De Luca_Foto di repertorio
“L’obiettivo è salvare il comparto bufalino della Regione, l’unico modo per salvarlo e garantirne l’assoluta qualità”. Lo dice il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel suo intervento in consiglio regionale. “Se si immagina di poter salvare il settore con mezze misure e ambiguità lo condanniamo a morte – aggiunge -. Il primo obiettivo è salvare il patrimonio enorme dal punto di vista economico e sociale.
All’interno di questo obiettivo c’è quello di eradicare brucellosi e tubercolosi, rispetto a questo non si faranno passi indietro e non ci saranno compromessi. Il terzo obiettivo è un problema strutturale che riguarda le dimensioni delle aziende, il rapporto tra metri quadrati disponibili e numero di capi bufalini che possono essere ospitati. C’è poi un problema conseguente – incalza De Luca -, che è quello ambientale, legato allo smaltimento di reflui, al mancato adeguamento di troppe aziende alle normative ambientali e sanitarie e un’area marginale di economia parassitaria cresciuta intorno al settore.
Molti allevatori hanno fatto sacrifici enormi per adeguare gli allevamenti, mentre una quota marginale ha preferito abbattere i capi e andare avanti come se niente fosse” spiega il governatore. “Occorre dare speranza all’insieme del comparto, dare con chiarezza una prospettiva anche con aiuti non relativi all’abbattimento ma alla riqualificazione delle aziende – rimarca De Luca -. Immagino comparto bufalino che abbia come modello gli allevamenti della Baviera.
Se dobbiamo investire centinaia milioni lo faremo se il risultato sarà quello. Dovremo presentare – incalza – un modello di allevamento e dare contributi anche superiori a quelli che diamo per gli abbattimenti, ma spostarli dall’abbattimento alla riqualificazione delle aziende. Vediamo di avere anche una modifica della normativa perché il problema segnalato è anche questo. Gli allevatori sono pronti a investire, ma devono avere la possibilità anche di allargare allevamento, quindi pensare a procedure di esproprio dei terreni vicini”.
“Dichiarare zona rossa un’area limitata significherebbe condanna a morte per il comparto bufalina dell’area casertana – conclude De Luca -. Bisogna essere attenti ed essere anche un po’ maliziosi. Faremo infine in modo che i controlli allevamenti avvengano come Dio comanda, non avvertendo 24 ore prima le persone che devono essere controllate”.
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