Berlusconi: applausi e cori da stadio per l’ultimo saluto in Duomo

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Applausi e cori da stadio hanno accompagnato l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi, morto a 86 anni lo scorso lunedì.

Quindicimila persone hanno iniziato a riempire piazza Duomo a Milano già dalle prime ore del mattino, per assicurarsi un posto in prima fila ai funerali di Stato dell’ex premier e leader di Forza Italia.

Gli stessi saluti di commiato che sono stati tributati al carro funebre all’uscita e al suo rientro nella dimora di Arcore, dove erano radunati alcuni fan e sono comparsi nuovi fiori e striscioni. Ed è da Villa San Martino che la salma partirà per essere cremata a Valenza, in provincia di Alessandria.

Il dispositivo di sicurezza predisposto dalle forze dell’ordine ha retto l’urto delle persone arrivate in piazza nella speranza di entrare in Duomo. Ma tutti sono rimasti a bocca asciutta.

In pochi, di quelli in fila, sono riusciti a entrare nella chiesa cattedrale, quando alle 13.30 hanno riaperto i battenti i portoni di tutti gli accessi: dentro solo duemila persone, quasi tutte autorità, oltre alla famiglia. Un lungo applauso e i cori “C’è solo un presidente” e “Silvio Silvio” hanno accompagnato l’arrivo della bara del Cavaliere in piazza, mentre venivano sventolate le bandiere della Curva Sud del Milan e del partito.

    Tifosi che, qualche minuto prima, avevano anche intonato: “Chi non salta comunista è”. In tre, giovanissimi, sono arrivati alle 9 del mattino con uno striscione: “L’Italia è il Paese che amo”, citazione del Cav, indossando la maglia del Monza. “Siamo venuti da Cinisello Balsamo, non potevamo mancare”, spiegano a LaPresse i due ragazzi.

    Tanti anche gli stranieri presenti in piazza, tra turisti e altri che invece erano a conoscenza delle esequie di Stato. Due gli episodi di contestazione silenziosa. Una donna è arrivata in piazza indossando una maglia con la scritta “Io non sono in lutto”.

    Per lei, insulti da parte di chi, invece, in piazza era presente per il lutto. L’altro, invece, è stato un uomo che ha alzato un cartello: “Vergogna di Stato”. Fabrizio Massironi – questo il suo nome – è stato aggredito da una signora con un ombrello, mentre altre persone presenti gli hanno strappato il cartello di mano, insultandolo al grido di: “Scemo, scemo”. La polizia è intervenuta per accompagnarlo fuori dalla piazza ed evitare il peggio.

    Il dispositivo, gestito dalla questura guidata da Giuseppe Petronzi, in coordinamento con tutte le forze dell’ordine, ha visto l’impiego di oltre 1.500 transenne per recintare il Duomo, con varchi a filtro per decidere come e quando aprire o chiudere le vie di accesso in base all’affluenza e un doppio binario di sicurezza.

    In mattinata il Duomo è stato bonificato due volte – alle 7 e alle 12 – all’interno e nella piazza, con artificieri e unità cinofila. Per tutto il giorno l’area è stata presidiata da tiratori scelti e dall’elicottero di Malpensa, le cui immagini dall’alto sono state trasmesse in diretta alla centrale operativa della questura, che per l’occasione ha attivato la sala grandi eventi con all’interno un rappresentante per ogni forza dell’ordine.

    L’ingresso di piazza Fontana è stato sigillato venti minuti prima dell’arrivo in Duomo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intorno alle 14.50. Schiva Francesca Pascale, ex compagna del Cav per dieci anni, al suo arrivo in piazza.

    Intercettata, però, al termine delle esequie, ha detto: “Non esiste al mondo nessuna altra persona come lui”. “Lascia un vuoto enorme”, ha sottolineato. Tutti gli altri partecipanti alla cerimonia avevano fatto il loro ingresso entro le 14.30.

    Tra loro, solo per citarne alcuni, esponenti del mondo della televisione come Maria De Filippi, Massimo Boldi, Barbara D’Urso, Lorella Cuccarini, Ilary Blasi e Vittorio Sgarbi. Presente anche il mondo del calcio: Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, Steven Zhang, presidente dell’Inter, l’ad nerazzurro Giuseppe Marotta, Massimiliano Allegri, allenatore della Juve, il presidente della Serie A Lorenzo Casini. Una decina le persone, soccorse da Areu, che hanno accusato malori legati al forte caldo.



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