Camorra, Carparelli ucciso dal clan per le violenze sessuali su due bambini

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Sergio Carparelli ucciso dal clan perché il Tribunale della camorra lo ha dichiarato colpevole prima della sentenza definitiva per gli abusi sui due figli di un affiliato di spicco del clan Cutolo del rione Traiano.

Lo scorso 12 settembre infatti e’ stato condannato a otto anni di reclusione per violenza sessuale ai danni di minori: reato di violenza sessuale per il quale Carparelli e’ stato condannato sarebbe stato commesso ai danni di due bambini, un maschietto e una femminuccia, figli di un elemento di spicco della criminalita’ organizzata della zona.

E’ questa la pista principale seguita dai carabinieri della compagnia di Bagnoli, coordinati dalla Procura partenopea, che stanno svolgendo le indagini e gli inquirenti, al momento, non escludono alcuna ipotesi, neppure la vendetta, circa il movente dell’omicidio.

I carabinieri hanno sottoposto allo Stube 3 uomini, tra cui un nipote del boss Cutolo, ma a carico di nessuno di essi ci sarebbero al momento concreti sospetti, si tratta di indagini preliminari che necessitano di riscontri oggettivi per arrivare a provvedimenti.

Tre uomini del clan Cutolo sottoposti a Stube

Oltre ad avere interrogato familiari e conoscenti i carabinieri stanno passando al setaccio tutti i suoi movimenti, spostamenti, incontri, chat e tutto il traffico telefonico per trovare indizi utili a risalire agli autori dell’omicidio.

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    Sergio Carparelli, 54 anni è stato assassinato a Napoli giovedi’ scorso (il 29 settembre), precisamente in via Marco Aurelio, al confine tra Soccavo e il Rione Traiano della citta’.

    Chi ha ucciso il 54enne, che si trovava sotto casa, gli ha sparato contro sette colpi di pistola, che lo hanno raggiunto alla schiena e al torace.

    Probabile che si tratti di qualcuno che lo abbia colto di sorpresa mentre rincasava oppure che stesse parlando con lui e che lo ha ucciso dopo che si sono salutati.

    Per gli investigatori la matrice dell’agguato è sicuramente camorristica, anche se è evidente che non c’entra la guerra tra i clan del Rione Traiano, tra l’altro in una fase di tregua come dimostra l’assenza di “stese”. Indagine complessa per un caso del genere.

     



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