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Scontro sugli affari illeciti di famiglia dietro l’omicidio di Casola

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Non ci sono interessi sentimentali dietro l’omicidio di ieri pomeriggio a Casola ma uno scontro sugli affari illeciti di famiglia.

I carabinieri della compagnia di Castellammare, che stanno conducendo le indagini  sotto il coordinamento del pm Andreana Ambrosino della Procura di Torre Annunziata hanno ricostruito tutti quelli che sono gli interessi illegali delle due famiglie. La vittima Salvatore Palombo, 44 anni, piccoli precedenti alle spalle, e il suo assassino Umberto Longobardi pure lui 44enne, erano legati a doppio filo. Sia per parentela sia per affari illeciti. Longobardi infatti cugino e cognato della vittima, appartenente alla nota famiglia dei ‘Barracchielli’ di Casola, precedenti per traffico di droga ma anche indagati per usura e smercio di gasolio di contrabbando. Era agli arresti domiciliari e si è fatto accompagnare da una sua parente stretta che è stata a lungo interrogata e iscritta nel registro degli indagati. Longobardi è in stato di fermo con la pesante accusa di omicidio volontario.

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La ricostruzione dei fatti e le versioni fornite sia dalla donna sia dall’assassino non hanno convinto del tutto gli investigatori. Una presunta relazione sentimentale tra la donna residente nella stessa palazzina dove abita la vittima, avrebbe scatenato la furia omicida di Longobardi. Ma gli investigatori ritengono che il regolamenti di conti sia dovuto a questione economiche relative a traffici illeciti. Longobardi ha confessato l’omicidio, ha fatto trovare l’arma , ma la sua versione non convince. Ora si aspetta l’interrogatorio di garanzia che dovrebbe confermare il fermo e far scattare l’ordinanza cautelare. Ma le indagini vanno avanti.

 


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