Sforbiciata su una gamba, la FIFA premia Oleksy: suo il gol più bello. VIDEO

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“Dico grazie alla mia famiglia, al calcio e a chi ha inventato questo sport”. Parole di un emozionato Marcin Oleksy, che ieri sera a Parigi ha ricevuto dalla FIFA il ‘Premio Puskas’ per il più bel gol dell’annata, consegnatogli da un altro specialista in reti d’autore: Alessandro Del Piero.

Oleksy, suo il gol più bello: la sua storia

Oleksy, che con la conquista di questo premio entra in una ‘galleria’ di cui fanno parte campioni del calibro di Cristiano Ronaldo, Neymar, Mohamed Salah e Zlatan Ibrahimovic, anche loro ‘conquistatori’ del Puskas, è un emulo (nel senso che segna tanto) del suo connazionale Robert Lewandowski, il quale sui propri social aveva postato le immagini della prodezza dell’altro, invitando i tifosi a votare per lui.

Ma tra i due c’è una differenza sostanziale, perché Oleksy gioca, con la maglia del Warta Poznan, nel campionato polacco degli amputati (la ‘Amp Futbol Ekstraklasa’).

La sua prodezza in acrobazia del 6 novembre scorso, fatta contro lo Stal Rzeszow, appoggiandosi sulla stampella sinistra piegata in diagonale e quasi a voler sfidare la forza di gravità, è stata così spettacolare da meritare il premio più del capolavoro del brasiliano Richarlison nella partita dei Mondiali in Qatar contro la Serbia.

In tanti l’hanno votata e il ‘Puskas’ è stato un premio anche alla determinazione e la voglia di non mollare mai di Oleksy. Al quale manca la parte inferiore della gamba sinistra, che gli è stata amputata quando aveva 23 anni e venne investito mentre stava lavorando ai bordi una strada.

    All’epoca giocava in porta a livello dilettantistico, e ieri ha ricordato che la voglia di giocare al calcio non gli è mai passata, nemmeno in quei terribili giorni passati nel letto di ospedale.

    Le sue parole: “Non ho mai perso la voglia di giocare a calcio”

    “Guardavo la pancia della mia compagna quando veniva a trovarmi – ha raccontato -, all’epoca era incinta, e io pensavo che, nonostante tutto, avrei portato mio figlio a giocare a calcio con me”.

    “Poi, quando mi hanno messo una protesi, l’ho portato al campo, abbiamo fatto qualche scambio con un pallone e ho capito subito che avevo tanta voglia di continuare, anche se in una situazione diversa. E grazie al Warta ci sono riuscito”. Al punto da segnare, in sforbiciata, il gol più bello del mondo.

     

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