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Detenuto “lavorante” di Carinola aggredisce tre poliziotti in carcere

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Ieri nel carcere di Carinola, un detenuto addetto alla spesa ha aggredito due Sovrintendenti con pugni, schiaffi e calci, creando una situazione di emergenza.

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Questo episodio è solo uno dei tanti che evidenziano l’esigenza di un nuovo modello custodiale, come sottolineato da Tiziana Guacci ed Ettore Natale, segretari regionali del SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria).

In seguito alla richiesta di spiegazioni riguardanti alcuni prodotti assenti dal listino della spesa, il detenuto insoddisfatto dell’esito della conversazione, ha portato un attacco violento improvviso contro i Sovrintendenti.

Nonostante il tentativo di fermarlo da parte dei poliziotti presenti sul luogo, il detenuto è riuscito a colpire un altro Sovrintendente prima di essere definitivamente bloccato.

I due Sovrintendenti aggrediti, insieme a un Assistente Capo Coordinatore che ha tentato di fermare l’aggressore, sono stati costretti a cercare assistenza medica.

Il detenuto è rientrato nel suo reparto senza subire alcuna conseguenza, essendo stato dichiarato non idoneo per l’isolamento dai medici di turno.

Rispondendo alla situazione, il SAPPE ha condannato l’aggressione, sostenendo che tali episodi critici e violenti generano stress operativo significativo per il personale della polizia penitenziaria.

Il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, ha espresso la sua preoccupazione per la sicurezza dei poliziotti e ha richiamato l’attenzione sulla necessità di provvedimenti urgenti, tra cui un inasprimento delle pene per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante il loro periodo di detenzione.

Il leader del SAPPE, Donato Capece, ha fatto appello ai vertici del DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), affinché vengano introdotte regole severe per assicurare l’ordine e la sicurezza nelle strutture penitenziarie.

Capece ha chiesto l’imposizione di una “tolleranza zero” verso i detenuti violenti e ha sottolineato la necessità urgente dell’intervento statale per combattere l’impunità che domina nelle carceri.


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