Finanza alternativa: Cos’è e perché è nata?

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A fronte delle molte difficoltà di accesso al credito bancario tradizionale, sono sempre più numerose le piccole e medie imprese che si rivolgono alla finanza alternativa.

Ma cosa significa esattamente finanza alternativa? E quali sono le ragioni con cui spiegare la veloce crescita non solo nel nostro Paese, ma in tutta Europa?

Spieghiamo cosa significa Finanza alternativa

Quando si parla di “finanza alternativa” ci si richiama a tutti quegli strumenti e a quei soggetti privati che non sono inclusi nel sistema bancario convenzionale.



    Se vogliamo fare riferimento ad alcuni esempi di prodotti di finanza alternativa, possiamo citare le piattaforme online per il direct lending, l’emissione di minibond, il crowdfunding, l’invoice trading ecc, tutti strumenti che possono proporre soggetti del mondo economico come Azimut Direct, società del gruppo Azimut specializzata in minibond, direct lending, private e public equity, una delle realtà leader in Italia.

    Perché si è sviluppata la finanza alternativa

    La domanda di credito e la ricerca di capitali da parte delle PMI è aumentata vertiginosamente dopo il Covid, ma il sistema del credito bancario, che aveva già avuto la sue prime strette dopo la crisi economico-finanziaria del 2008, non è stato pronto a intervenire e così si è avuto un progressivo sviluppo del mercato alternativo.

    La finanza alternativa sta diventando sempre più considerevole nella situazione del credito in Italia, soprattutto per il supporto economico  alle piccole e medie imprese, laddove i canali bancari tradizionali sono spesso inadeguati.

    Le aziende, proprio dagli anni della pandemia, hanno iniziato a conoscere i servizi offerti dagli operatori fintech, comprendendone il valore aggiunto di professionalità, competenza tecnica e velocità.

    Il credito bancario tradizionale è lontano dalle PMI?

    Il processo di consolidamento del sistema bancario è cominciato dopo la grande crisi mondiale del 2008 e i dati della Banca d’Italia mostrano un calo del 30 per cento del numero totale degli istituti tra il 2015 e il 2021, con un parallelo calo del numero degli sportelli presenti nel Paese. Nel 2015 gli sportelli bancari erano oltre 30.000. Alla fine del 2021, quel numero era sceso a poco più di 20.000.

    Questo significa che se nel 2015 c’erano 50 sportelli ogni 100.000 abitanti, nel 2021 erano scesi a 37. Questo fenomeno non riguarda solo l’Italia. Anche il numero di istituti finanziari in Europa è diminuito di quasi il 30% nell’ultimo decennio, secondo la BCE.

    Questo processo di consolidamento si è rivelato poco adeguato alle esigenze delle piccole e medie imprese. Tre gli elementi determinanti:

    • Il minor numero di sportelli ha causato la perdita dei legami col territorio e, quindi, con le imprese che lavorano localmente;
    • Minore diversificazione degli strumenti di credito;
    • Prodotti finanziari standardizzati, ben poco flessibili e poco personalizzabili.

    Come la finanza alternativa supporta l’economia delle PMI

    È una constatazione della realtà che oggi la finanza alternativa, al di fuori degli ordinari canali del credito bancario, arriva direttamente alle imprese attraverso piattaforme fintech.

    Le piattaforme Fintech stanno occupando via via quell’ampia fetta di mercato che le stesse banche non riescono più a coprire, in particolare dopo che i criteri di Basilea III hanno imposto regole non solo severe, ma perfino punitive nei confronti delle piccole e medie imprese, che rappresentano la gran parte del sistema economico italiano.

    Consentire alla finanza alternativa di svilupparsi è, quindi, strategico per lo sviluppo stesso del tessuto economico italiano ed europeo. La mission della finanza alternativa, e dunque del mondo della fintech, è quella di fornire capitali alle PMI, così da supportare in modo concreto il percorso di crescita delle aziende e incentivare la nascita di nuova occupazione.


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