Il 15enne Luca Piscopo
Ha lasciato una traccia indelebile nei cuori di amici e compagni del liceo Pansini di Napoli, Luca Piscopo, il 15enne deceduto un anno fa dopo aver mangiato sushi in un ristorante della città.
Domani, in occasione del primo anniversario della scomparsa, è stata organizzata un’iniziativa nel bosco di Capodimonte, davanti all’albero, un leccio, che venne piantato in sua memoria. L’amore di chi lo ha conosciuto ha fatto sì anche che gli venisse dedicato anche il premio, il “NarrAzione Luca Piscopo” giunto alla quinta edizione.
Particolarmente toccanti sono le parole della lettera che alle 15 di domani, nel corso dell’incontro davanti al “suo” albero, verrà letta da chi gli voleva e gli vuole sempre bene: “la nostra classe senza di te è priva di un punto di riferimento, ed è proprio questo che eri per noi, un’ancora a cui aggrapparci nei momenti di smarrimento.
Eri l’unico in grado di guidarci ed indirizzarci verso ciò che era più giusto, dispensavi consigli a chiunque ne avesse bisogno, donavi colore anche alle giornate più buie e con il tuo sorriso e i tuoi allegri modi di fare trasmettevi a tutti gioia e leggerezza”, “…tua assenza si fa ancora sentire: in certi giorni più di altri ci sentiamo tristi e scoraggiati…”, e ancora, “abbiamo deciso di avviare diversi progetti in tua memoria; uno di questi è il Premio NarrAzione, che da quest’anno ha preso il tuo nome…
Una delle tue ambizioni era quella di essere ricordato, ed è ciò che questo tributo aspira a fare: ci auguriamo che questi giovani emergenti nella scrittura e nel disegno realizzeranno i loro elaborati conservando nella mente e nel cuore un piccolo spazio per la tua memoria”.
Sul fronte delle indagini la Procura di Napoli ha già inviato un avviso di conclusione al titolare del ristorante dove Luca consumò il pasto insieme con alcune amiche che accusarono anche loro i sintomi di una intossicazione, e al medico di base che lo ebbe in cura. Nei confronti di entrambi gli inquirenti hanno ipotizzato il reato di omicidio colposo. A seguire la famiglia in questo doloroso iter giudiziario è l’avvocato Marianna Borrelli.
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