Cutolo, domani l’autopsia. L’avvocato: ‘Trattamento disumano’

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 E’ stata fissata per domani l’autopsia sulla salma di Raffaele Cutolo, il boss della Nuova camorra organizzata morto due giorni fa nel carcere di Parma dove era detenuto in regime di 41 bis.

Stamane la procura di Parma affidera’ l’incarico a un consulente medico legale che eseguira’ gli esami anatomo-patologici sulla salma che si trova nell’ospedale Maggiore cittadino. Soltanto dopo l’autopsia, le spoglie del 79enne capo della Nuova camorra organizzata potranno essere consegnate alla famiglia, in particolare alla moglie Immacolata Iacone e alla figlia 14enne Denise, che si trovano nella citta’ emiliana da due giorni. I familiari stanno valutando con il legale di fiducia, Gaetano Aufiero, se conferire l’incarico a un perito di parte per seguire gli esami autoptici.

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“E’ stato accompagnato alla fossa in forza di principi giuridici barbari e aberranti”. Il penalista avellinese Gaetano Aufiero, storico difensore di Raffaele Cutolo, e’ stato tra i primi ieri sera ad apprendere il decesso del fondatore e capo della Nco nell’ospedale “Maggiore” di Parma, dove era stato ricoverato per l’aggravarsi di una polmonite bilaterale che recentemente era tornato ad aggredirlo. Aufiero contesta il “trattamento disumano” riservato a Cutolo a cui, nel maggio del 2020, prima il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia poi il Tribunale di Sorveglianza di Bologna, negarono il differimento della pena ai domiciliari per gravi motivi di salute: “Le sue condizioni di salute sono compatibili con il regime carcerario”, scrissero i magistrati che sottolinearono ancora la sua caratura criminale: “Resta un simbolo per i gruppi criminali che si rifanno alla Nco, rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto intatto il suo carisma”.



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    “Barbarie giuridica o malafede – replica il penalista – visto che si discuteva di un 80enne che da piu’ di un anno non era nelle condizioni di provvedere minimamente a se stesso”. In proposito, Aufiero ricorda che in occasione degli ultimi colloqui, avuti nel carcere di Parma quasi due anni fa, “Raffaele Cutolo non era in grado di riconoscere il suo avvocato, ma neanche sua moglie e sua figlia e ancor meno di interloquire con chiunque. Mantenere al carcere duro una persona affetta da demenza senile perche’ costituirebbe un simbolo per la criminalita’ organizzata, e’ stata una pagina incivile che da’ conto non della forza ma della debolezza dello Stato”. Alcuni giorni fa, proprio per l’aggravarsi delle condizioni di salute di Cutolo, l’avvocato Aufiero aveva ottenuto un colloquio per la moglie, Immacolata Iacone, e la figlia tredicenne, che vivono entrambe a Ottaviano, e contestualmente aveva ripresentato istanza per ottenere la sospensione della pena,  e il trasferimento agli arresti domiciliari.

    “Abbiamo contato sul web oltre 10mila tra commenti di sostegno e solidarieta’, video celebrativi ed altre forme di omaggio per Cutolo, e’ qualcosa di indegno, vergognoso e terrificante. Nessuna vittima innocente di camorra, nessun cittadino o membro delle forze dell’ordine o della magistratura morto per difendere la nostra terra ha ricevuto tanti messaggi di ammirazione e sostegno come sta succedendo per questo boss sanguinario di camorra, questo e’ l’avvilente quadro di una realta’ percepita in maniera distorta e capovolta”. Cosi’ in una nota il consigliere regionale campano Francesco Emilio Borrelli (Europa Verde).




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