Al Teatro Nuovo ‘Ferzaneide – Sono ia!’ di e con Ferzan Ozpetek

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E’ una carrellata nel suo mondo, con le sue storie, le bizzarrie, le caricature, le follie, i personaggi che si affollano e tutte le stravaganze entrate, poi, nelle sue pellicole, che Ferzan Ozpetek porta sul palcoscenico nel suo viaggio teatrale ‘Ferzaneide – Sono ia!’, in scena, da giovedì 23 marzo, alle ore 21 (in replica fino a domenica 26), nel Teatro Nuovo di Napoli.

Presentato da Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo e Faros Film, ‘Ferzaneide – Sono ia!’ è un monologo a ruota libera, sottolineano i promotori dello spettacolo, “che evoca una delle forze più intense del teatro: la condivisione, l’empatia con il pubblico, quel ritrovarsi insieme in uno stesso spazio non filtrato da uno schermo, a condividere le emozioni di un viaggio”.

“Sul palco – dice il regista – ci sono io, io solo, ad incontrare il pubblico con il racconto della mia carriera artistica e del mio sentimento per la vita, la mia e quella degli altri, nell’amore, nell’amicizia, nello stupore, in tutti quei gesti e luoghi illuminati dalla passione. Negli anni ho sposato molte cause all’insegna del coraggio. Coraggio. Forse in questa parola è racchiuso il senso di quello che provo a dire sera dopo sera. Il coraggio di inseguire i propri sogni”.



    Ozpetek racconta la sua carriera, ma anche i sentimenti più importanti della sua vita: l’amore, l’amicizia, lo stupore davanti al bello, la voglia di essere felice. Sincero, scherzoso, pronto a spaziare con la mente, il regista si mette in gioco fino in fondo tra pubblico e privato, in un’epopea sentimentale, buffa, intima, irriverente che abbraccia la sua vita e i suoi film, dall’infanzia al rapporto con i genitori, alle esperienze e ai ricordi, spesso confluiti nei suoi film.

    ‘Ferzaneide – Sono ia!’ è un ‘incontro’ tra i pensieri più intimi di Ferzan e il suo pubblico, e, a seguire questi pensieri apparentemente sconnessi ma in realtà intrecciati dal misterioso gioco del destino, ci si ritrova catapultati nella Roma di un tempo o nell’esotismo di una Istanbul, dove si cela uno di quegli amori impossibili che lasciano un segno indelebile nel cuore.



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