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‘Liuto, Luth, Lute, Laute’: un viaggio tra Rinascimento e Barocco

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Mercoledì 1 dicembre h. 19.30 la Basilica Santuario del Gesù Vecchio, presenterà il secondo concerto de La Cappella Neapolitana diretta da Antonio Florio, ‘Liuto, Luth, Lute, Laute‘: un viaggio in Europa tra Rinascimento e Barocco, con Ugo Di Giovanni al liuto barocco e al liuto rinascimentale.

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Un excursus tra differenti stili e forme musicali in voga nell’Europa Rinascimentale e Barocca. Quasi tre secoli di storia del pensiero e del gusto musicale affidati al Liuto, lo strumento che più di altri ha saputo esprimere in musica i sentimenti più intimi dei musicisti riproducendone le infinite sfumature.

Il concerto lo presenterà nella veste di strumento solista come Liuto rinascimentale, nell’interpretazione di composizioni di Autori italiani, francesi e inglesi, e come Liuto barocco (strumento accordato in modo del tutto differente) per le composizioni di Sylvius Leopold Weiss e di Johann Sebastian Bach, due grandi compositori che coltivarono un’amicizia basata sulla profonda stima reciproca.

Nato in Medio Oriente, il Liuto arrivò in Europa attraverso la Spagna con la dominazione araba, e nel mediterraneo lungo le rotte delle Crociate, e si diffuse rapidamente in tutto il continente.

Inizialmente fu uno strumento monodico, suonato col plettro, ma ben presto scoprì la sua vocazione polifonica. Probabilmente la principale ragione del suo successo risiedeva nella sua capacità di riprodurre complesse polifonie pur restando uno strumento di facile trasporto e di costruzione relativamente poco dispendiosa.

Nei secoli si evolse aumentando le sue dimensioni, il numero delle corde e quindi la sua estensione, venendo incontro all’esigenza di avere delle note basse che potessero sostenere l’armonia nell’accompagnamento di strumenti o di cantanti, ma conservando sempre la sua caratteristica di strumento a cui affidare le note più dolci e intime dell’ispirazione musicale.


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