Gli sfollati della alluvione di Casamicciola passeranno Natale fuori casa.
E’ quanto emerso dalla conferenza stampa svoltasi in prefettura, a Napoli, al termine di una riunione tra il commissario all’emergenza Giovanni Legnini, la Protezione Civile regionale, la commissaria prefettizia di Casamicciola Simonetta Calcaterra ed il prefetto Claudio Palomba.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati gli studi effettuati sul territorio del comune isolano colpito dalla calamità dello scorso 26 novembre e condotti dall’Università di Firenze e da diversi atenei campani con il coordinamento della Protezione Civile. Un lavoro che ha determinato la suddivisione del territorio in quattro zone, in funzione della pericolosità.
La zona A, quella di Casamicciola alta, è stata giudicata la più a rischio, mentre la B è quella bassa, con i quartieri che sorgono vicino al mare ed è potenzialmente non pericolosa. Legnini ha spiegato che tecnici ed autorità hanno lavorato con celerità ma che serviranno altri giorni per definire le molte questioni che la frana ha determinato
. Quella degli sfollati, in primo luogo, per i quali si attende l’elaborazione dell’indice di pericolosità del territorio per poter decidere chi di loro potrà tornare a casa e chi invece dovrà restarne lontano, operazione che potrebbe avvenire però entro la fine dell’anno: per queste persone sarà attivato un pacchetto di misure di sostegno per l’autonoma sistemazione, in via di elaborazione.
Subito dopo Natale è prevista la valutazione finale anche per le scuole rimaste chiuse poiché in zone a rischio. Anche per il problema del fango, l’enorme massa franosa precipitata dall’Epomeo che ha invaso diverse zone abitate di Casamicciola, Legnini annuncia una soluzione entro breve, dopo cioè l’elaborazione del piano di riutilizzo sull’isola delle migliaia di tonnellate di materiale inizialmente classificato come rifiuto non pericoloso.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche Italo Giulivo, capo della Protezione Civile regionale, che ha elencato diversi dati tecnici rilevati prima e dopo l’alluvione: in alcuni punti la frana ha scavato solchi profondi fino a 7,5 metri sui fianchi dell’Epomeo ed in altre zone si è registrato un innalzamento del suolo, per effetto del fango, pari a tre metri di altezza.
Giulivo ha quindi detto che, a causa del riscaldamento globale in atto, “gli eventi dello scorso 26 novembre si ripeteranno, la zona alta di Casamicciola è chiaramente a rischio e non è sicuro abitarci”.
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