Grazie alla droga del narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, i sei componenti di vertice del clan Amato Pagano di Secondigliano guadagnavano, all'anno, 15 milioni di euro ciascuno, per un totale di 90 milioni. Al netto delle spese.
A rivelarlo e' Mario Cerrone, socio in affari di Imperiale, che percepiva una quota di quei 90 milioni insieme con Raffaele e Elio Amato e con Cesare e Domenico Antonio Pagano. Manca all'appello il nome del sesto elemento di vertice degli "scissionisti", di cui Cerrone, nelle dichiarazioni scritte fornite agli inquirenti durante un interrogatorio reso l'8 settembre 2016, dice di non ricordare il nome. Cerrone parla anche dell'esistenza di una cassa comune, nella quale confluivano gli introiti della vendita della cocaina.
Il socio di Imperiale era stato incaricato dal narcotrafficante internazionale di "presidiare Napoli" e di tenere i contatti con il clan.Potrebbe interessarti
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Il giudice nell'ordinanza di custodia cautelare con la quale contesta l'accusa di associazione a delinquere di tipo mafioso, ricorda che Cerrone si e' avvalso della facolta' di non rispondere quando gli sono state formulate le domande circa la loro appartenenza al clan Amato Pagano.
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Il gip deduce quindi che le sue dichiarazioni "siano frutto di un calcolo di convenienza" anche se l'appartenenza di Cerrone agli "scissionisti" viene sottolineata da quattro collaboratori di giustizia, tutti ritenuti attendibili.


















































































