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Spettacolo in crisi, la band Stato sociale elenca i locali italiani chiusi ‘Ma non per sempre’

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Sanremo. Standing ovation per ‘Lo stato sociale’ che elenca sul palco dell’Ariston i locali italiani più famosi chiusi a causa della pandemia e delle misure anti-covid ‘Ma non sarà per sempre’.

Da Nord a Sud, da Milano a Palermo passando per Livorno, Roma, Napoli, fino a Messina: il gruppo ha voluto ricordare la crisi che stanno vivendo gli operatori dello spettacolo con teatri, cinema e locali costretti a chiudere, e con tutti i concerti rinviati.

E’ stato uno dei momenti più emozionanti della serata del Festival di Sanremo quello che hanno regalato i ragazzi de Lo Stato Sociale sul palco dell’Ariston. Dopo aver cantato ‘Non è per sempre’ degli Afterhours, insieme a Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino la band ha fatto l’elenco dei locali, dei cinema e dei teatri che sono stati chiusi nell’ultimo anno a causa del Covid, dei concerti saltati, delle persone del mondo dello spettacolo rimaste senza lavoro. “Alcatraz, Milano: aperto nel 1997 chiuso a febbraio 2020, non sappiamo quando riaprirà. Teatro dell’angelo, Roma: aperto nel ’94, chiuso per sempre. Cinema Iris, Messina: non sappiamo quando riaprirà. Negli anni ’90 un musicista apre il Cage a Livorno perché, dice, le città senza i club sono più brutte e vuote: non sappiamo quando riaprirà. Il cinema Mandrioli in provincia di Bologna continua a proiettare film durante il lockdown, a porte chiuse, perché non manchino nella città le voci dei personaggi: non sappiamo quando riaprirà. Hiroshima, Torino: Non sappiamo. Teatro Massimo, Palermo. Cinema Adriano. Sherwood festival, Miami, Balla coi cinghiali: sospesi. Primo maggio: senza pubblico. Teatro salone margherita di Napoli: chiuso definitivamente. Festival di Sanremo 2021: 26 cantanti, solo tra loro oltre 50.000 concerti, oltre mille live club, oltre 10.000 persone che non lavorano più da un anno. Ma non sarà per sempre. Credeteci, i nostri fiori non sono ancora rovinati”, recitano sul palco.

Quel ‘Ma non sarà per sempre’ è stato un messaggio di speranza per tutti gli operatori dello spettacolo, molti dei quali precari, che sono costretti da un anno a rivedere la propria vita per cercare di sopravvivere. Alla fine quel ‘Ma non sarà per sempre’ c’è stata la standing ovation dell’orchestra e l’applauso della sala stampa.