Stato di agitazione dei precari dei parchi archeologici di Pompei, Reggia di Caserta e Roma

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Proclamano lo stato di agitazione le organizzazioni sindacali dei lavoratori precari dei Cobas Lp degli scavi di Pompei, Reggia di Caserta e Colosseo di Roma.

Lo fanbno spiegando i motivi in una lunga e dettagliata nota: ” Dal più recente tavolo d’incontro ministeriale tenutosi presso il MiC alla presenza del Dott. Lanna in rappresentanza del Ministero e delle OO.SS. sarebbe emerso che a seguito della riforma del sistema museale, recentemente approvata dal consiglio dei ministri, tutti i siti campani, oggetto dell’ultima concessione scaduta a Coop Culture e non riassegnata, passeranno sotto la gestione diretta di ALES per i servizi tranne che per il sito più importante e frequentato cioè il Museo archeologico nazionale di Napoli, allo stesso modo per quanto riguarda il Parco del Colosseo i servizi passano a CNS-Rear e soltanto la didattica sarebbe internalizzata da Ales S.P.A.”, si legge nell’introduzione delle motivazioni dello stato fi agitazione.

E poi si legge: “La scrivente prima di attivare la procedura di raffreddamento per uno sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori, da realizzarsi presso il Parco archeologico di Pompei e/o del Colosseo, richiede un urgente incontro con la S.V. al fine di scongiurare ulteriori inaccettabili discriminazioni e disparità di trattamento economico e normativo tra lavoratori che sono stati dipendenti delle stesse cooperative e aziende per più di venti anni ed hanno prestato la loro attività lavorativa ruotando su più luoghi di lavoro alternandosi tra i cosiddetti siti “minori” e i siti “maggiori” .



    E ancora: “L’ingiustizia per i lavoratori che hanno prestato la loro opera prevalentemente presso i siti con maggiore affluenza di visitatori, come gli Scavi di Pompei , il Colosseo ed il Mann, sarebbe doppia perchè nonostante la mole di lavoro per loro, nel corso degli anni , sia decuplicata si troverebbero ad essere sottoposti dopo più di vent’anni a nuove gare d’appalto al ribasso con la conseguenza di un ulteriore peggioramento delle condizioni contrattuali ed economiche come già avvenuto presso il Parco Archeologico di Ercolano dove i lavoratori , a seguito della gara d’appalto gestita da Consip, sono passati da un CCNL Commercio ad un CCNL Multiservizi.

    A tal proposito si rammenta che durante l’ultimo incontro tenutosi presso il MiC a Roma con la scrivente RSA ed O.S Cobas LP , il 18/12/2023 il Dott. Lanna, in rappresentanza del Ministero, concordava che il CCNL Federculture sarebbe quello più attinente alle mansioni che svolgono da decenni tanti lavoratori in appalto nei luoghi della cultura e si diceva anche favorevole ad un graduale percorso di internalizzazione per questi lavoratori.

    A tal fine si ricorda che vi sono recenti sentenze di giudici del lavoro che tirano in causa le stazioni appaltanti, anche per quanto riguarda i servizi museali, infatti in base ai verdetti risulta una corresponsabilità della committenza pubblica secondo i giudici sia la mancata corresponsione dell’indennità di appalto, sia l’utilizzazione delle energie lavorative in appalto attuata in violazione del divieto di interposizione di mano d’opera e pertanto anche i dirigenti pubblici responsabili di tale abusi saranno chiamati a rispondere per il danno erariale prodotto.

    Quando una “stazione appaltante” emette un bando per un servizio, articola il capitolato e chi vince si impegna ad applicare un contratto attinente cioè nel caso dei lavoratori dei luoghi della cultura il CCNL Federculture. La legge stabilisce che, ai lavoratori inquadrati con un contratto meno ricco di quello di riferimento, debba essere corrisposta la differenza di retribuzione , quindi la stazione appaltante è tenuta a verificare la corretta applicazione dei contratti non rendendosi corresponsabile di contestazioni per omissioni retributive, previdenziali e assicurative.

    È con amarezza che constatiamo che servono delle sentenze per far valere diritti che da anni rivendichiamo pubblicamente !

    E’ notizia di questi giorni l’accordo tra il Comune di Firenze e le OO.SS. in cui viene sancito che cambia il contratto di riferimento per i lavoratori (in appalto) dei servizi di sorveglianza e controllo nei Musei Civici fiorentini: nel nuovo bando di gara quello di Federculture sostituirà il Multiservizi. Parliamo di un cambio di paradigma che riafferma il principio per il quale, in ambito museale, è giusto applicare il contratto nazionale Federculture sia rispetto alla declaratoria che alle mansioni svolte.

    Nel verbale aggiungono che “si è deciso di avviare un percorso per valutare la possibilità di re-internalizzazione del servizio in questione perché riteniamo fondamentale che i servizi museali tornino sotto la diretta gestione del pubblico, sull’esempio di percorsi già avviati sempre dal Comune di Firenze”.

    E infine: “In sostanza, nell’imminenza dell’entrata in vigore della riforma del MiC, chiediamo se il Ministro continuerà a chiudere gli occhi, anche alla luce delle recenti criticità rilevate dall’Anac e riportate da diversi organi di stampa, sulla questione etica che affligge da anni il sistema museale italiano asservito a logiche affaristiche e alla strumentalizzazione politica dei beni culturali oppure se interverrà finalmente con provvedimenti atti a tutelare l’interesse pubblico come la reinternalizzazione dei servizi, delle funzioni e dei lavoratori in appalto per il MiC che da due decenni svolgono quelli che sono già disciplinati per legge come servizi pubblici essenziali”.


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