ordine hanno rinvenuto un gran numero di documenti e dispositivi elettronici. Il pm dovrebbe presentare le sue richieste di rinvio a giudizio nei prossimi giorni.

Le accuse:

Associazione a delinquere
Riciclaggio
Accesso abusivo a sistema informatico
Possesso e fabbricazione di documenti di identificazione
Frode informatica
Contraffazione di impronte di pubblica autenticazione

Le indagini:

35 perquisizioni in tutta Italia.
4 arresti in flagranza per falso documentale, frode informatica, porto abusivo di armi e accesso abusivo a conti correnti.
Sequestro di numerosi documenti e dispositivi informatici.

 


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