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Restituiti beni rubati dalle chiese di Napoli

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Napoli. Oggi presso il Museo Diocesano di Napoli, numerosi e importantissimi beni trafugati da diverse chiese napoletane vengono restituiti dal Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Napoli, Magg. Giampaolo Brasili, e dal Comandante della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC, Cap. Saverio Loiacono, al Direttore dei beni culturali della Diocesi di Napoli Mons. Eduardo Parlato, alla presenza del Direttore del Museo Diocesano di Napoli, Mons. Adolfo Russo. Restituito un elemento architettonico in marmo policromo, risalente al XVII secolo, dalle misure di 2×1 metri circa, trafugato tra il 1994 e il 1995 dalla Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli.

L’opera e’ stata recentemente rimpatriata dagli Stati Uniti, dov’era stata destinata come arredo di una lussuosa villa in Florida, di proprieta’ di un italo-americano che, ignaro della provenienza illecita, lo aveva acquistato da un antiquario romano durante una vacanza in Italia. vendo appreso della reale provenienza del mascherone, il possessore, fedele cristiano praticante, ha rinunciato alla proprieta’, lieto di poterlo far ricollocare nell’edificio di culto.

Cosi’, all’esito di una trattativa stragiudiziale condotta dai militari della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma – pool Patrimonio Artistico, l’opera e’ stata rimpatriata. Nella medesima circostanza, un importante dipinto raffigurante “Santissima Trinita'” viene riconsegnato a Don Carmine Nappo, Parroco della Chiesa Santa Maria degli Angeli di Napoli. Il dipinto venne trafugato dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Pizzofalcone negli anni Ottanta in seguito alla sua chiusura in occasione del terremoto.

L’attivita’ di recupero, resa possibile dagli approfondimenti investigativi condotti nell’ambito di un’indagine piu’ articolata del Nucleo TPC di Napoli e coordinata dalla Procura della Repubblica partenopea, ha permesso di recuperare nel dicembre 2020, in un deposito di via Foria, quattro opere d’arte, tra cui una statua lignea del Seicento trafugata nel 1973 dal Museo Statale Le Prieure Du Vieux Logis di Nizza (FR), e di porre fine a un vero e proprio traffico illecito di beni culturali. Infine, restituita una lesena in marmo policromo, con particolari decori floreali e vegetali, della lunghezza di 3 metri circa, smembrata da un altare della Chiesa del Gesu’ e Maria, chiusa per inagibilita’ gia’ dagli anni Ottanta a seguito del tragico evento sismico dell’epoca.

In quegli anni l’edificio di culto e’ stato oggetto di vari atti di sciacallaggio, sono ancora da ricercare, infatti, altri arredi. La lesena e’ stata recuperata presso un’attivita’ antiquariale nel cuneese, rintracciata dai militari della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC, nel corso di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Asti.

E’ stato ricostruito che l’antiquario aveva regolarmente acquistato la lesena da una nota casa d’aste francese, che ne aveva la disponibilita’ gia’ da una quindicina d’anni, esattamente dal 2007. Nonostante il tempo trascorso, il riconoscimento del bene e’ stato agevolato da Luigifranco Zoena, Presidente dell’associazione di promozione sociale Euforika Napoli, che per circa cinque anni ha avuto in gestione la Chiesa del Gesu’ e Maria di Napoli, di proprieta’ dell’Arciconfraternita degli Uffiziali dei Banchi di San Potito, rappresentata da Padre Fratellanza.

Nella stessa giornata alle ore 11:30, presso la Soprintendenza, restituiti dal Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Napoli, Magg. Giampaolo Brasili, al Soprintendenza Abap di Napoli Arch. Luigi La Rocca, due importantissime opere, alla presenza di funzionari del Fondo Edifici di Culto della Prefettura di Napoli. Due dipinti, entrambi di 128,5×180,5 cm e risalenti al XVIII secolo, raffiguranti “L’Annunciazione” e “Sogno di San Giuseppe”, asportati il 17 ottobre 1969 dalla Chiesa di San Severino e San Sossio di Napoli.

Il loro recupero e’ frutto di un attento e mirato accertamento effettuato dalla Sezione Elaborazione Dati Tpc sui siti internet di conosciute case d’asta, in particolare su quello di una societa’ del nord-Italia, che promuoveva la vendita delle due opere per aprile 2019.

Le indagini, condotte dal Nucleo TPC di Napoli e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano – VII Dipartimento specializzato nella materia della Tutale del Patrimonio Culturale, hanno ricondotto la provenienza dei dipinti al furto citato, nonostante i soggetti proponenti della vendita ne fossero ignari.

Dopo il riconoscimento effettuato da parte del funzionario competente di zona si e’ proceduto alla riconsegna al proprietario. Di fondamentale importanza per l’individuazione dei beni e’ risultata la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal Comando TPC, il piu’ grande database del mondo, con oltre 6 milioni di beni culturali censiti.

Queste restituzioni testimoniano l’importanza della collaborazione fra i Carabinieri TPC, i responsabili degli Uffici Diocesani e i funzionari delle Soprintendenze, sviluppata anche attraverso la divulgazione della pubblicazione “Linee Guida per la Tutela dei Beni Culturali Ecclesiastici”, realizzata nel 2014, nell’ambito della collaborazione tra il Ministero della Cultura, l’Arma dei Carabinieri e la Conferenza Episcopale Italiana, che concilia le esigenze di protezione dei beni ecclesiastici, colpiti spesso da azioni criminose, e quelle devozionali.


Articolo pubblicato da A. Carlino il giorno 7 Settembre 2021 - 14:26


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