Cronaca Giudiziaria

La moglie dell’agente Apicella: ‘Torno a casa a testa alta’

Pubblicato da
Condivid

“Torno a casa dai miei figli a testa alta, con Lino sempre nel cuore e una grande fiducia nella giustizia”.

Giuliana Ghidotti, moglie di Lino Apicella ha commentato  queste parole la emessa dalla Corte di Assise di Napoli con la quale sono stati condannati i 3 ladri di etnia Rom per l'omicidio del marito.

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Napoli: solo 62 anni di carcere per i 3 assassini dell'agente Apicella

Genitori e sorella hanno ricordato la frase di Giovanni Falcone che Lino amava: “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e cammina a testa alta muore una volta sola”. E hanno spiegato attraverso il loro legale Alfredo Policino: “Questa frase meravigliosa l'avevi tatuata sulla tua pelle, e soprattutto nel profondo del tuo cuore. Sarai ricordato da tutti come una persona meravigliosa che non s è piegata a nulla, pur di garantire il rispetto della legge. Lino nessun verdetto avrebbe mai potuto riportarti in vita, auspichiamo solo che questa sentenza rimanga immutata nel corso degli anni.Noi , saremo sempre fieri di Te!”.

foto di repertorio

 

Giuliana Ghidotti, moglie di Lino si e' detta soddisfatta per il riconoscimento dell': “questo e' importante, non e' stato un incidente come ci volevano far credere”.

LA MOGLIE DI APICELLA DI RECENTE E' ENTRATA IN POLIZIA

La donna di recente e' entrata in polizia al termine di un corso riservato ai familiari delle vittime del dovere. “Siamo soddisfatti ed e' stata resa giustizia soprattutto a Lino Apicella, morto da eroe e che si e' sacrificato per assicurare i delinquenti alla giustizia“, dice Gennaro Razzino, avvocato della donna.

“Gli imputati hanno voluto deliberatamente uccidere Lino Apicella. Oggi e' stata resa giustizia soprattutto a lui, morto da eroe, sacrificatosi per noi tutti”, sottolinea. E' stata riconosciuta l'ipotesi di reato formulata dal pubblico ministero, ossia l'omicidio volontario: d'altronde non poteva, questo episodio, essere relegato a un semplice omicidio stradale”. 


Pubblicato da