Agguato a San Severo: è gravissimo il bimbo di 6 anni. Stop barbarie

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Agguato a San Severo: è gravissimo il bimbo di 6 anni. E’ in coma farmacologico e non respira autonomamente.

Sono molto critiche le condizioni del piccolo di 6 anni ferito nell’agguato a San Severo in cui stato ucciso lo zio, Matteo Anastasio.

Lo comunicano dal Policlicnico Riuniti di Foggia dove il bambino è ricoverato facendo sapere che il bambino “è in coma farmacologico e sottoposto a ventilazione assistita. Nelle prossime ore o giorni – si legge in una nota dell’ospedale foggiano – verrà strettamente monitorata l’evoluzione delle condizioni cliniche, soprattutto nella eventualità che si renda necessario un intervento chirurgico: si occupa di lui una équipe multidisciplinare composta da rianimatori, chirurghi e radiologi”.

Il padre del bambino di 6 anni era Giuseppe Anastasio, fratello della vittima di stanotte Matteo, fu ucciso in un agguato il 5 febbraio 2017, sempre a San Severo. Aveva 33 anni. Giuseppe Anastasio fu condannato per aver ucciso il 18 giugno 2002 Stella Costa, la bambina di 12 anni colpita da un proiettile vagante mentre andava a gettare la spazzatura con la mamma. Quella sera Giuseppe Anastasio esplose sei colpi di pistola contro un giovane di 25 anni che riuscì a salvarsi e uno dei proiettili ferì a morte la bambina.



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    Il 29 ottobre del 2003 con rito abbreviato Giuseppe Anastasio fu condannato a 12 anni di reclusione per omicidio volontario e porto illegale di armi. In appello nel dicembre 2004 patteggiò nove anni e sei mesi di reclusione.

    Stanotte l’agguato in cui ha perso la vita Matteo Anastasio, tra i caroselli per la vittoria dell’Italia. La vittima era su uno scooter con il nipotino di 6 anni e la moglie, rimasta illesa.

    Sono stati affiancati da una moto con 2 persone con caschi integrali, una ha fatto fuoco: 4-5 colpi calibro 7,65. Anastasio è morto in ospedale poco dopo, mentre il bimbo raggiunto all’addome da un proiettile, è in coma farmacologico ed è ricoverato in rianimazione al Policlinico Riuniti di Foggia.

    La pista seguita è quella di un regolamento di conti. Si cercano testimoni, qualcuno che sia riuscito ad annotare i numeri della targa della moto. Al momento c’è un video che gira sulle chat: dura 7 secondi, è ripreso con il telefonino da chi stava registrando le immagini della festa calcistica. Si vede lo scooter già sull’asfalto, finito contro un pick-up, una donna che si alza da terra e un uomo che le va incontro e che si ferma mentre si sentono tre colpi di pistola.

    Libera Foggia: ‘Collaborate con le forze dell’ordine’

    Libera Foggia ha inviato un messaggio alla città: “Augurandoci che il piccolo possa presto essere fuori pericolo, auspichiamo che ciascuno scelga di fare la propria parte, a iniziare dalla collaborazione con le forze dell’ordine per ricostruire l’accaduto, fino a ribellarsi alla violenza mafiosa che non ci lascia liberi neanche di festeggiare per strada una vittoria calcistica”, dicono dalla sede del capoluogo dauno.

    “Siamo fermamente convinti, infatti, che la lotta alla mafia non può fermarsi alla pur fondamentale azione repressiva, ma chiede un impegno che unisca la dimensione politica, sociale, educativa e culturale, dove ciascuno quindi è chiamato a fare la propria parte”, sottolineano. “Lo dobbiamo a Stella, a tutte le vittime innocenti del nostro territorio e a ciascuno di noi che ha il diritto di vivere in una città libera dalle mafie”.

    Avviso Pubblico: ‘Stop barbarie’ 

    “Quando si spara in mezzo alla gente significa che il senso di impunità è elevatissimo, chi lo fa è evidente che non teme nessuna ritorsione da parte delle forze dell’ordine”. Lo dichiara il vicepresidente di Avviso pubblico e sindaco di Bitonto in provincia di Bari, Michele Abbaticchio, commentando l’agguato di stanotte. “L’attenzione su Foggia e provincia in questo momento è centrale da parte dello Stato e sicuramente non mancheranno delle reazioni immediate. Augurandoci che il piccolo possa presto essere fuori pericolo Avviso pubblico auspica che ciascuno scelga di fare la propria parte, a partire dalla collaborazione con le forze dell’ordine per ricostruire l’accaduto perché è impossibile che non ci siano stati testimoni”, aggiunge. “Basta – continua il coordinatore regionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo d’Arienzo, sindaco del Comune di Monte Sant’angelo – con questa barbarie a San Severo, quel territorio ha bisogno di tranquillità. Intervenga fortemente lo Stato per ristabilire l’ordine e la sicurezza. A distanza di due giorni dall’ennesimo episodio che ha coinvolto un amministratore pubblico, non è solo l’amministrazione sotto tiro ma un’intera città. Chiediamo pertanto con forza che la città di San Severo venga liberata da questo cancro che sta divorando lentamente la città e l’intero territorio, oltre che il tessuto sociale ed economico”.




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