Ucciso perché la sua mediazione è andata a vuoto. O meglio il suo tentativo di "sistemare" le fibrillazioni tra i vari clan di Fuorigrotta e della zona flegrea.
Le indagini sull'omicidio di ieri sera di Antonio Volpe portano in una sola direzione. Gli inquirenti lo ritengono 'l'eminenza grigio' della cosca malavitosa Baratto-Bianco-Volpe, detti "i calascioni". Secondo quanto emerso dalle indagini era cognato di Antonio Bianco, uomo di fiducia di due fratelli ritenuti a capo del gruppo camorristico dei Baratto. I sicari sono entrati in azione a poca distanza dalla tabaccheria gestita dalla vittima: l'uomo era a piedi in strada, i sicari in sella a uno scooter. Sette i colpi esplosi, tre dei quali andati a segno, uno alla testa: chi ha sparato ad Antonio Volpe, ieri sera, poco dopo le 19.30, tra la gente, secondo i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, perseguiva sicuramente l'obiettivo di uccidere.
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Per gli investigatori Volpe (nei confronti del quale sono emersi precedenti di poco conto) era una sorta di eminenza grigia del malaffare e la sua morte potrebbe significare che sono in atto fibrillazioni nella zona.Potrebbe interessarti
Nel 2005 era gia' scampato a un altro agguato, anche questo per le modalita' con cui venne attuato (piu' di una decina i colpi esplosi), architettato per uccidere. Le vittime vennero attirate in un tranello. In quell'occasione Volpe rimase ferito.






