Lo scontro di camorra nei comuni vesuviani: 16 arresti. Tutti i nomi del 19 indagati

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C’è la storia dello scontro di camorra nei comuni vesuviani tra le famiglie criminali federate ai potenti clan Mazzarella e De Luca Bossa Minichini-Schira nelle oltre 500 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Marco Giordano del Trubunale di Napoli.

Su disposizione della Dda di Napoli si è indagato per oltre due anni sui due distinti gruppi camorristici che gestivano le attività illecite in alcuni quartieri di Napoli e in più zone del Vesuviano. Le indagini condotte dalla polizia e dai carabinieri hanno portato all’emissione di 16 misure cautelari: 14 finite in carcere e due agli arresti domiciliari. Altre tre persone invece sono indagate a piede libero.

I reati contestati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, detenzione e porto di armi, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti tra il quartiere partenopeo Ponticelli e diversi comuni dell’area vesuviana.

L’attività di indagine ha consentito di disvelare l’esistenza e l’operatività di due distinti gruppi: uno guidata da Roberto De Bernardo, figlio del ras Vincenzo De Bernando (ucciso nel novembre del 2015 per aver ospitato uno dei killer del baby boss Emanuele Sibillo) e che costituisce, di fatto, un’articolazione territoriale del clan Mazzarella di Napoli, attiva nei territori di Somma Vesuviana e Sant’Anastasia e l’altra, guidata da Roberto D’Ambrosio, emanazione dei De Luca Bossa-Schisa-Minichini, operativa nei comuni di Cercola e Sant’Anastasia.

Il provvedimento cautelare costituisce la conclusione di un’indagine svolta congiuntamente dalla Squadra mobile di Napoli, dal commissariato di Ponticelli e dalle Stazioni carabinieri di Sant’Anastasia e Somma Vesuviana sotto la direzione e il coordinamento della Dda Napoli. Inchiesta che si è protratta dal 2016 al 2019 e che ha consentito di svelare l’esistenza e l’operatività delle due distinte consorterie camorristiche.

    Dall’attività di indagine, svolta dal 2016 al 2019, sono emersi gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati raggiunti dal provvedimento cautelare a cui, a vario titolo, oltre all’ipotesi di associazione mafiosa, sono contestati i delitti di detenzione e porto di armi, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, plurime estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti della zona ed altro.

     GLI ARRESTATI

    DE BERNANDO ROBERTO 1989
    PELLEGRINO FRANCESCO 1981
    MIRRA ENRICO 1997
    MIRRA LUIGI 1973
    BRANDI ROSARIA 1971
    LUCENTI DIEGO 1985
    BALDASSARE ARCA 1983
    BALDASSARRE MASSIMILIANO 1976
    D’AMBROSIO ROBERTO 1972
    MAMMOLITI FIORENTINO 1993
    RUSSO GERARDO FERDINANDO 1997
    SBRESCIA ANTONIO 1991
    TUBELLI GIOVANNI RAIMONDO 1993
    SEBETO FRANCESCO 1976

    ARRESTI DOMICILIARI

    ABETE VINCENZO 1961
    D’AMBROSI VALENTINO 1957

    INDAGATI

    BASELICE DOMENICO 1991
    MIRRA SALVATORE 1984
    TUBELLI FATIMA 1992

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