La morte umanizzata
Chi si occupa di storia delle religioni e gli antropologi hanno quasi sempre considerato che la Morte sia, soprattutto nelle culture arcaiche e primitive, un “fatto sociale”, un avvenimento che genera una crisi, non soltanto nel gruppo familiare, ma anche in quello più ampio del sociale, della comunità; e che per questo le strutture sociali reagiscono alla morte attraverso una serie di mezzi simbolici mitici e rituali, talora magici, che conducono gli individui a vivere la morte secondo i paradigmi offerti dalla stessa struttura sociale. Ma la Morte, questo grande mistero, custodisce anche segreti affascinanti da dover essere indagati e interpretati.
Dichiara l’autore Mario Contino. “Cosa è la morte? Cosa c’è dopo la morte? A queste domande tentano di dare risposta, da secoli, alcune delle menti più brillanti del pianeta che hanno trattato l’argomento dal punto di vista filosofico e scientifico. Io non sono né uno scienziato né un filosofo, ma ugualmente ho voluto tentare di comprendere l’essenza della morte attraverso lo studio del folklore, dei miti e delle leggende ad essa collegate, senza tralasciare né la scienza né la filosofia. Perché l’ho fatto? Perché la Morte fa parte della vita è ogni uomo dovrebbe riflettere su questo importantissimo e inevitabile traguardo.”
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In un contesto particolare, come quello del XXI secolo, dove accanto a posizioni scettiche legate a un’imperante secolarizzazione, resta viva la speranza che la morte non sia la fine di tutto, l’idea di riprendere e approfondire il tema della morte, in questo lavoro fatto da Mario Contino, diventa non solo prezioso, ma addirittura coraggioso.
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